Il dolore porta a Nomadelfia

Il dolore porta a NomadelfiaIl dolore porta a Nomadelfia La parabola di Nini Pirelli: morto prematuramente il marito, divenne un pilastro della città di don Zeno ATKOCE ò l'espririenza del distacco dalla persona amata: quando poco più che trentenne Nini Pirelli perde il marito in un incidento aiiiomobiiistico si trova a fissare e tutto d'un colpo il volto tragico della vita. L'iiroparalrìlita della perdita. Primogenita di Alberto Pirelli o di Ludovica Zambelotti (dopo di lei giungeranno Elena, Giovanni e, il più giovano dei quattro, Leopoldo, nato nel 102SI questa giovano fanciulla in fiore dell'alta borghesia ambro�siana ha vissuto, fino a quel 3 gennaio 1947 in cui Lucio Albertoni di Val d�Scalve ai schianta sull'autostrada, un'esistenza pri�vilegiata. Nata noi 1915 è cresciu la immorsa in riti e abitudini d�una vita che sombra già appmhluta per riempire i capìtoli d�una nnstalgica novocazìone dedicata a 11'irresistibile ascesa, nei primi decenni del secolo, del ristretto bouquet dolio grandi dinastie in�dustriali milanesi. Quelle che tranne poche occozioni conosce�ranno olire alle orgogliose inerpi�cato dei fondatori e le scrupoloso camminale in quota dei primi (liscoiidoiiti anche i rovinosi sci�voloni che alla terza, alla quarta generazione, ridimensioneran�no, o addirittura cancolleranno, il loro ruolo d�primattori nelle vicende del Paese. Famiglie i onnquella dei Pirelli, appunto, o dei De Angeli, dei Folk, dei Riva che uno sguardo intelligenti! e partecipe come quello di un altro gigante doirindustrializzaziono italiana, Elloro Conti, descrive nel suo diario, proprio all'inizio dol secolo. Parlandod�Giiinbatiisla Pirel�li, Conti scrìvo: "Dove tulio al suo lavoro, essendo nato da famiglia iiiodosiìssinia: ma non è soltanto uri grando industrialo; ò un signo�re in tutta l'estensione del lonnimv,.. Sari» lacile ai duo giovani l'ìrelli, i'ioro a Alberto, dall'aria iiiolto intelligente, formarsi sul modello del padre in un ambien�te di questa falla". Tutto nel train de vie della famiglia in cui la primogenita di Alberto Pirelli viene cresciuta è comme il faut. La casa? E' nell'isolato, allora ancora parzialmente appartalo dalla città, in cui adesso sorae il Pirellone: immerso nel giardino c'è l'edificio della "casa grande" dove abitano i nonni mentre nel�la "casa pìccola" sta la famìglia di Alberto. Al primo piano vivono i genitori mentre al secondo i quat�tro figli e le "mademoiselles" che li accudiscono. L'istruzione? Per le ragazze è ovviamente impartita in cosa: prima dalla tata svizzera e poi, un po' più grandi, da Mario ApolIonio, docente della Cattolica e da sempre legato alla famiglia. La formazione delie fanciulle non scorda di corto regolari presenze nel palco di famiglia alla Scala, vìsite a mostre d'arte, letture prudentemente guidale (in alcu�ni tosti lo pagine più scabrose vengono incollati;) Viaggi di stu�dio, sport, soggiorni periodici nel�le case di Veiate-, di Piove Ligure s�alternano con regolarità. Appena cresciutene lo "pirolline" partecipano all'atti vita carita�tiva di casa: nel padiglione a vetrate posto in fonao al giardino vengono confezionati, con regola�rità lombarda, i "pacchi per �poveri" elio la zio. Teresa Pirelli, vuole contengann indumenti e coperto di ottima qualità. Un'in�teressante interpretazione deil'evangelico precetto di donare "quod super est" ai più disagiati: dove super non è inteso come superfluo quanto per ciò che sta di sopra. Insomma, è di qualità superiore. Ovviamente, all'età giusta, giunge anche l'amore: per Nini è un giovane aristocratico trentenne dieci anni più di lei, dunque appassionato di cavalli. Lo famiglia Pirelli mette qualche freno, impone un distacco tra i due, memoro forse del detto se�condo cui la lontananza tra aman�ti agisce come il vento sul fuoco: spegne i piccoli focolai ma fa divampare quelli davvero gran�di. S'arriva ovviamente al lieto fine: un matrimonio da fiaba nel 1935 e subito una nidiata di quattro figlie. Intesa perfetta e le infelicità del mondo (pare che in quegli anni ce ne fossero parec�chie, tra guerre e persecuzioni razziali, miserie di moltitudini e violenze dittatorialìl lasciate al di là delle mura di cosa. Se lampi d'inquietudine saettano in que�sto idillico interno di famiglia giungono da Giovanni, il fratello più legato Nini. Illuminano le crudezze della realtà circostante, cuellc che il terzogenito dei figli di Alberto PiroUi conoscerà pri�ma con le sue esperienze militari e nella Resistenza e quindi attra�verso l'impegno politico e cultu�rale (sua la cura editoriale delle "Lettere dei condannati a morte della Resistenza" uscita nel '52 da Einaudi I e il prezioso lavoro di scrittura ("L'altro elemento", "A proposito di una macchina" e altri testi ancora). "E' stato solo per non farvi male/che non vi ho detto mai/ com'ero morta an�ch'io...": anche Nini s'affida alla scrittura per lenire un dolore insopportabile. Alla morte del marito tiene per sette mesi un diario, non ancora pubblicato per intero: "un tormentarsi con un bisturi affilatissimo e crudele. Per dire me�glio. Dire ancora. Quando invece scrive la sua biografa Carla Maria Casanova nell'afiettuoso saggio dedicato a Nini Pirelli e al sub rapporto con Nomadelfià non vorrebbe aver detto, perché quelle che dice sono cose terribi�li". Poi arriva la scelta: Nomadel�fià, appunto. La città, che racco�glie ragazzi sbandati dalla guer�ra, voluta da don Zeno Saltini nell'ex campo di concentramen�to di Fossoli. Una realtà quella di Nomadelfià che, negli anni del dopoguerra e dei primi Anni Cin�quanta, calamita attenzione, im�pegno ma anche ostilità che rendono sempre più arduo supe�rare gli ostacoli. Nini Alberloni Pirelli diventa di Nomadelfià uno dei pilastri centrali: non solo per il rilevantissimo apporto eco�nomico (un terzo del suo patrimo�nio finisce lì, a sonore i bilanci sempre deficitari di don Zeno) ma per l'infaticabile tessitura di rapporti, aiuti, solidarietà che anno dopo anno riesce a dispiega�re e che Carlo Maria Casanova ricostruisce con precisione, Poi, (piasi lo fatica l'avesse stremata, s'allontana a poco a poco da don Zeno. E' quasi un prepararsi al distacco che, a soli cmquantacinque anni, la porta via. Da quella vita prima cosi lieve, e poi cosi tragica, cheleggera ha attraversa�to. Don Zeno Saltini, fondatore della comunità di Nomadelfià QALEGGERE Cada Maria Casanova, Maria Giovanna Albertoni Pirelli Nomaddfia Vien.iep'ierre'-daioni. Milano 2000 Giovanni Pirelli L'altro elemento. Quart ro romanzi Einaudieditore. Torino 1965

Luoghi citati: Milano, Quart, Torino