Devolution alla lombarda, anche il Polo diviso

Devolution alla lombarda, anche il Polo diviso Devolution alla lombarda, anche il Polo diviso E l'Ulivo accusa: questa legge è una truffa ai cittadini Maria Térett MeH ^ ^ ROMA ,7. , Fa discuterti la clecimono d«l CfjnBigltu i^iunalt; lunibardu di Indi�re . i relttrondum sulla "devélatioii" All'interno disila str^w Cumi della Libarla quella scolta, seppur ufiicialinfiiite dife�sa o sosuniuta, ciaa qualchu porPlassila. Lo si capisca anche dalinsistenui con cui persunaggi come ^ìerl'erdinando Cosmi o tiianliajico tini ci tangono a sottulinaaie che l'ini/iativa non in�lacca l'uniia naziasnàte o dalla prudeni» del Cavaliere suU'urijotnenio. Il cenliobinislra si schiera aporUimsnte cóntro quella decisuine, ma ohi ul'ulttalure diverso. Nall'Ulivo c'ò chi defnuniziUi la M.rtii.i della Regione Lombardia, chi ((.ome Niccila Mancinol, pur oftìcundo, '.u^;ri it.o-di non usa�re toni .ipix-alii !.ii:i, e t.hi, bxfìno (è il i..iik) di Luciano Violante) rìcordA cho, comunque, il «roferen(lum è un dirìlto doi cittadini». Dunque, su questo tema, che divide e fa litigare, nemmeno i presidenti d�Camera e Senato la pensano allo stesso modo. Duello sulla "devolution" ò un dibattilo molto apro, tanto più che si svolge alla vigilia della discussione che si aprirà alla Ca�mera sul federabsmo. Martedì, infatti, arriva nell'aula di Monte�citorio la riforma federale. L'im�pressione è che quella legge non sia destinata a percorrere molta strada. Il capogruppo di Forza Italia Beppe Pisanu e netto: «Noi spiega presenteremo un pac�chetto d�emendamenti. Ma cre�do cho il centrosinistra vogUa faro solo una riformelta, giusto per piantare una bandierina in campagna elettorale e poter dire che è colpa nostra se sul federali�smo non s�è fatto niente. Noi vogliamo una riforma seria, altri�menti non so no parla». Insom�ma, la verità è che maggioranza e opposizione, nonostante lo elezio�ni non siano propriamente alle porto, sono già in campagna olottorale ed ò assai difltcìle che in questo duna giungano a un accor�do.-Anche perché por la Lega quello è un punto dirimente. Un cavallo d�battaglia che il Carroc�cio, che punta tutto sui referen�dum, non può abbandonare. Lo testimonia puro la dichiarazione rilasciata ieri dal presidente dol Consiglio ragionale veneto, il le�ghista Enrico Cavaliere, che ha attaccalo Enzo Ghigo, rompendo cosi l'apparento unanimità con cui pareva essersi conclusa, gio�ved�scorso, la Conferenza di Re�gioni, Provinco e Comuni, in vista dolla discussione parlamentare sulla rifonna federale. «Quello che ha fatto Ghigo ha sostenuto l'esponente del Carroccio ò un falso clamoroso: non c'è alcun parere favorevole da parte della Conferenza delle Regioni ed enti locaU sulla riforma federalista». E mentre nel Polo si fronteg�giano l'ala dura e quella morbida (a cui è più vicino il CavaUere, che però è in diflicoltà perché non vuole rompere con Bossi), il centrosinistra parte all'attacco della "devolution". Una «tnifla», per Arturo Parisi Un'iniziativa «pericolosa», a giudizio di Anto�nio Maccanico. Dello stesso avvi�so del ministro delle Riforme, ii leader dell'Udeur Clemente Ma�stella. I referendum? Una «prepo�tenza e una provocazione», secon�do il segretario Pp�Pierluigi Castagnetti. Un'operazione «eletto�rale», attraverso la quale Berlu�sconi paga a Bossi il prezzo del�l'accordo, per �diessini Vitali e Errani. «Federalismo fasullo», è l'opinione della presidente verde Froncescato che ai referendum lombardi contrappone il "federation day* del centrosinistra, da fissare dopo l'assemblea degli eletti del 14 ottobre. I referendum sulla "devolu�tion", secondo Mancino, rappre�sentano un'einìziativa strumen�tale», perché quei quesiti «divi�dono gli schieramenti politici mentre sono impegnati a cerca�re una convergenza in Parla�mento sulla riforma». Ma Vio�lante parla un linguaggio diver�so: quei referendum è l'opinio�ne del presidente della Camera potrebbero, al contrailo, essere uno stimolo alla rifonna. E' vero che nei quesiti «c'è poca chiarezza», però, sottolinea Vio�lante, «il referendum è un dirit�to dei cittadini» e come tale sempre positivo. Nel Polo, invece, c'è chi ap�plaude (il sindaco Alberimi, che dice: «Iniziativa legittima e op�portuna») e chi sembra giustincarsi. Dice infatti Fini: «1 timori sull'unità nazionale sono del tut�to infondati». Gli fa eco Casini: «La mina Lega è stata disinnesca�ta, non credo che il referendum sìa eversivo». Ma il presidente del Lazio, Francesco Storace, prende le distanze e chiede chia�rimenti alla Lega. Contro il cen�trodestra, e, nel contempo, con�tro il centrosinistra, Antonio Di Pietro. Secondo il senatore del Mugello quello che sta accaden�do e «solo una prova generale della grande campagna elettora�le che è cominciata, con il Polo all'attacco e la sinistra che fa catenaccio e non tiene conto dell'insostenibilità della propria posizione statalista».

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