Cdombia, un angoscioso silenzio dei rapinatori dei tre tecnici italiani
Cdombia, un angoscioso silenzio dei rapinatori dei tre tecnici italiani Cdombia, un angoscioso silenzio dei rapinatori dei tre tecnici italiani Brunella Giovara MILANO «La nostra speranza è che i guerri�glieri trattino bene i nostri cari, e che ci facciano avere il messaggio che sono vivi». Ma dalla Colombia arriva solo silenzio: nessuna noti�zia dei tra tecnici italiani rapiti molto probabilmente da uomini dell'Esercito di liberazione nazio�nale lEln). Claudio Cellario, Pietro Bocchiola e Claudio Izzia sono scom�parsi due giorni fa durante il tragitto che ogni giomo facevano dal loro albero di MedelUn capitale del narcotrafllco intema�zionale a Rio Negro, sede di. uno stabilimento per la produzione di dolciumi dove lavoravano da cir�ca due settimane. Cellario e Bocchiola sono dipen�denti dell'azienda italiana «Carle BMontanari», produttrice di mac�chine per l'industria alimentare e soprattutto dolciaria. Izzia invece è un collaboratore elettricista. I tre erano partiti a bordo di un taxi che ogni mattina li prelevava in albergo e li portava a destinazio�ne. Sono stati fermati ad un falso posto di blocco da uomini armati, ha raccontato poi alla polizia loca�le l'autista del taxi, José Nicanor Garzón. E portati via, rapiti quasi sicuramente a scopo di estorsio�ne, in un'azione di autofinanzia�mento tipica dei guerriglieri. Nessuna richiesta di riscatto, al momento. Lo ha spiegato l'am�basciatore italiano m Colombia, Felice Scauso: «Per ora non ci sono novità. Le indagini sono in còrso, io sono in continuo c&ntatto Coti la polizia di Bogotà, l'eserci�to e il ministero degli Esteri. Che io sappia, al momento dai seque�stratori non è ancora arrivata alcuna richiesta di riscatto». Secondo l'ambasciatore il ruo�lo dell'Eln in questa vicenda «è solo una delle ipotesi fatte dagli investigatori. Ma non è escluso che i responsabili possano appar�tenere ad altri gruppi». Sui tempi di rilascio Scauso è cauto: «Ci sono casi che si risolvono breve�mente, ma anche altri che posso�no durare più a lungo. Dipende dai sequestratori». L'ambasciato�re non sapeva della presenza dei tre tecnici a Medeliin : «Se l'avessi�mo saputo avremmo potuto forni�re alcuni consigli pòsalvaguarda�re la loro incolumità». A Rozzano, hinterland milane�se, Davide Bocchiola aspetta assie�me alla mamma Marianna e al fratello Antonio notizie del papà: «L'ultima volta che ci ha telefona�to era mercoledì, e sembrava abba�stanza tranquillo. Ha chiesto a mia madre come stavamo, ha raccontato un po' del lavoro: la fabbrica dei cioccolatini, che rag�giungevano ogni mattina in taxi». Ma Pietro Bocchiola non era proprio tranquillo: «Ci aveva rac�contato che i posti che vedeva non bii sembravano tanto sicuri. Pro�babilmente non gli piaceva gran�ché, stare in quella zona. Ha sempre viaggiato molto, ma so-prattutto in Europa. Questa era la prima trasferta in Sud America, e in im Paese a rischio». Le famiglie Bocchiola, Izzia e Cellario aspettano notizie, che ar�rivano loro dalla «Carle fr Montar nari». Enrico Massimo Carle è direttore generale dell'azienda e presidente dell'Anima, l'associa�zione degli industriali dei macchi�nari alimentari. Spiega: «Siamo in contatto permanente con l'unità di crisi della Farnesina e con l'ambasciata italiana a Bogota. Ma come avviene abitualmente in questi casi di rapimenti di stranie�ri, i primi contatti da parte dei rapitori non sono mai immediati». Carle è convinto che non si tratti «di un'azione mirata. Questi gruppi, che si tratti di guerriglieri o di criminalità comune, tengono normalmente sotto controllo gli stranieri in Colombia, ed entrano in azione quando ne hanno l'op�portunità». Purtroppo «queste vi�cende di solilo vanno per le lun�ghe. Ma ci conforta il fatto che non viene mai fatto del male ai rapiti, quando avvengono seque�stri come questo». «Noi finora non sapevamo nien�te di guerriglia e di rapimenti dice Davide Bocchiola Vogliamo solo che nostro padre tomi a casa». L'ambasciatore a Bogota II figlio di un sequestrato «Non sapevo che fossero qui «Papà ci aveva detto che i li avrei invitati alla prudenza» posto gli sembrava insicuro» Una recente dimostrazione nella capitale colombiana di bambini che chiedevano negoiiati di pace tra governo e ribelli
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