Porta Pia, il giorno dell'orgoglio anticlericale
Porta Pia, il giorno dell'orgoglio anticlericale Porta Pia, il giorno dell'orgoglio anticlericale Manifestano i radicali. Ppi e Ccd: insensati attacchi alla Chiesa Aldo Cazzullo ROMA Chi tra i 500 mila stranieri presenti ieri a Roma (valutazio�ne dell'assessorato al Turismo) sia passato verso le 11 del mattino davanti alla chiesa del Corpus Domini, tra bandiere e doppipetti, e quindi davanti a Porta Pia, dove trecento irrego�lari tra ebrei, massoni, gay, radicali e seguaci della religio�ne raeliana tentavano di sovra�stare i clacson degli automobili�sti .infuriati, avrà certo pensato di aver assistito prima alla cele�brazione della liberazione della capitale e del compimento del�l'unità d'Italia, e poi alla contro�manifestazione. Era vero il con�tràrio: nella chiesa sulla Nomentana il movimento cattoli�co «Militia Christi» ricordava «l'uccisione dei soldati del Papa da parte delle truppe dello Stato liberalmassonico sabaudo». A Porta Pia si suonava invece la fanfara dei bersaglieri, al fine di risollevare «i politici genuflessi di fronte al Vaticano», come ha detto Emma Bonino. Pochi, e divisi. I mazziniani hanno manifestato alle 10, in tutta fretta per non incrociare i radicali. Regione, Comune e Pro�vincia (il cui presidente, Silva�no Moffa, tre settimane fa ave�va pregato con il principe Ruspoli davanti alla bandiera pon�tificia sforacchiata dai proietti�li sabaudi) hanno mandato una corona. Alla fine il centotrentesimo anniversario del ricon�giungimento di Roma all'Italia sarebbe passato nel silenzio, se non fosse stato per Pannella, abbronzato e in gran forma, che ha parlato per un'ora evocando Emesto Rossi e Altiero Spinelli, Tommaso Campanella e Giorda�no Bruno, Salvemini e Bemanos, Mounier e Giansenio, Mari�tain e il cardinal Ferrari, Croce e Giovanni Paolo II («Lo amo, e lui lo sa, ma mi batto contro gli atteggiamenti mondani e blasfe�mi della chiesa»). Sotto il palco, rarissimi 33 giri con brani di discorsi di Emesto Rossi, fotoco�pie della lettera di adesione di Garibaldi all'Associazione anti�clericale, due camicie rosse del�l'Associazione Anita Garibaldi, tre kippah. E poi: cartello «No a Pio IX, no a Bossi, no a Rutelli»; striscione («Scrocifìggiamo l'Ita�lia») dell'Unione atei agnostici razionalisti che il mese prossi�mo lancerà nella bianca Cuneo la campagna per togliere i croci�fissi dagli uffici pubblici; dépliant con sintesi del «messag�gio degli elohim sulle nostre origini extraterrestri»; segni dell'ennesima mutazione radi�cale (le bandiere con il nome del sito Internet www.radicalparty.org); drappo arcobaleno re�taggio del Gay Bride. Tra il pubbhco, relatori del convegno «Una provocazione inaccettabi�le: il Risorgimento da riscrive�re», tre generazioni di radicali Stanzani, Spedacela, Cappato, Teodori, Melimi, Capezzone -, Biondi di Forza Italia, Basini di An, Antinori della Usta Antinori. Il più a sinistra, almeno secondo la topografia di Monte�citorio, è Federico Orlando, ex condirettore del Giornale montanelhano (poi arriverà, con un'ora e mezza di ritardo ma salvato dalla facondia di Pannel�la, ancheLuigi Manconi). Sul palco, il gran maestro Gustavo Raffi («le scuole devono forma�re una generazione di ribelli») in cravatta con piccoli compas�si prodotta dalla ditta Recali di Prato, «specializzata in gadget massonici», solidarizza con il presidente onorario dell'Arcigay Franco Grillini («ma perché Bossi ce l'ha tanto con noi?»), Arnoldo Foà denuncia la sotto�missione della politica alla reli�gione, Riccardo Pacifici, consi�gliere per le relazioni esteme della comunità ebraica di Ro�ma, solidarizza con i musulma�ni dopo l'altolà del cardinale Biffi. Tanto basta per suscitare la reazione dei politici cattolici. Il segretario Ppi Castagnetti parla di «insensati e obsoleti attacchi alla Chiesa», il capogruppo del Ccd alla Camera Follini d�«ini�ziativa anacronistica», Pedrizzi di An paragona i manifestanti «al giapponese che non si è accorto che la guerra è finita». Sull'altro fronte, sedici parla�mentari Ds, Verdi e comunisti scrivono ad Amato e a Rutelli segnalando «pericolosi campa�nelli d'allarme per quanti riten�gono che lo Stato democratico non possa essere uno Stato etico», e Lucio Colletti di Forza Italia avverte che «è in giocò l'autonomia dello Stato italia�no».
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