«Non c'è salvezzai fuori dalla Chiesa cattolica » di Marco Tosatti
«Non c'è salvezzai fuori dalla Chiesa cattolica » «Non c'è salvezza fuori dalla Chiesa cattolica » Ratzinger: anche Israele finirà per riconoscere Cristo Marco Tosatti CIHA DEL VATICANO Finito il tempo degli abbrau-ci. Ro�ma parla con franchezza: Cristo è l'unico Salvatore del mondo, e la Chiesa Cattolica, Apostolica e Ro�mana è «la» Chiesa, e al di fuori di essa non v'è salvezza. «Dominus Jesus», è il titolo di una dichiarazio�ne della Congregazione per la Dottri�na della Fede, che mette un po' di puntini sulle «i», dal punto di vista cattolico nel dialogo fra religioni e nel dialogo ecumenico; e da una bella tirata di briglie ai teologi cattolici troppo sensibUi alle ragio�ni delle religioni «altre», inclusa una specie di «teismo» diffuso tipo «New Age». Una doccia fredda su quella pianta delicata che è l'ecume�nismo, protestano anglicani e chie�se riformate in genere. Protestano anche la comunità ebraica e quella islamica, die respingono, la gerarchizzazione delle religioni. Ma la «Dominus Jesus» ha l'avallo del Pontefice, che ha voluto offrire alla «Dichiarazione» un sigillo particola�re, accompagnando la sua firma con la definizione: «certa scientia et apostolica auctoritate», con «cono�scenza diretta e autorità apostoli�ca». E' una formula di approvazio�ne speciale, più forte di quelle usate disoUto. Una «Dichiarazione» per l'ex Sant'Uffizio è un documento parti�colare: a differenza dell'«lstruzione», ribadisce concetti che fanno parte della tradizione della chiesa, non dottrine nuove o esplicitate in maniera nuova. Si tratta di verità di fede che devono essere osservate da fedeli e teologi. Ma perché una dichiarazione adesso? risponde il Prefetto della Congregazione, il card. Joseph Ratzinger: «si fa sem�pre più strada l'idea che tutte le reUgioni siano per i loro seguaci vie egualmente valide di salvezza. Si tratta di una persuasione ormai diffusa non solo in ambienti teologi�ci ma anche in settori sempre più vasti dell'opinione pubblica cattoli�ca». Il porporato ha usato il termine «relativismo», per definirla. E il segretario della Congregazione, l'ar�civescovo Tarcisio Bertone, spiega che il documento «intende risponde�re a una certa forma di riduzione della cristologia e dell'ecclesiologia. La figura di Cristo rischia di essere declassata alla figura di un uomo, un grande uomo, che attira a sé l'umanità per le sue virtù, ma non come figlio di Dio unico rivelatore del Padre e unico e universale salva�tore». Di conseguenza ne verrebbe ridotto anche il ruolo della Chiesa cattolica, messa allo stesso livello di tutte le altre istituzioni ecclesiali. «Gesù Cristo è l'unico salvatore, e il salvatore universale, quindi di tutti gli uomini». Il cardinal Ratzinger ha ricorda�to che in tutte le religioni diverse da quella cattolica, può essere presen�te del «bene» come «via alla salvez�za», in quanto «opera dello spirito di Cristo», ma «le religioni in quan�to tali» non possono essere conside�rate «via alla salvezza». Solo la fede in Cristo e nella Chiesa cattolica assicurano la ricerca del «bene» e del «vero». Il fedele cattolico deve avere rispetto per chi ha una fede diversa dalla sua, ma al tempo stesso non può «chiudere gli occhi sugli errori e sugli inganni presenti nelle religio�ni». Bisogna combattere «quella mentalità indifferentista impronta�ta ad un relativismo religioso che porta a ritenere che una religione vale l'altra». Di conseguenza non e accettabile una «teologia del plurali�smo», respomsabile deir«idea errata che le religioni del mondo siano complementari alla rivelazione cri�stiana». Non si fanno nomi, ma c'è chi pensa di riconoscere qualche opinione di teologi cattohci, come il cingalese Tissa Balasurya, il belga Jacques Dupuis, lo ispano-indiano Raimundo Pannikkar, l'italiano Car�lo Molari e l'indiano Aloysius Pieris. Ma c'è anche un lato ecumenico che farà problema. Infatti i fedeli sono «tenuti a professare che esiste una continuità storica indicata nella successione apostolica tra la chiesa fondata do disto e la Chiesa cattolica». Quindi esiste «un'unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal suc�cessore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui». E gli altri? Il documento distingue in due catego�rie. Le chiese che anche se non sono «in perfetta comunione» restano però unite a Roma «per mezzo di strettissimi vincoli, quali la succes�sione apostolica e la valida eucare�stia, sono vere chiese particolari»; e cioè le chiese ortodosse. In queste chiese «è presente e operante la Chiesa di Cristo». La seconda classe comprende le chiese che «non han�no conservato l'episcopato vahdo e la genuina e integra sostanza del ministero eucaristico». In sostanza tutte le confessioni protestanti, che seconde la Dichiarazione «non sono chiese in senso proprio»; ma queste comunità «quantunque abbiano del�le carenze nel mistero delia salvez�za non sono affatto spoglie di signifi�cato e di peso». Ma i fedeli non possono pensare che la Chiesa di Cristo sia «la somma differenziata e in qualche modo unitaria insieme delle Chiese e comunità ecclesiali». CU elementi della Chiesa d�Cristo «esistono, congiunti nella pienezza, nella Chiesa Cattolica, e senza tale pienezza nelle altre Comunità». D Il preietto delta Congregazione della Fede Joseph Ratzinger
Persone citate: Gesù, Jacques Dupuis, Joseph Ratzinger, Molari, Pieris, Raimundo Pannikkar, Ratzinger, Tarcisio Bertone
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