Gorbaciov: Putin mi convince ma lo giudicherò dai risultati

Gorbaciov: Putin mi convince ma lo giudicherò dai risultati Gorbaciov: Putin mi convince ma lo giudicherò dai risultati Giultetto Chiesa MOSCA A sei mesi dalla sua elezione, Vladimir Putin continua a essere, parafrasando Winston Churchill, un mistero dentro una matrioska di interrogativi. Il bello è che, questa volta, i dubbi non concernono soltanto come avveniva ai tempi sovietici i cremlinologi stranieri. Al contra�rio: l'indeterminatezza è generale. Gorbaciov, invece, sembra essersi fatto un'idea piuttosto precisa del personaggio. E già questo è un dato piuttosto interessante, un'in�formazione su Putin. Mikhail Sergeevic, che cosa pensa di Putin? «Ha raccolto un'eredità molto pe�sante, qualcosa di molto vicino a un disastro. Ha l'appoggio di una larga maggioranza della popolazio�ne. Un appoggio fondato sulla speranza. Per questo motivo riten�go che abbia una grande chance: appoggiarsi su questa speranza. Quello che ha fatto fin'ora lascia intravedere delle intenzioni, in qualche caso buone, ma molti interrogativi rimangono aperti, an�che per me. Per adesso ritengo gli si debba dare credito. Non a fondo perduto, però. Io resto lìbero di discutere i suoi atti, e di criticarli se lo ritengo opportuno. Ma non condivido l'idea che si possano tirare le somme fin d'ora, o metten�dolo su un piedestallo, o tentando di distruggerlo. Ricordo un episo�dio lontano, quando l'allora pre�mier cinese Zhu Enlai ricevette una delegazione francese e qualcu�no degli ospiti gli chiese quale fosse stata, secondo lui, l'influenza della Rivoluzione Francese nel mondo e, specificamente, in Cina. Zhu Enlai riflettè un poco, poi rispose: "E' presto per tirare le somme"». Questo suo credito di fiducia quali basi ha? E' bastato un colloquio a quattr'occhi? «Certo, quell'incontro è stato im�portante. Ma io conosco Putin da tempo, so come si è mosso prima di diventare presidente, so com'è vi�sto dalla gente russa. Gli ho fatto diverse domande molto franche e mi è piaciuto il suo modo di rispondere. Ho visto che è un uomo con sane ambizioni di lavora�re nell'interesse del Paese. L'ho sentito respingere decisamente ogni ipotesi d�regime autoritario. Ho ascoltato con favore le sue opinioni circa la necessità di raffor�zare la democrazia con un solido sistema di partiti e di aumentare l'efficienza della pubblica ammini�strazione, insieme alla difesa della libertà d'iniziativa economica e di protezione degli investitori. E ho visto che Putin ha ben chiaro il significato della lotta contro la corruzione. Io, per parte mia, gli ho ricordato che senza la libertà di stampa tutto questo non lo potrà fare». Ma non le sembra che proprio qui Putin abbia fatto errori gravi? Il disastro del Kursk è stato gestito nel peggiore dei modi, non le sembra? E ades�so la crisi della stazione tele�visiva indipendente NTV. An�che qui il Cremlino sembra fare passi che sollevano In�quietudini vaste. «La tragedia del Kursk ha costitui�to per lui una vera crisi politica. Putin ha reagito conv ritardo e male. Io credo che il presidente sia stato male informato e con ritardo, ma i media in questo caso hanno fatto il loro dovere. Io non difendo i media russi in tutto e per tutto, perché sono stati e sono spesso al servizio di questa o quella fazione, ma in questo caso hanno aiutato il Paese...» E per quanto concerne NTV, la stazione dell'oligarca Vladi�mir Gusinskij? «Lei, Chiesa, e io siamo nello stesso Consiglio di Vigilanza sui media russi. Abbiamo esaminato insieme un documento sbalorditi�vo, in cui il Ministro della Stampa, signor Lesin, assume il ruolo di un ricattatore contrattando la libertà di un cittadino, nel'caso specifico di Gusinskij, in cambio della sua disfatta economica. E' inaccettabi�le. Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente con Putin. C'è stato insomma un evidente tentati�vo di intimidazione contro uno dei media più popolari e megho infor�mati». Torniamo a Putin. Eredità cer�to pesante, ma è stato anche fortunato. Non ci fosse stato il petrolio cos�alto, credo che oggi la sua posizione sarebbe molto debole. «Non c'è dubbio. Io non lo fui. Nel 1987, all'inizio della perestrojka, ci fu il crollo del prezzo del petrolio, e noi fummo costretti a bloccare le importazioni di beni di consumo. Putin sa di avere una riserva supplementare, che gli permette di pagare salari e pensioni in tempo. Ma sa anche che deve usare questa congiuntura favorevole per fare alcune riforme». Molti pensano che per fare tutto questo gli occorra una squadra, ma non si vede anco�ra una squadra del presiden�te. «E' vero, la squadra ancora non c'è. E nella squadra del Cremlino trop�pa gente è legata al passato. Ho l'impressione che Vladimir Vladimirovic ne sia consapevole». La riforma costituzionale av�viata da Putin, con l'appoggio della Duma, ha provocato le ire dell'oligarca Boris Berezovskij. Ma, in generale, non sembra che gli oligarchi tranne Gusinskij siano stati toccati. Lei che ne pensa? . «Non dò molta importanza a quel�lo che dice Berezovskij perché è fuori gioco e tenta solo di restare a galla. Certo, può creare dei proble�mi. A me pare che i cambiamenti istituzionali promossi da Putin siano positivi. Avevamo un regime feudale regionale e bisognava col�pirlo e demolirlo. Non è ancora stato debellato, ma è stato indeboli�to». Putin ha fatto forse di più in politica estera. E ha perfino ottenuto una vittoria, con la sospensione decisa da Clin�ton del sistema "nazionale" americano di difesa missilisti�ca. Iniziative verso la Corea, la Cina, il Giappone. Una visi�bile spinta "asiatica". Come vede questo aspetto della poli�tica del Cremlino? «In modo positivo. Putin ha aperto parecchi capitoli. Soprattutto im�portante è la sua grande attenzio�ne alla Comunità degli Stati Indi�pendenti. Per quanto concerne la proiezione asiatica, direi che già c'era ai tempi miei: Putin l'ha ripresa e ha fatto bene. Oggi la Russia è debole, ma ha una enór�me esperienza. E la sua stessa debolezza può rendere oggi più credibili idee e proposte che un tempo potevano suscitare sospetti e diffidenze in Asia». Mi permetta una domanda personale. Liudm'ila Putina, la moglie del presidente, è venuta qui alla Fondazione Gorbaciov per presenziare e parlare alla seduta comme�morativa , dell'anniversario della morte di Raisa Maksimovna. Solo rispetto e sensibili�tà, o anche qualcosa di più? «Liudmila e Raisa si conóscevano dai tempi del nostro viaggio a San Pietroburgo. La presenza d�Liud�mila è stata un segno di rispetto verso Raisa. Ma non solo questo. Le sue parole, pronunciate anche a nome del marito, sono state since�re. Ho apprezzato molto. Quel giorno è stata data vita a un precedente importante: la politica e i suoi contrasti, anche duri, è una cosa, ma noi dobbiamo restare uomini e donne, restare esseri umani. E questa è un'altra cosa». mi Ha raccolto una eredità pesante ma ha l'appoggio dellagente che spera in lui Finora abbiamo visto solo delle intenzioni in qualche caso buone Ma non è giusto tirare le somme già ora per osannarlo o demolirlo Dobbiamo dargli credito anche se non a fondo perduto m m m mio conosco da tempo, ha sane ambizioni di lavorare per il suo Paese L'ho sentito respingere ogni ipotesi di regime autoritario, sente la necessità di rafforzare la democrazia con un solido sistema di partiti e di aumentare la libertà di iniziativa economica m m Vladimir Putin (à destra) con l'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, una delle poche persone che ascolta

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