L'uomo che fece salture i nervi a Milosevic

L'uomo che fece salture i nervi a Milosevic IL LEADER DELTOPPOSIZIONE CHE SPAVENTA LA NOMENCLATURA DI BELGRADO L'uomo che fece salture i nervi a Milosevic Kostunica, da oscuro prof essore a spauracchio del regime ritratto. SnzoBetfiza -^ MENTRE scrivo nulla è ancora deciso. Sono in pieno corso le ele�zioni in Serbia, in pieno stallo le non elezioni in Montenegro e in Kosovo, in moto più o meno sommerso brogli, minacce, polemi�che, calunnie, cenni di gól�pe poliziesco e istituziona�le. Manca, per ora, solo il morto eccellente, anche se nulla si sa più di Ivan Stambolic, misteriosamen�te scomparso il 25 agosto dopo aver dichiarato: «Mi�losevic non se ne andrà mai in maniera pacifica, biso�gnerà distruggerlo». Stam�bolic era stato la più alta personalità della nomencla�tura comunista serba fra gli Anni 70 ed 80 e Milose�vic, prima di fargli le scar�pe, mosse sotto la sua ala protettiva i passi decisivi nella conquista del potere. Un potere che è durato 11 anni, cagionando guer�re, massacri razzisti, «stu�pri ideologici» e scandali concentrazionari quali l'Europa non vedeva più dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Qualun�que sia l'esito vero o fìttizio delle votazioni, la lunga satrapia di Milosevic ne uscirà profondamente scos�sa e incrinata, se non di�strutta come se l'augurava in agosto l'illustre desaparecido Stambolic. Non a caso, in questi giorni roven�ti, la volpe dei Balcani ha dato l'impressione di perde�re i nervi e la sua abituale compostezza. Neanche l'ul�tima campagna del Kosovo e i bombardamenti della Nato erano riusciti ad in�fliggere al sistema nervoso di Milosevic il colpo che, quasi all'improvviso, gli ha inferto un modesto avvoca�to di 56 anni completamen�te sconosciuto soltanto due mesi fa. Il milite ignoto delle opposizioni serbe, che uscito dall'oscurità ha fatto per la prima volta saltare i nervi a Milosevic, si chiama Voji�slav Kostunica (si traslitte�ra Costuniza), nome che balcanicamente riecheggia quello del regista Kusturica. La similitudine è soltan�to fonetica. Il famoso cine�asta bosniaco, un tempo amico e sostenitore di Milo�sevic, probabilmente disap�proverebbe ancora oggi le parole pronunciate in un recente comizio dal suo quasi omonimo politico bel�gradese: «Sta ai serbi con�vincersi éhe Slobo è il loro peggiore nemico. Ha provo�cato una serie di guerre con 800 mila profughi serbi: dalla Croazia, dalla Bosnia e dal Kosovo». Uno dei maggiori paradossi della pur paradossale scena poli�tica di Belgrado è che que�sto anonimo professore di diritto, cacciato per il suo anticonformismo dalle uni�versità, che non è mai stato comunista, che vive con una moglie e 17 gatti e senza scorta in una mode�sta abitazione periferica, che non ha mai trescato con il potere come i falsi oppositori Draskovic e Djin4jic, sia riuscito a produrre in meno di 9Q giorni tre miracoli: un cartello demo�cratico che raggruppa 18 partiti; un sondaggio che gli assegna il 43 per cento del voto contro il 23 di Milosevic; un consenso ge�nerale che fa oggi di lui il più conosciuto degli scono�sciuti, il candidato unico dell'opposizione, il vero op�positore credibile, l'antimilosevic più temuto e più odiato dalla famiglia Milo�sevic. Quale è la cifra ideologi�ca dell'audace miracolato che ha osato affrontare di petto un dittatore su cui grava, perfino, il sospetto di aver fatto eliminare vec�chi amici e complici che sapevano e parlavano trop�po? Kostunica si definisce «nazionalista moderato al�la de Gaulle». La sua linea appare sinuosa e insidiosa, penetra nel labirinto dei sentimenti e dei risentimen�ti serbi, evita di esporre il cartello di cui è il leader riconosciuto all'accusa di «filoatlantismo» e di «tradi�mento della patria». Quan�do nella campagna elettora�le è andato a sfidare Milose�vic a Mitrovica, ultimo fu�rente caposaldo serbo del Kosovo, il pubblico inferoci�to lo ha accolto con un'Intifada di sassi e pomodori marci; ma Kostunica non ha voluto farsi proteggere dai militari francesi, pre�senti nel luogo come forza Nato, anzi, aggredito e san�guinante, ha accentuato la polemica contro i bombar�damenti e i comportamenti degli eserciti atlantici nella regione. Ha anche aggiunto che egli non riconosce il tribunale dell'Aia per i cri�mini di guerra e che, se diventasse Presidente, non Consegnerebbe mai il «cri�minale» Milosevic al procu�ratore Carla Del Ponte. Accorto nazionalista, dunque, nel distanziarsi dall'Occidente e nell'evitare che la dura competizio�ne elettorale si tramuti in uno scontro perdente tra filoccidentali e antiocciden�tali. Ma altres�coraggioso moderato nel denunciare le malversazioni antidemo�cratiche e le sconfitte mili�tari di Milosevic, le tensio�ni col fraterno Montenegro che oggi non vota, la perdi�ta del Kosovo che ormai se ne infischia delle elezioni presidenziali di uno «Stato straniero». Naturalmente fra i capi d'imputazione non potevano mancare la denuncia del recente colpo anticostituzionale, con gli emendamenti che dovreb�bero garantire al tiranno la presidenza a vita, né l'ulti�mo tentativo miloseviciano di mettere fuori legge l'op�posizione accusandola di voler installare un secondo governo jugoslavo, appog�giato dalle potenze occiden�tali, nella capitale montenegrina. La corposità del consen�so popolare che la doppia strategia di Kostunica, na�zionale e liberale, ha raccol�to e raccoglie in tanta parte della Serbia e del Montene�gro ha letteralmente stordi�to e spiazzato Milosevic. E' certo che egli, pur di conser�vare il potere oltre la sca�denza del mandato presi�denziale, luglio 2001, ricor�rerà a tutti i mezzi leciti e illeciti. La violenza, l'astu�zia, la frode sono nelle corde del vecchio personag�gio pseudocarismatico. Ma la persistenza morale, l'abi�lità tattica, l'onestà e la modestia comportamentale sono nelle corde del nuovo personaggio anticarismati�co. Ultimo paradosso fra tan�ti paradossi. Si domanda, con qualche ragione, r«Economist»: «Dato che il si�gnor Kostunica è cos�osti�nato nella critica alla Nato, perché mai i governi occi�dentali ripongono tanta fi�ducia in lui?». Risposta: l'Occidente capisce che egli deve parlare da serbo ai serbi, ma al tempo stesso apprezza il suo impegno per la democrazia e la legge e il rifiuto di usare come arma politica l'odio etnico e il terrore. L'Occidente, con i serbi, anche quando li bombarda, resta pur sempre di manica larga. Speriamo che, con Kostunica, sia la volta giu�sta. Nazionalista moderato, cerca di sottrarsi all'accusa di fìloatlantismo e non riconosce il tribunale dell'Aia In novanta giorni ha creato un cartello democratico che raggruppa diciotto partiti e ha il consenso popolare Cacciato dall'Università per il suo anticonformismo non ha mai trescato con il potere come Draskovic e Djindjic Il leader dell'opposizione Vojislav Kostunica vota In un seggio di Belgrado. Per il regime di Milosevic si prospetta la concreta possìbiltà di una sconfìtta