Oggi la Repubblica dovrebbe ripartire da Mazzini

Oggi la Repubblica dovrebbe ripartire da Mazzini Oggi la Repubblica dovrebbe ripartire da Mazzini RÈGI'. Miuirmo Viroli QUANDO Vittorio Eoa spie�ga a Pietro Mercenaro ILa Stampa 20 giugno! che egli cerca la sinistra «con l'idea della responsabilità», intesa come principio per cui «quando penso a me penso contemporaneamente a qualcun altro, anzi a multi altri», è facile cogliere nelle sue parole l'eco lontana aoll'espcrienza di Giustizia e Libertà. Quel movimento, è noto, pose il principio della responsabili�tà quale uno dei suoi punti fermi di orientamento ideale e politico. Meno nolo e il fallo che i fondalori di Giustizia e Liberta ricavava�no l'idea dell'impegno politico co�me dovere morale dall'insegnamen�to di Giuseppe Mazzini. Nello Ros�selli scriveva nel 1926 di essere convinto che «di un bagno di mazzinianesimo j...) possa mollo avvantaggiarsi il movimento socialista». Il fratello Carlo spiegava pochi anni più lardi che «Cattaneo, Mazzini, Garibaldi, Pisacanc, i grandi vinti del Risorgimento politico danno la mano a Turati, questo grande ma provvisorio, vinto del Risorgimen�to sociale per annunciare incussolubilmenie uniti, la nuova storia ita�liana». Mentre Carlo e Nello Rossel�li sono finalmente entrali a far parte delle nuove fluide politiche e intelletiuali della sinistra. Mazzini, quel Mazzini che i Rosselli stessi indicavano quale uno dei loro ispi�ratori, continua ad essere un pensa�tore dimenticalo o buono per cele�brazioni di rito. Con la conseguenza che l'intuizione di Carlo Rosselli di collegare repubblicanesimo e socia�lismo democratico aspetta ancora di essere sviluppala, mentre la parola «rosponsabililà», priva del suo relrolerra ideale, rimane senza forza. Chi avesse dubbi sul rilievo che il pensiero politico di Giuseppe Mazzini ha ancora oggi per le forze politiche che si pongono problemi di emancipazione, può utilmente leggere la nuova biografia scritta da Roland Sarti. Come mette bene in luce l'autore, Mazzini aveva una concezione dell'emancipazione più ricca di quella di Marx. Mentre Marx e i marxisti vedevano solo, o prevalentemente, lo sfruttamento dei lavoratori ad opera del sistema capitalistico. Mazzini denunciava anche la subordinazione delle don�ne, l'oppressione di nazioni e popo�li, lu condizione dei servi e degli schiavi. E insisteva sul fatto che l'oppressione non consiste stilo nel�la privazione dei necessari mezzi di sostentamento, ma anche nell'avvi�limento spirituale e nel semimento di inferiorità culturale che è pro�prio degli individui e dei popoli oppressi. Mazzini sapeva bene che «sfortu�natamente gli oppressi avevano la medesima pmpensiono a combatte�rò fra loro come contro gli oppresso�ri perché i loro interessi materiali non necessariamente coincidevano e spesso si scontravano». Da questa consapevolezza egli traevo la con�clusione che un grande movimento di emancipazione capace di aprire una nuova pagina nella storia dell'umanità non poteva parlare solo di diritti o di interessi in quanto e gli uni e gh altri erano necessaria�mente parziali. Ha dunque ragione Sarti a sottolineare che per Mazzini «il capitalismo e il socialismo sba�gliavano nello slesso modo nel sot�tolineare l'importanza dei diritti dei diritti economici dell'individuo nel caso del capitalismo e dei diritti economici della classe lavoratrice nel caso del socialismo». Per superare i -imiti del liberali�smo e del socialismo, Mazzini pro�poneva di integrare il linguaggio dei diritii con quello dei doven e insisteva sul concetto di educazio�ne morale quale aspetto essenziale del processo di emancipazione. Non auspicava solo una più equa redislribuzione della ricchezza so�ciale bens�una umanità resa miglio�re attraverso la libera associazione. Per questo esortava gli operai ad unirsi in associazioni autonome le rivolgeva la slessa esortazione alle donno) e al tempo stesso insisteva sulla necessita di coltivare legami di solidarietà all'inlemo della clas�se e oltre la classe, a sentirsi uomini prima che operai, a istruirsi, a migliorare dal punto di vista morale, a proteggere quale bene più prezioso il senso di responsabilità individuale. Mazzini non era dunque «né liberale né socialista. Il suo repub�blicanesimo può essere definito de�mocratico, il che significa che riven�dicava lo spazio politico tra liberali di Destra e gli egualitari a Sinistra». Il preblema, sottolinea con forza Sarti, e che Mazzini fonda la dottri�na della responsabilità e del dovere sull'idea di Dio e concepisce il processo di emancipazione come opera di uomini e donne sostenuti e guidali da una fede religiosa: «Scri�vete sulla vostra bandiera: Ucuaglianza e libertà da un lato, dall'al�tro. Dio è Con Voi: fate della rivolu�zione una religione: un'idea genera�le che affratelli gli uomini nella coscienza di un destino comune, e il martirio, ecco i duo elementi eterni di ogni religione». Anche il suo patriotiismo aveva una forte connotazione religiosa. Mazzini considerava infatti l'affer�mazione dei diritti delle nazionalila come la condizione aiTinché «l'idea divino jiossa attuarsi nel mondo». Del resto, ci racconta il biografo, Mazzini imparò dal suo primo precettore, il sacerdote gian�senista Luca Agostino De Scalzi che «le verità evangeliche sono quelle del palrioitismo repubblicano» e che «i doveri del cittadino coincido�no con quelli del buon cristiano». L'importanza della dimensione religiosa nel pensiero e nella vita di Mazzini ha portalo il suo biografo a sostenere che «l'insistere sull'unità della religione e della politica sepa�ra Mazzini dalla concezione politi�ca piu progressista dei suoi tempi e dei nostri. Avrebbe approvato le attuali etiliche dei fondamentalisti religiosi alla civiltà moderna che mostra una tendenza pericolosa a ignorare le questioni morali». Contro questa immagine di Maz�zini precursore del fondamentali�smo contemporaneo sta il fatto, opportunamente messo in luce da Mattai .'Ih. che Mazzini uffermò in modo categorico la separazione fra Stato e Chiesa nella Costituzione della Repubblica Romana del 1849 larticolo 7). In modo altrettanto categorico proclamò e visse una religiosità che era ricerca prima di essere verità, interiorità più die esteriorità, fede in un Dio eterno e nell'immortalità dell'anima che si traduceva nella convinzione pro�fonda che il divino è nell'uomo, e che proprio perché ha in sé la divinità l'uomo deve essere libero. Né liberale, né socialista pose a fondamento dell'impegno politico la religione dei doveri RoUnd Sarti Giuseppe Mazzini. La politica come religione civile posttattonedi Sauro MattareO, Laterza, pp. 350, L 38.000 BIOGRAFIA •«fKlVGiuseppe Mazzini: da Laterza, una biografia scritta da Roland Sarti