Ciampi: Europa baluardo contro le intolleranze

Ciampi: Europa baluardo contro le intolleranze Ciampi: Europa baluardo contro le intolleranze Appello agli Stati per l'abolizione della pena di morte Aldo Cazzulio inviato a STRASBURGO L'Europa è esposta ai rischi della xenofobia, a ventate di populi�smo, ammonisco Carlo Azeglio Ciampi: e neppure l'Italia, come dimostra la recente aggressione di Verona, ò immune dai pericoli. Ma «la reazione della coscienza nazio�nale è stata immediata, la condan�na unanime». Ai cronisti che evo�cano il caso del professore ebreo Luis Marsiglia, pestato da tre raz�zisti, e gli chiedono la sua valuta�zione sulla matrice dell'aggressio�ne caso isolato o conseguenza di responsabilità politiche? -, Ciampi risponde indicando decisamente la prima ipolesi: «E' importante ci sia stata una reaziono immediata, una condanna netta nella coscien�za civile degli italiani perché ci dà la fiducia che questi episodi isolati diventino sempre più rari e scom�paiano del tutto». Il presidente ha fatto della tute�la dei diritti civili una delle linee guida dell'inizio di settennato, e in più di un'occasione ha avuto gesti di riguardo nei confronti degli ebrei: il primo viaggio al di fuori dell'Europa è stato a Gerusa�lemme, dove ha rievocato l'antica amicizia con un altro livornese, Elio Toaff, e con suo padre Sabato, che aiutò lo studente Ciampi a scrivere la tesi della seconda lau�rea (in Giurisprudenza) sullo sta�tus delle minoranze religiose in Italia. E non a caso Ciampi è intervenuto in Campidoglio, tre mesi fa, ai festeggiamenti per l'ottantacinquesimo compleanno di Toaff. Ieri il presidente ha voluto «deprecare nella maniera più piena» l'aggressione di Vero�na, ma l'ha definita un «episodio», uno di quelli che «ovunque avven�gano, in Europa e in particolare in Italia, suscitano unanimi reazioni di condanna»; dal momento che «nella coscienza del popolo italia�no c'è una vigilanza che funzio�na». Sul caso Haider, Ciampi si era detto preoccupato fin dalla forma�zione del governo austriaco; e ancora ieri ha ribadito, parlando a Strasburgo a una platea di rappre�sentanti di quarantuno Paesi euro�pei, che il «Consiglio d'Europa costituisce un monito contro la disgregazione, l'intolleranza, la xe�nofobia e uria garanzia contro il male che irrompe nella storia in modi inaspettati: a volte tragica�mente, a volte attraverso il manto letale del populismo e dell'egoi�smo, in contraddizione flagrante con essenziali valori comuni euro�pei». Ma se nelle parole del Capo dello Stato non 6 difficile trovare l'eco delle sue preoccupazioni per i rigurgiti razzisti emersi anche in Germania, la condanna del «popu�lismo» non riguarda nessuna delle forze politiche italiane. Ouando, nel marzo scorso, là cancelleria tedesca avanzò perplessità sulla prospettiva dell'avvento degli ex missini al governo, Ciampi firmò un comunicato per sottolineare che «tutti i partiti italiani sono democratici». I rapporti con la Lega, poi, sono buoni fin da quan-, do un anno fa Bossi sal�al Colle (con Maroni), e si sono ulterior�mente rinsaldati con l'incontro di due settimane fa a Varese («la Lega riconobbe qualche giorno dopo Ciampi a Rimini ha orinai abbandonato la secessione e rico�nosce l'unità d'Italia»). Sono altri i richiami che Ciampi lancia da Strasburgo. La Carta dei diritti, che sarà presto pronta, «rappresenterà un elemento costi�tutivo dell'identità europea», oltre che una parte della nuova Costitu�zione; e uno dei cardini dovrà essere il rifiuto della pena di morte. Il presidente ha citato un passo del Beccaria, auspicando, tra gli applausi, che tutti i Paesi del Consiglio d'Europa vadano ol�tre la moratoria e aboliscano subi�to la pena capitale. La tutela dei diritti umani, sostiene il presiden�te, non consente «nicchie di sovra�nità degli Stati membri»: dopo il Kosovo, che ha sancito il diritto all'ingerenza, «il principio di giuri�sdizione intema non può più esse�re invocato per giustificare le vio�lazioni dei diritti fondamentali». Per questo Ciampi (che sollecita il rientro della delegazione russa nell'Assemblea del Consiglio d'Eu�ropa) avverte che «l'ancoraggio dei Balcani ai valori europei costi�tuisce un banco di prova», ma che non per questo assisteremo alla nascita di un Kosovo indipenden�te: la fase storica degli «Stati monoetnici» si è chiusa. «L'aggressione razzista di Verona va vista come un fatto isolato Ma è importante che ci sia stata unacondanna immediata perché non si ripeta»