Federalismo, non c'è l'accordo fra i Poli di Fabio Martini

Federalismo, non c'è l'accordo fra i Poli Federalismo, non c'è l'accordo fra i Poli L'Ulivo vota da solo e pensa a un contro-referendum Fabio Martini ROMA Sui refei-endum pro-devolution vo�lano parole pesantissime tra mag�gioranza ed opposizione (Mussi a Formigoni: «Imbroglione!» Formi�goni a Mussi: «Lingua slegata dal cervello!»), ma una scaramuccia spunta anche dentro la Casa delle libertà, con una persìstente pole�mica tra Lega ed An sui poteri di Roma-Capitale. In questo clima infuocato, proprio oggi la parola passa Ed Parlamento: lo stralcio d�riforma federalista arriva oggi al�l'esame dell'aula di Montecitorio in prima lettura. Per tutta la giornata di ieri tra �due schiera�menti sono proseguiti �negoziati per arrivare ad un testo che, bene o male, porsa soddisfare �due polì. Una forte spìnta affinché si arrivi comunque ad una prima riforma è venuta ieri dai vertici di Regioni, Province e Comuni: i capigruppo di maggioranza hanno recepito «al 90 per cento» le loro istanze, ma il centro-destra tiene duro («Una rìformetta non servi�rebbe a niente», dice il forzista Beppe Pisanu) e la Lega s�prepara alle barricate. Al di là del merito, infatti, la partita è ancora una volta tutta politica, tanto più che oramai mancano pochi mesi alle elezioni: l'Ulivo vorrebbe dimostrare di aver trainato l'opposizione nel�l'approvazione d�una prima rifor�ma federalista, mentre il centro�destra persegue un disegno oppo�sto, dimostrando che il «vero» federalismo può spuntare soltan�to sull'onda dei referendum prodevolution. La Casa delle libertà ritiene di poter contare su un'ar�ma importante. Le leggi d�rifor�ma costituzionale hanno un iter più complesso, due letture per ciascuna Camera e soprattutto serve una maggioranza qualifica�ta (�due terzi) per evitare di sottoporre la legge a referendum confermativo. Eppure, sotto trac�cia, potrebbe essere proprio que�sta l'arma segreta dell'Ulivo. Per ora nel centrosinistra se ne è parlato soltanto informalmente, non è stata ancora presa una decisione definitiva, ma la maggio�ranza potrebbe decìdere d�andare avanti da sola, votando a maggio�ranza assoluta la riforma federali�sta. E cos�s�potrebbe arrivare ad uno scontro tra referendum: da una parte quelli consultivi propo�sti da Formigoni e sostenuti dalla Casa delle libertà, dall'altra i refe�rendum costituzionali e vincolan�ti sostenuti dall'Ulivo. Uno scena�rio senza precedenti, a suo modo clamoroso che, se divenisse espli�cito, potrebbe cambiare la partila. Certo, il progetto d�riforma costituzionale parte in un clima diffìcile: ieri u capogruppo dei deputati Ds Fabio Mussi e il presi�dente della Regione Lombardia Roberto Formigoni s�sono scam�biati fragorosi schiaffi polemici, Per primo ha colpito il presidente Ds: «Sarebbe dissennato che per qualche ragione polìtica s�perdes�se l'occasione di fare ora quella riforma federalista che può con�sentire alle regioni di operare subito in un nuovo quadro di poteri e risorse». Ma per Mussi il vero obiettivo dell'opposizione ò quello di «rinviare tra un anno, sulla base dei referendum, quello che può essere fatto ora», «un imbroglio per gli elettori». Per questo motivo, «Formigoni è un imbroglione e la Lega con lui!». La replica del presidepte della Regio�ne Lombardia non si è fatta atten�dere: «Agli insulti di Mussi non vale mai la pena di rispondere perché è un uomo la cui lingua è scollegala dal cervello. Ma stavol�ta è diverso: con questo atteggia�mento sprezzante. Mussi su affos�sando la rìformetta federalista». Ma anche la Casa delle libertà ha le sue piccole rogne. Al presi�dente della Regione Lazio France�sco Storace che aveva proposto uno status speciale per Roma nell'ambito di un ordinamento federalista, l'ex ministro leghista Giancarlo Pagliarini aveva replica�to: «Se Starace continua cosi, si mette fuori da An. perché Fini ha firmato con noi 1 accordo sulla devolution. Se lui sospende il giu�dìzio, cambi partito!». Storace gli replica orai: «Mai e poi mai avrei potuto immaginare che l'accordo del Polo con la Lega potesse esten�dersi alla presidenza della com�missione di disciplina di Alleanza nazionale...». E intanto i presiden�ti delle Regioni spìngono perché il Parlamento dia un segnale: «Biso�gna tenere distinti i livelli di discussione relativi alla riformastralcio ed al referendum consulti�vo dice il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, l'emilia�no Vasco Errani il vero processo di riforma, come dice il Capo dello Stato, deve essere parlamentare». Mussi: «Formigoni? E' un imbroglione» La replica: «Lingua slegata dal cervello»

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