La cattiva coscienza della politica
La cattiva coscienza della politica Il problema prostituzione: tra inutili sociologismi, vane spinte repressive e proposte bislacche La cattiva coscienza della politica Filippo Ceccarell�AI clienti politid non succe�de: o comunque finora non risulta che qualcuno di loro si sia tolto la vita dopo essere stato sorpreso con una prostituta. Non che questo sia un male, anzi è decisamente un bene, d mancherebbe: eppure sarà forse opportuno ricordare che nel solo 1999 in tre diversi casi la polizia o i vigili urbani beccarono politi�ci in flagranza, con tanto di aggravante automobilistica; e che in tutti e tre questi casi si trattava di politid die fino a qui momento avevano reclamato se�verissimi provvedimenti proprio contro i dienti. Per cui, senza farla troppo lunga, nel maggio, a Milano, toccò a uno (di Ani che in consiglio comunale s'era battuto come un leone a favore della maxi multa di un milione (o ancora più patetica suonò la sua giustificazione: «Passavo di lì, avevo visto un viado che si senti�va male e l'ho caricato per portar�lo in ospedale»). A ottobre, sem�pre del 1999. fu la volta del presidente di un comitato aiùi lucciole di Genova sorpreso co�me in una canzone di De André con due nigeriane. E infino, a dicembre, capitò a un ammini�stratore di Montecatini Terme di sperimentare sulla prepria pelle, dopo averle lui stesse istituite, le più esemplari sanzioni contro quella particolare specie d�dien�ti ormai in fase di oggettiva criminalizzazione. Questo per dire che il mercato è vasto e che la politica, tanto per cambiare, non ha esattamente la coscienza a posto. Ora, con quel tanto di tragicomico che si tirano appresso, i tre suddetti ammini�stratori sputtanati lasciano il tempo che trovano. Il guaio vero, sostiene Roberta Talafiore, che è senz'altro la più seria od evoluta studiosa della prostituzione (l'ulti.no Ubro: «Sesso ai lavoro», il Saggiatore), è che da tempo la politica non è più in grado di ridurre ad accettabile pragmati�smo una questione sempre più complessa, irta com'è di implica�zioni sociali, sanitarie, di merca�to, di ordine pubblico, perfino di pobtica estera e di globalizzazio�ne. Perdo: «Terroruzata da un lato dall'onda d'iuto dell'intolle�ranza e dall'altro dalla propria incertezza sostiene Tatafiorc la politica ha fatto di tutto per compiicele le cose lasciandole nel contempo andare alla deri�va». Questa assenza di coraggio e di nonno almeno adeguate ai tempi è a suo giudizio ormai più che ventennale. Con tutti i suoi afflati, in fondo, la legge Merlin per l'abolizione delle case chiuse (più che chiuse, in realtà, nel 1958 erano ormai praticamente vuote, con pochissime «registra�te» rispetto alle clandestine di allora che a partire dal dopoguer�ra avevano preso a lavorare con più profitto per strada o negU «scandalosi» night club), insom�ma la Merlin fu l'ultimo provve�dimento serio, oltre tutto in linea con dettami applicati anche al�l'estero. E infatti funzionò «be�nissimo» per un paio di decenni. Poi divenne troppo stretta per le prostitute che intanto si erano emancipate, continua Tatafiore, anche se il colpo di grazia a quel sistema di regolazione è venuto dall'immigrazione delle clande�stine. Da allora, più o meno dalla metà degli anni settanta si può dire che la classe politica ha dato un prolungato saggio di grotte�sca incapacità, ondeggiando tre initUi sociologismi, vane spinte repressive e proposte bislacche. Tra queste ultime merita senz'al�tro una menzione nell'alba d'oro l'idea delie «colline dell'amore» dell'onorevole socialdemocrati�co Antonio Bruno, ispirato da un parco motoristico-probtitutorìo i nt cavisio a Istanbul Per il resto, il Parlamento sot�tovalutò il problema proprio mentre sulle strade il mercalo del sesso cambiava volto, codici, interessi, qualità e quantità. La situazione si fece esplosiva, al�l'improvviso, nei primi anni no�vanta, quando andie solo per pensare di recuperare il ritardo ci sarebbe vqjuta preveggente determinazione e spregiudicata praticità. Entrarono invece in gioco cascami ideologici e isteri�smi di varia natuni, non ultimi Suelli a sfondo propagandistico. pò proporre cooperative: «Mai viste da nessuna parte del mon�do» osserva con qualche malinco�nica rassegnazione Roberta Tatafiore. Altrimenti furono transenno, recinzioni, relato, consigli comu�nali tenuti per strada, preti scalenatissimi, trasmissioni televisi�ve incandescenti, zone a traffico limitato, ordinanze di dubbia costituzinabtà, sequestri di auto�mobili, maxi-multe, foto di clien�ti, oppure di targhe da pubblicar�si sul giornali (come se potesse invogliare alla lettura un lungo elenco di siglo e numeri). Per ia gloria della nuova politi�ca, inoltra, tanto la destra quan�to la sinistra avevano al loro interno, equamente distribuito nelle varie nicchie, liberal e khomeinisli. estremisti umanitari, moderati indifferenti, puttanieri e mogli sospettose. A un certo punto un paio di deputati romani di An presero a organizzare «ron�de», ovvero battute olla ricerca di passeggiatrici e viados, con tricolori, auto-gru, sirene e fari. Erano lugubri ed esasperali corlei venatori che procedevano nel�la notte facendo giustizia dei miti arcaici e moderni dell'andro;ino siliconalo, imI evocando rabjiosamente rumori moleste e si�ringhe avvelenale, i «nostri» bam�bini da proleggere e le «nostre» abitazioni che si deprezzavano. In questo simpatico contesto si foce largo, con la potenza delle semplificazioni che sfondano la corazza dei mass-media, l'idea naturalmente salvifica della «pu�nizione del cliente», che almeno aveva l'apparenza di intrecciare governo e opposizione promet�tendo la «liberaziono delle schia�ve» e la «pulizia delle strado». In realtà, dico Tatafiore. è «una balla pazzesca perché sono due problemi da offrontare in modo completamente diverso. Tanto vaio allora approvare la discipli�na legalo per le caso di tolleranza proposta da Teodoro Buontempo che prevedo dei provvedimenti conscguenti, sotto il controllo dei prefetti». Sembra che in Svezia, dove le parlamentari sodalisto hanno tradotto in norma di legge la colpevolezza del cliente, lo strade e i bordelli si sono s�svuotati, trz nel frattempo i po�tenziali colpevoli si spostano nel�la vicina Danimarca per il week�end, con o senza prostitute con�terranee al seguito. In Italia Anto�nio Di Pietro ha proposto una sorta di par condicio: nella sua proposta c'è una multa per il diente e una per la prostituta. Ma forse, in omaggio alla diffe�renza, o per spirito cavalleresco, quest'ultima è un pò" meno sala�ta. La par condicio di Di Pietro: multa al cliente e alla lucciola Un paio di deputati di An proposero di organizzare ronde notturne Un parlamentare socialdemocratico propose di istituire le «colline dell'amore» Da sinistra Lina Merline Teodoro Buontempo. Sotto la giornalista Roberta Tatafiore
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