Si volava in un cielo color vino

Si volava in un cielo color vino A BORDO Si volava in un cielo color vino VOLARE sul «Concorde» è (era?l un'esperienza privile�giata. Non perché si pasteg�gia a caviale e champagne e si arriva qualche ora prima, vantag�gio che anche una metropolitana tra il centro cittadino e l'aeropor�to può garantire, con minor di�spendio di denaro. E neppure perché il passeggero riceve un diploma che certifica l'avvenuto battesimo del volo a veloci�tà supersonica. Viag�giare sul «Con ^^ -r corde» è un'esperienza privilegiato perché dà l'impressione diifici mento esprimibile a parole di un tuffo nel futuro. Il grande display che in ogni istante indica la velocità, sempre oscillante in crociera tra 2 e 2,1 Mach, cioè oltre il doppio della velocità del suono, 2200 km/h, ha qualcosa di ipnotico, ti fa sentire nelle braccia di una tecnologia estrema. Ho volato sul «Concorde» da Parigi a Kourou, nella Guyana francese e ritomo, con scalo a Dakar. Quattro decolli e quattro atterraggi, una decina di ore in tutto. Ma il cielo color vino a 19 mila metri di quota, non lo dimen�ticherò più. Con i nove decimi dell'atmosfera sotto, la diffusione della luce è cos�limitata che il passeggero può farsi un'idea, sia pure vaga, di che cosa vedono gli astronauti in orbita sullo Shuttle. Ci sono anche altre sensazioni esclusive, benché non sempre pia�cevoli. L'eleganza del disegno del i «Concorde», nota a tulli ma anco�ra più evidente per chi vi sale e ne può godere da vicino, varcalo il porteilone si tramuta in uno spa�zio sacrificato, persino clauslrofohico. Sedili stretti e scomodi, oblò minuscoli che non consentono contemplazioni panoramiche. So�lo la breve permanenza a bordo rende accettabile quel disagio, appena temperato dal servizio sofisticalo e dal borsello con un set da toeletta distribuito a fine volo. Non mancano neppure se�gni di usura: i «Concorde» in esercizio sono sempre gli stessi 14 e se hanno poche ore di volo ( 19.989 quello predpitalo a Parigi ii 25 luglio, da confrontare con Te 70-80 mila di gran parte dei 1200 Boeing 747 oggi in funzione), han�no tuttavia i loro anni: una venti�na quello della sciagura, una tren�tina i suoi fratelli più anziani. Nel decollo si è schiacciali con�tro lo schienale. L'accelerazione fino ai 360 chilometri orari che consentono il distacco dallo pista con un'ala a dello e senza flap dura poche decine di secondi ma, forse por il rombo assordante, sombra lunga e faticosa: in offetli il decollo richiede 3,6 chilomeUi di rincorsa e la densità dell'aria al suolo rende impacciato un uccel�lo meccanico concepito per filare in un'atmosfera died volte più rurefatio. La stessa sensazione di forte stress meccanico si ripete airatterraggio. Non si avverte, invece, il superamento del mure del suono. Nel volo di crociera la particolarità più curiosa (e vaga�mente inquietante) è il gorgoglio del carburante, continuamente spostato da pompe meccaniche nei serbatoi sotto i sedili dei pas�seggeri per aggiustare il baricen�tro del velivolo in funzione del suo peso (che cala per via del consumo di cherosene) e delle condizioni di volo. Con il «Concoide» se ne va un mito degli Anni 70, il simbolo della cessata diffidenza tra Parigi e Londra, l'emblema dell'orgoglio tecnologico europeo che aflerma la sua autonomia dagli Stati Uni�ti. Il jet die, grazie ai fusi orari, volando verso Ovest ti fa arrivare prima dell'ora di partenza. Se ne va una macchina tanto meravi�gliosa quanto assurda Cosi assur�da che si parla di «effetto Conoordea per dire quanto sia sbagliato perseverare nell'errore: pensate che cosa significa sviluppare il primo supersonico per uso civile e produrne 14 esemplari mentre il parete d*l conto economico sarebbe arrivato dopo averne ven�duti 400. Ma c'è una grandezza anche nello sbagliare. Ptefo Bianucci

Persone citate: Bianucci

Luoghi citati: Dakar, Kourou, Londra, Parigi