I tre saggi assolvono Vienna con riserva di Enrico Benedetto

I tre saggi assolvono Vienna con riserva I tre saggi assolvono Vienna con riserva «Sanzioni controproducenti, fomentano il nazionalismo» Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI E' solo un'assoluzione con formula dubitativa, ma Vienna esulta cantando vittoria su chi come la Francia voleva metterla al bando. I tre eurosaggi hanno rimesso ieri nelle mani di Jacques Chirac la sentenza. Le sanzioni europee contro 'Austria sono «controproducenti», e bisognerebbe sospenderle sine die. poiché fomentano il nazionalismo. L'Fpoe di Haider deve «controllare meglio il linguaggio» ma non pratica nel suo insieme la xenofobia o l'estremismo politico. Infine, i suoi ministri governerebbero il Paese rispettando i «valori comuni europei». Romano Prodi, presidente della commissione Uè, ha commen�tato cosi l'assoluzione: «La destra xenofoba si combat�te con governi giusti, con la serenità democratica, sapendo che nei paesi in cui c'è una democrazia matura questa destra può ottenere solo un successo limitato. Credo che con serietà questo fenomeno possa essere controllato». Impegnalo a Versailles per il vertice Ecofin, il ministro austriaco Karl-Heinz Grasser esulta: «Il governo francese e Jacques Chirac misurano stasera l'ampiezza della loro responsabili�tà. Le sanzioni prosegue sono negative per Vienna e la stessa Uè». Morale: «Adesso che toma la giustizia e l'equità in Europa, bisogna eliminarle. «E senza condizioni preliminari» conclude Grasser, temendo che la Francia subordini la tregua definitiva fra i Quattordici e Vienna a esigenze supplementari. L'Au�stria rifiuterebbe, si evince, qualsiasi trattativa: attende solo con impazienza che le sanzioni «impo�ste in un giorno» spariscano «nell'arco di 24 ore». Senza condividere tale diktat, da Vienna il cancelliere Schuessel suggerisce con fermezza «una rapida fine». Ma Parigi frena. Jacques Chirac al quale il finlandese Martti Athisari, lo spagnolo Marcelino Oreja e il tedesco Jochen Frowein hanno consegnato verso le 18 le loro fatiche, non vorrebbe precipitare le cose trasformando in débàcle solo francese uno scacco condiviso dall'Ue. Calma, quindi. La portavoce dell'Eliseo Catherine Colonna punlua izza: «La Francia concorderà il da farsi con i partner». Ma prima vuole studiare a fondo il dossier che è lungo e articolato. Chi volesse compulsare la versione ufficia�le, può farlo da ieri notte sul Web: «www.france.diplomatie.fr». Il Guai d'Orsay arriva tuttavia in ritar�do, e deve cuocergli. Le 45 pagine erano disponibili da ore su siti austriaci dopo la pubblicazione in antepri�ma fattane dal madrileno «El Pais» complice la pirateria diplomatica. Quasi uno schiaffo supplemen�tare. Ma il ministero degli Esteri francese non si scompone. Dichiara la sua voce ufficiale, Anne Gazeau-Secret: «Gestiremo il seguilo della vicenda con serenila e in piena trasparenza». Non polendo (più) arbitrare il verdello, la presiden�za francese aspirerebbe al controllo sulla tempistica. Grasser e suoi connazionali ne saranno delusi, giac�ché l'iter fagociterà giorni, settimane. La slessa Benita Ferrero-Waldner parrebbe esseme persuasa. La ministra degli Esteri austriaca situa il perdono Uè «entro il 14 ottobre». In quella data, i 15 si ritroveran�no a Biarritz per un vertice già delicato senza il problema Vienna. Nell'attesa, nulla impedisce lutiavia che l'Ue faccia pressioni sull'Austria. E' vero che il rappono domanda la fine della quarantena, però definirlo assolutorio è superficiale. Non citerà Jcwrg Haider ma critica duro, per esempio, ii ministro della Giustizia Dleter Boehmdorfergiuaìcandone l'aiieggiamento «non conforme ai suoi obblighi». Parigi solleciterebbo garanzie in maloria? Nessuno può escluderlo. Ecco perché Grasser (e forstSchuessell si allarma, paventando che il perdente la Francia voglia comunque dettare le suo condizioni. A suo avviso, Chirac b Jospin dovrebbero solo domandare scusa e cospargersi il cajxi di cenere. Parigi si guarderà tuttavia dal farlo. Benché il 10 febbraio fosse proprio la Francia con il Belgio a inaugurare le sanzioni boicottando un discorso austriaco presso l'Orso, responsabile ultima è l'Ue. Per molivi diversi eppur convergomi, la Gaucho e Chirac non mobilitarono l'Europa suo malgrado. In ogni caso, la Francia rese omaggio fin dall'inizio alla «soluzione portoghese» til giurì) anche se ne prevedeva il responso. b commissione ha consegnato insultati dell'indagine a Chirac L'Austria festeggia ma Parigi potrebbe condizionare la normalizzazione Prodi: la destra si combatte con governi giusti