«Penhé quella stretta di mano»

«Penhé quella stretta di mano» «Penhé quella stretta di mano» Castro spiega ai cubani l'incontro con Clinton Franco Panlarelll Sii :. Jm i\ ligiorni dal «fattaccio», Ifi stretta di mano ira Hill Clinton a Pidcl Castro i ontinua a tenere banco, tanto che ambedue i proiogonisli hanno sentili, il bisogno di spiejgarla e spiegarsi, fornendo versioni non proprio ideni ii he ma neanche poi tanto differenti (il cho, vinti i 40 anni di storia fra Cuba e Stati Uniti, non è proprio una cosa (li lutti i giorni] bue Clinton; «Nella stanza c'ora un sacco di gente, io stavo porlando con tutti e a on cello punto mi sono voltalo e ho visto lui li, davanti a me Cos�e semplicemonte successo od e duralo pochi secondi». Castro dice che dalla sala dove i leader del inondo avevano con�sumato la cola/ione e la sala in cui dovevano lare la loto di gruppo c'era una sorta di stret�to corridoio, per cui liilli si erano messi in fila e Clinton stringeva la mano a lutti quelli che passavano. «Ne lui né lo poi i-vaino andarcene pei che sa i'-blie sialo un allo di vergogno sa vigllacchoria per lu�e pei me. Con dignità o cortesia, io l'ho salinaio e lui ha salutato me saia durato al massimo 20 secondi». I due protagonisti, insomma, sembrano mollo meno scossi dall'evento di quanto non si aano mostrali i loro rispettivi sottoposti i portavoce della Cabu Bianca per un po' non hanno saputo che pesci pigliare. Primo hanno negato che ci tosse stata la slrolta di mono {dopo essersi assicurali che nessun fotografo fosso a tuo), poi, quando la negazione non ora più possibile perché tante altre fonti confer�mavano l'evento, hanno ammes�so la cosa. Ma Madeleine Albritfhl cioè colei, come dice inalignamènte il New York Times, che «definisce sempre le convorsazioni fra il suo boss e chiun�que come estremamente impor�tanti» si e affrettata a diro che quella fra Clinton e Castro era stala «una conversazione senza sostanza». Quanto ai cubani, hanno .sentito ieri in televisione la versione di Castro; un suo comunicato di «spiegazione») quello che parla di «dignità e cortesia», e staio letto mirante il telefonale della sera. Sembra cioè che il leader dell'Avana abbia sentito il bisogno di giustificarsi davanti al suo popolo, Castro il suo racconto lo ha fatto a Harlem, in una serata piena di grilla «Fidfil, l'idei», di grande sventolio di bandiere cubane e perfino di canti di «Happy Birthday», visto che i suoi 74 anni il leader cubano li ha compiuti lo scorso agosto. Il quartiere nero di New York e una specie di costante delle sue visite a New York («1X3 80 che qui posso trovare i iniei migliori amici»). La prima volta che venne, nel I960, in piena dispu�ta fra Washington e l'allora appena realizzala rivoluzione cubana, lo Shelburne Hotel, ind�ia parte bassa di Manhattan, rifiutò le stanze alla delegazio�ne cubana e Castro scelse il Therosa Hotel di Harlem, dove ricevei te la visita di Malcom X, di Nikila Krusciov e Carnai Abdol Nasser. L'altra iora la sua perfor�mance e avvenuta alla Riverside Church (fu 11 che Mai in, I,ul ber King lancio la sua batta�glia contro la guerra in Vieinam e lu quella la prima mela di Nelson Mandela ciuando usci dalle prigioni sudafricane), rive�latasi insufficiente per accoglie�re tulle le persone accorse, circa 2500. Fra i loro tanti cartelli, il preforito era «Hall Castro Jall Giuliani», viva Ca�stro, Giuliani in galera, perche il sindaco di New York e stato, si, addolcilo dalla sua malattia, ina non abbastanza, visto che ha dato pubblicamente a Ca�si rodoll'cassassino». Un messaggio alla tv dell'Avana: «Ci siamo incontrati in un corridoio, è stato un gesto di dignità e cortesia» Il leader cubano Fidel Castro con il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan durante il Vertice del Millennio che si è chiuso venerd�al Palazzo di Vetro

Luoghi citati: Avana, Cuba, Manhattan, New York, Stati Uniti, Washington