Bombe all'uranio, 112 i luoghi avvelenati di R. R.

Bombe all'uranio, 112 i luoghi avvelenati Bombe all'uranio, 112 i luoghi avvelenati La Nato consegna all'Italia la mappa dei 51 mila proiettili ROMA Sono 112 i luoghi in Kosovo dove sono stati sparati i 31 mila proiettili all'uranio impo�verito dagli AIO. Ieri il sottose�gretario all'Ambiente Valerio Calzolaio ha reso nota la map�pa dei luoghi consegnata dalla Nato all'Qnu e esposta al go�verno italiano due sere fa in una riunione a Ginevra della commissione internazionale che si occupa del caso. Si tratta dell'area occidentale dell'autostrada Pec DakovicaPrizren, dei sobborghi di Klina e Prizren e dell'arca a Nord della strada Suva-Reka-Urosevac, tutte zone di competenza italiana. «Ora che abbiamo la mappa ha spiegato il sottosegretario Calzolaio sarà possibile fare i monitoraggi in loco. Ci dovre�mo coordinare anche con la Serbia, perché i proiettili al�l'uranio impoverito sono stati usati anche in quel Paese». Il monitoraggio dovrà essere compiuto da una missione in�ternazionale. Se invece doves�se farlo l'Italia, avrà bisogno di una delega, ha precisato il sottosegretario. Da giorni corrono voci se�condo cui il governo sarebbe a conoscenza da marzo della presenza della sostanza tossi�ca, si dice anche che due soldati sarebbero stati rimpa�triati perché colpiti da leuce�mia. Ieri il Polo è tornato all'attacco sull'argomento. Giuseppe Del Barone, respon�sabile Sanità del Ccd, ha chie�sto perché mai il governo «tace sull'uranio impoverito in Kosovo» e ha accusato i responsabili dell'esecutivo, perché «è veramente grave che dinanzi a notizie reiterata�mente apparse sulla stampa il Ministero della Difesa non abbia sentito la necessità di dare spiegazioni». Il governo ha risposto ieri. Il sottosegretario Calzolaio ha sottolineato che le voci non devono essere «né sottovaluta�te, né sminuite. Sarà bene fare una verifica attenta sulle pos�sibili patologie e sulle malat�tie che possono aver contrat�to. Non ci deve essere alcuna minimizzazione del problema anche se allo stato delle cono�scenze attuali non risulta nul�la». Il comando italiano della Kfor ha smentito in serata il rientro di due soldati. «Per noi non è cambiato nulla rispetto alla posizione dei giorni scorsi ha spiegato il colonnello Gianfranco Scalas, portavoce del comando a Pec -. Ribadia�mo che nessun soldato italia�no da gennaio a oggi, e nean�che in precedenza, è stato rimpatriato perché affetto da leucemia». Segni di contaminazione, se�condo l'ufficiale, sarebbero stati riscontrati soltanto su eventuali obiettivi colpiti con proiettili a uranio impoverito, cosa che nell'area di competen�za della brigata italiana non è accaduta, assicura. Identica smentita è giunta da Antonino Intelisano, procuratore milita�re di Roma, che ha precisato: «Il monitoraggio giudiziario già aperto dal 29 gennaio scor�so costituisce un atto dovuto in relazione a segnalazioni in ambito intemazionale su pos�sibili rischi di contaminazione nucleare in Kosovo». Gli accertamenti della Pro�cura sono stati resi necessari dalla segnalazione da parte dei familiari di un militare impegnato in Bosnia (non in Kosovo) della presenza di un caso di leucemia per motivi di servizio. In ogni caso, secondo Giu�seppe Onufrio, consigliere deil'Anpa, l'Agenzia nazionale per l'ambiente che ha studiato per conto del Ministero gli effetti della sostanza sui solda�ti e sui residenti nella zona, «non c'è relazione tra contami�nazione di uranio, eventuali leucemie e la cosiddetta sìn�drome del golfo. Le due cose non sono correlabili». [r. r.]

Persone citate: Antonino Intelisano, Calzolaio, Gianfranco Scalas, Onufrio, Valerio Calzolaio