Gli studienti scortano il prof.

Gli studienti scortano il prof. PROTESTE E INTERROGATIVI A VERONA DOPO ^AGGRESSIONE Gli studienti scortano il prof. Quelli del Fronte Vèneto: non siamo stati noi Fabiq Potetti inviato a VERONA A parte questi venti studen�ti con le facce pulite, i fiori e i pasticcini sotto la casa del professore aggredito due sere fa da tre coi caschi che gli han gridato sporco ebreo, a parte gli altri trenta su quattro�cento studenti che sono rimasti al liceo Sebastiano Maffei per l'assemblea e la fiaccolata di domani sera, «silenziosa perchè non vogliamo strumentalizza�zioni», «perchè anche a destra sono contro la violenza e il razzismo». A parte quella valanga di parole di sempre che scivolano dai comunicati ufficiali, con il sindaco polista Michela Sironi Marietti che giura «Verona non è razzista, è un fatto grave ma non amplifichiamolo, poteva ac�cadere ovunque», sono in pochi ad essere davvero colpiti dal�l'aggressione all'insegnante di religiona. Uno è il magistrato Guido Papalia, che sulla scriva�nia ha questa inchiesta e altre trenta per casi di razzismo: «Ci vorrebbero reazioni più efficaci di condanna. Mi sembra che il silenzio della città a volte rasen�ti l'indifferenza. E questa può essere presa per una tacita approvazione, ma Verona non è solo quella che emerge dalle nostre inchieste». L'altro davvero preoccupato si cluama Alessandro, ha trentacinque anni e in negozio tra le iole e le camicie, ha una sua bto dietro allo.striscione del «Veneto Fronte Skinheads», scattata due settimane fa a Cemobbio al vertice dei grandi dell'economia e della finanza, quando in cento si erano messi a gridare Juden raus: «Primo, gridavano solo i ragazzini. Che a noi interessa di più la globaliz�zazione. Secondo, stanno cer�cando di tirarci in mazzo in ogni modo, ma pare possibile che ci mettiamo a far casino con un insegnante di religione, a neanche una settimana dal processo contro di noi, proprio qui a Verona? Ci attaccano perchè siamo fuori dal coro, perchè siamo contro al siste�ma...». Racconta che i ne^ri gli en�trano in negozio e mettono le mani dappertutto e lui non può far niente: «Perchè se no dicono che sono razzista». Racconta soprattutto che gli Skinheads non c'entrano niente con l'ag�gressione al professore, fosse solo per una questione di impro�babile onore: «Noi certe vigliac�cate non le facciamo. Non ci metteremmo mai in tre contro uno solo. Vogliono farci fuori, c'è un clima pesantissimo a Verona e non solo contro di noi...». Più che un clima nella città della Fiera Agricola, dell'econo�mia del Nord Est che da sempre ha una marcia in più, del cattoli�cesimo integralista che ogni domenica mattina si trova alla chiesa di Santa Toscana per la messa in latino, dei Seguaci di Cristo Re che con gli articoli di giornale hanno composto una ettera minatoria che hanno inviato al professor Marsiglia, più che un clima, a fare la storia di Verona ci sono una sequela di episodi che partono da lonta�no. Dalla metà degli anni '80 quando due ragazzini biondi, Wolfgang Abel e Marco Furlan, in nome di Ludwig ammazzava�no e incendiavano discoteche. A tre anni fa quando i tifosi del Verona hanno impiccato allo stadio un manichino nero, per protestare contro il calcio mer�cato aperto agli extracomunita�ri e poi sono stati tutti assolti, malgrado la legge Mancino che condanna l'odio razziale, per�chè secondo il Tribunale non era certa la loro identità. O a un mese fa, quando un consigliere di quartiere di An è finito in carcere e poi agli arresti domiciliari per aver pre�so a bastonate un autobus che trasportava alcuni negri, brac�cia da lavoro per un'economia fatta di piccole aziende e niente regole. O ad agosto, quando il professor Marsiglia, che dove�va essere riconfermato come insegnante del liceo Maffei, si è sentito dire no dalla curia per�chè due genitori di studenti di famiglie molto in vista in città, non amavano che lui parlasse della Shoah in classe, che por�tasse gli studenti a Dachau a vedere il posto dove insieme ad altri milioni erano stati ammaz�zati anche i suoi nonni. Anche se oggi dalla curia dicono che non sono mai arrivate «minac�ce o pressioni contro il professo�re», che insiste a voler rimane�re a Verona a «continuare la mia battaglia» questa volta pu�re con la scorta dei ragazzi della sua scuola. E allora per adesso, in una città più interes�sata agli sdiei e all'oro sotto forma di medaglia olimpionica, non rimangono che le parole del sindaco di Forza Italia: «Verona paga con un episodio gravissimo l'estremo disagio che vivono tutte le città del Nord». E poi rimangono la fiac�colata di venerd�sera e la diretta Rai di fine mese quando gli studenti parleranno di razzi�smo. Un pò di riflettori accesi fino al prossimo caso, in una città che sulle divisioni, fossero anche i Montecchi e i Capuleti di Romeo e Giulietta, ha fatto la sua storia.

Persone citate: Capuleti, Guido Papalia, Maffei, Mancino, Marco Furlan, Michela Sironi, Montecchi, Sebastiano Maffei, Wolfgang Abel