Volpi e aquile stanno a guardare i nostri ultimi giorni di Bruno Quaranta

Volpi e aquile stanno a guardare i nostri ultimi giorni Volpi e aquile stanno a guardare i nostri ultimi giorni RECENSIONE Bruno Quaranta TALVOLTA una grazia son�tuosa e meticolosa, eco dol�io secentesche fiabe di Ma�dame d'Aulnoy. Dominan�te un'ossessione affilala, afillalissima, autenticata frequentan�do (cosi pare, cosi potrebbe esse�re) Thomas Bernhard. Intonsa la dimensione fantastica, zoolo�gicamente fantastica, lovissima, borgosiana, ancorché insofferenlo di qualsivoglia laccio logico. E' l'esordio di Franco Stelzer, quarantaquattrenne, trentino, ora a Friburgo, uno scrittore anatomico, il lapis co�me il bisturi, che incido, che isola, che eleva a feticcio o insieme a ludibrio (mai a moni�to) quel che rosta dei mondo, di noi, della fu immagine d�noi. Fin dalla copertina (un inne�sto di Ligabuo; aquila e volpo). fin dal titolo, «Ano di volpi argentate», si staglia la sfida; osservare, osservare ancora, sperimentare l'assurdo, carpire l estremo sussulto, catturare un lombo di fiato, stanare il filo (la filastrocca] di un eventuale do�mani. «In un punto oscuro di quei boschi esisto veramente lo sfintere d�una volpo. Cotto, ((liei muscolo ha qualcòsa di tremante. Esso è una stretta rapida. E' un pensiero oscuro. Esso si strìngo o s�allenta, a seconda del caso. Quando la volpo muore, por esempio, lo sfintere s�allenta. Ora, quando guardo una distesa di boschi, e quando penso allo stimerò delle volpi, mi vieni in menu? tu. Voi duo sioio un pensiero oscuro. Una rapida sirena, Sìolo qualco�sa di tremante che, dal buio, invia seguali verso l'alto». Attraversando il buio. Fia.ico Stelzer s'imbatte in quattro sto�rie. «Fissano ostinate il cielo» è la prova miglioro, di una tensio�ne e di una magia stilistica rare («la duplice consistenza, traspa�rente e densa, del liquido del racconto»), una corsa autostra�dale, ira amore e morte, un lungo, lentissimo finale, annun�ciato da «una splendida, indu�giamo lentezza», di lei, della volpo, una sorta di divinità, comò l'aquila, i simboli, la volpe e l'aquila, di un'impavidilà (e quindi di una nobiltà) smarrita, decomposta, «Ixi strada ò piena di tesori. Ci sono vittimo defor�mi, disegni misteriosi, apparizio�ni, immagini brutali e quiete»: impavidamente e nobilmente, ricorrendo a inchiostri limpidi, lucidissimi, il viaggiatore scor�ge, raccoglie, viviseziona, salva dò che un giorno potrà salvarlo (lo sguardo che accende le ostes�se della Foresta Nera, per esempio: «Hanno voglialo spesso fis�sando l'ombra enorme dell'orso dio frugava nel Fienile»). cMatteuzzi» 6 uno strumen�to, una tuba, un fagotto, una tuba di saliva e di storie», un veccltio efferato, greve, catarro�so, che grugnisce, elio si rivolta noi tanfo delle lenzuola, «quello che si operava da se di emorroi�di», che bestemmia la bellezza sin dalle sue interiorità, profon�dita (al bronchi sono un fiore divino Preglùered'aria, ritmale e sordo, Matteuzzi possiede dei bronchi asfìttici e marci»), «L'ansito della mia sposa» è una visione (visionario principe Franco Stelzerl dantesca e magrittiana e felliniana, una natali�zia ascesa al cielo; «Ora. Iodico Questa donna va «resa tra gli angeli, Mettiamola u. Copriamo�la d'oro e di lucidi unguenti. Lasciamola cadere dolcemente tuli'attorno. Sullo spallo. Sullo ciglia degli asiani ì. Correranno angeli operai con carriole stra�piene. Altri scenderanno a guar�dare. Curiosi e invadenti comò gazze. Spintoneranno», «Ano di volpi argentale» è l'escursione in un regno immagi�nario, una vorticosa giostra, do�ve salgono la p.illid.i suvr.iiui e il paggio che la inonda, dove i cacciatori straziano la volpe, dove nessuno riesci' a fermare la palla che vola «a pochi centi�metri dalla testa di lutti», dove l'aquila aecapita l'aquila, dove in moggio l'uomo diventa uxori�cida, dove ci si avvia verso il bosco, dove lo sfintere, l'angu�sta ixiita «versol'alto», gli inlori che introducono (jxnrebboroi nell'eden. Si chiude l'cAno di volpi ar�gentale» e si apre Bernhard «Oggi non si ha bisogno di chiaro-audienti cosi comò non s�ha bisogno di chiaro-veggenti, uno elicci vede chiaro o che ci sente chiaro non lo vuole nessuno e vien subito tolto di mozzo, lo si rinchiude lo si isnla lo si annien�ta con la leckisiuiie q con l'isola melilo. l,a società non smette mai di dileiui-iSi dalle folgi ra /ioni della mente», duale colpo basso ha in serbo per franco Stelzer? I racconti d'esordio del trentino Franco Stelzer: autostrade di amore e morte, vecchi efferati, spose tra gli angeli, pallide sovrane, delitti di maggio Franco Stelzer Ano d�volpi argentate Einaudi, pp 114, L 18.000 RACCONTI

Persone citate: Cotto, Einaudi, Franco Stelzer, Franco Stelzerl, Matteuzzi, Stelzer, Thomas Bernhard

Luoghi citati: L'aquila