«Bossi, ma perché ci chiami sporcaccioni?»

«Bossi, ma perché ci chiami sporcaccioni?» «Bossi, ma perché ci chiami sporcaccioni?» Lamarezza di un leghista: sono gay e lavoro alla «Padania» personaggio Giovanni Ccrrutl MILANO ~ MA cosa ne sa? Chi eli ha messo in lesta quelle ideo e quelle parole? E pensare che nelle giornate del 'Gay pride", tra tutti �big della casa delle Libertà era stato il più moderato, laico corno sempre, quasi compren�sivo.,.», Hoherto, da qualche gior�no, avrebbe una gran voglia d�alzarsi dalla sua scrivania, uscire dalla redazione dolla «Padania», salire al secondo piano o chiedere a Maura, la seerctaria, un appuntamonto con il signor sogroturio federale Umberto Bossi. «Co l'ho, ma finisco che mo la tengo». E finirà, più si che no, con Roberto Schono, 46 anni, vico-caposervizio alle pagine della cultura, cho darà le (limissioni. Addio «Padania», addio amici della Lega. «Come farci a passare corti articoli, a titolare da trucido sugli "sporcoccioni"?». Forse 6 davvero il momon�lo di andarsene, o Roberto avrà più tempo per «Guitlomagazino» o «Prido», i duo mensili gay che dirige. «Fino a qualche sotlimana fa non l'avrei mai immaginato, mi aveva�no appena promosso». lUiberto Schena non ha mai avuto la tessera della Lega. «Ma ci conosciamo da anni, da quando collaboravo al "Giornale" e poi airindipondento" d�Feltri. Ho par�tecipato alla fondazione della "Pa�dania" e mi sono sempre sentito uno di loro». Non si è mai nascosto e non ha mai avuto bisogno d�«outing». «Sono (}ay come altri collaboratori del giornale e parec�chi militanti della Lega». Alcuni una volta famosi. S�è sempre sentito uno di loro, un leghista gay cho subisco il colodurismo corno una goliardata. «Ma dalla fine di agosto...». Ecco, dalla fine di ago�sto, ora un comizio a Varese, Bossi comincia a parlare di gay, coppie gay cho vogliono adottare bambi�ni, «lobby massonico-giacobino» che lo vorrebbero permettere, fa�miglie certe e (ig i corti, giù le mani dai bambini e tutto il reperto�rio dell'altro giorno a Venezia. «Sono rimasto stupito. E' vero che dico di non aver nulla contro i gay, ma allora come oggi continuo a pensare che Bossi non conosca il problema». A Giuseppe Baiocchi, il diretto�re, ha chiesto di pubblicare un suo articolo. Verrà accontentato, s�capisce, ma accanto ci sarà l'opi�nione contraria, cioè quella hossiuna. «Questo dell'adozione per le coppie gay é un problema che in Italia non esiste, o anche la risolu�zione del Consiglio d'Europa che fa imbestialirò Bossi ne accenna appena di sfuggita. E allora perché questa impennata, perché abitare fantasmi, perché questi toni ingiu�stificati, demagogici, da rincorsa al poggio?». Il povero Roberto, in questi giorni, vaga per la redazio�ne con i suoi dubbi: «Contìnuo a domandarmi cosa devo fare e pur�troppo sento arrivare un'aria che non mi piace». Salire da Bossi? Meglio ai no. «I* vedo tutti i giorni, anche se non ho confidenza con luì. Penso elio sappia di me, qui lo sa anche la signora delle pulizie». Saprebbe cosa dire: «Quela dello adozioni ai gay non è una questione all'ordine dol giorno, non se n'è mai parlato né scritto. Purché queste forzature?». Non sale da Bossi, dice, per rispotto. «E' un segretario polìtico e avrà ben meditato su questa svol�ta». Lo conosce, conosce la Lega e sa quale può essere la risposta: «Si avvicinano le elezioni e nella Casa delle Libertà c'è il problema dei voti da conquistare. Mi pare che questa svolui possa essere un avvi�cinamento alle posizioni di Alleanza Nazionale, uno scivolare su posi�zioni estreme. Io teme una deriva a destra, ed è proprio questa l'aria che non mi piace. Le idee del federalismo dovrebbero passare nei due schieramenti delia politica, ma Bossi ha decìso d�pescare in una direzione sola. Mi domando auant�voti può portare questa domagogia anti-gay, ma debbo do�mandarmi anche quanti ne fa per�dere. Bossi a Venezia ha usato toni molto duri, ha detto "sporcaccioni", viene evocata una cultura morali�sta che oggi può colpire i radicali o un RuteluT e domani chiunque. Va bene l'avvicinamento al Vaticano, ma qui siamo solo tra il cardinale Biffi e monsignor Lefevre». Come dice Giuseppe Baiocchi, il direttore della "Padania", «i compor�tamenti sessuali sono un fatto per�sonale e occuparsene è violazione della privacy». Né Schena né altri hanno mai avuto problemi, assicu�rano. I gay, nella Lega, avevano anche il loro gruppo: il «Libero Orientamento sessuale padano», detti «Los Padania». «Con una lette�re mi avevano chiesto il riconosci�mento da parte del governo della Padania ricorda Roberto Maroni-, ma poi non s�sono fatti più senti�re». Per forza, se n'erano andati con la scissione veneta d�Fabrizio Comencini. A sera, quando il direttore ha decìso di non dar spazio alle intemerate di Bossi sulle coppie gay e le adozioni, Roberto Schena è ancora li con le sue angosce. «E pensare che per il "Gay Pnde ", sulla mia rivista, avevo scntto che Bossi è il leader più laico che ci sia, uno che rispetta, che non entra nella vita degli altri». Ora che è entrato in quella dei gay padani Roberto ha troppa voglia di andarsene. «Che ci sto a fare, qui?». 3 Eppure, davanti al «gay pride» era stato il leader più laico... Forse non conosce il problema, forse cerca voti a destra. Ma a me, adesso, non restano che le dimissioni \ Umberto BosìI legge la Padania poco prima di iniziare il suo comizio alla manifestazione dell'altro ieri a Riva degli Schiavoni. a Venezia

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