«L'0pec pagherà mi conto salato» di Ugo Bertone

«L'0pec pagherà mi conto salato» CRISI DOPO QUARANT'ANNI IL GRAN CONSIGLIO DEL GREGGIO RISCHIA DI SCIOGLIERSI «L'0pec pagherà mi conto salato» Yamani: tempi duri per i signori dell'oro nero analisi Ugo Bertone 0 EFFIGILE trovare nella storia del XX secolo una decisione più sciagurata per l'Occidente di quella che, il 9 agosto di 40 anni fa, venne presa da Monroe «Jack» Hathbone, ingegnere, presidente della Standard Oli of New Jer�sey. Quel giorno, contro il pare�re degli altri consiglieri, Rathbone decise dal suo ufficio di New York di tagliare il prezzo ufficiale del greggio di 14 cents, il 7'»ó circa. A nulla servi la resistenza del vice, Howard Page, un uomo che aveva passa�to la vita a trattare con gli sceicchi del Medio Oriente, e cho temeva la reazione dei produttori. «Troppi quattrini gli ribattè sprezzante Ralhbone fanno girare la testa ad alcuni di quei poveri Paesi...*. La reazione fu immediota: un mese dopo, il iodi settembre di 40 anni fa, i rappresentanti di Arabia Saudita, Venezuela, Ku�wait. Iran e Iraq (più il Qatar in veste di osservatore! si riuniro�no o Baghdad. Quattro giorni dopo, il 14 sottombre, nacque l'Opec, con un obiettivo esplici�to: difendere il prezzo del petro�lio, e riportarlo ai valori inizia�li. L'arroganza di un ingegnere di Haton Rougc, Louisiana, ave�va acceso la miccia. Caracas, ottobre 1979, ai tempi del massimo splendore dell Opec. «Il barilo valeva, in quei giorni. 28 dollari ricorda lo sceicco Ahmed Zuki Yamani. allora uomo chiave della politi�ca petrolifera saudita -. Io dissi che, con il barile a quei prezzi, la produzione sarebbe scesa e i Paesi Opec sarebbero entrati in guerra tra loro. Dissi che dove�vamo alzare la produzione per abbassare i prezzi: mi presero per pazzo». Ma i fatti diedero ragione al «pazzo» Yamani co�me l'avevano data alla «colom�ba» Page: l'Iraq e l'Iran in guerra, il gregeio in discesa, i piani di investimento dei pro�duttori rinviali. E adesso? Il mondo intero s'interroga su quel che potrà accadere dopo che il prezzo del greggio ha sfondalo il letto dei 30 dollari e marcia, salvo correzioni di rol�la, verso quota 40 dollari e anche più, come teme il presi�dente deil'Opec, il venezuelano Ali Rodriguez. Andrà male, molto male, am�monisce Yamani. Ma per i pro�duttori. «L'Opec ha detto in un'intervista rilasciata a Lon�dra all'agenzia Reuters ha la memoria molto corta e pagherà caro per non essere intervenu�ta nel 1999 a controllare i prezzi. Ormai e troppo lardi per ricostituire le scorte». E cosi, spiega Yamani, «i prezzi saliranno ancora un poco in inverno, ma l'anno prossimo torneranno a scendere e lo scenario di lungo termine è terribile». Il caro greggio, come negli Anni Ottanta, sarà un boomerang per l'Opec. K cosi DUOVe ricerche forniranno gia�cimenti non controllati dal car�tello mentre i consumi calermi no grazie alla tecnologia. «L'eia dulia pietra conclude con l'ironia Yamani non è finita per mancanza di pietre. L'età del petrolio finirà, ma non corto per mancanza di petrolio». Forse la storia è la chiave giusta per capire questa folle stagione del greggio; a fine mese, a Caracas, i signori del petrolio si riuniranno per i quarani'anni deil'Opec. Prima, tra domenica e lunedi a Vienna, i produttori dovranno cerca�re una soluzione alla corsa doi prezzi, che sta rendendo furio�si i consumatori, l'amminisirazione Usa e perfino l'Unione Europea. L'intesa tra i membri deil'Opec, per la verità, pare già falla: a Vienna verrà deciso di mettere sul mercato un ulte�riore mezzo milione di barili di greggio al giorno. Basterà? Pro�babilmente no, ma di più l'Opec non se la senio di fare. Molti produttori, conio ha con�formato ieri la Norvegia (secon�do esportatore al mondo) già stanno pompando greggio ai limiti dolio liirn possibilità. 1 consumatori, accusa Hodriguoz. non fanno intanto la loro pano: gli Stati europei, pur arricchiti dalle aste sull'UmtS, continuano a tassare pesante�mente la benzina (fino al 75X del prezzo al consumatore); lo scoilo lisa sono ni minimi men�tre la riprosa economica, infi�ne, è mollo forte in (piasi lullo il pianeta Lu chiave, nel breve periodo, è ancora una volta nelle inani dei sauditi, gli unici che posso�no calmare noi breve la isetea di oro nero del pianeta. All'ini�zio di luglio sembrava che l'Ara�bia fosse pronta a svolgere In sua missione. E i prezzi, di Ironie alla maggior produzione di Ui.ul (B 03 milioni di barili ni giorno), avevano cominciato a scendere. Poi, qualcosa è cam�bialo «Ad agosto dichiara al Wall Strofi Journal Nnwaf Obaid. esperto del settore pres�so il Washington Instiuue for Noar Easl Policy l'Arabia ha prodotto di meno che in luglio, nonostante avesse promesso l'opposto» La ragione? «Nessu�no ve lo confermerà spiega al giornale Usa un (jrunde petro�liere dietro anonimato ma è una risposta al fallimento dei colloqui di Camp David su Gerusalemme Un segnale desti�nolo a durare poche settimane, ma sufficiente n impressionare Washington». Fantapolitica? Forse, ma du sempre le quota�zioni del greggio si spiegano di più con la politico che non con i lislini azionari. «E non dimenti�cale aggiunge Herman Fransscn. già consigliere dello sceic�co dell'Oman che un brusco calo del greggio indebolirebbe i moderati dell'Iran, il presiden�te Khatami in testa, su cui ha scommesso il principe Abdullah, cho comanda a Riud». C'è grande tensione fra gli sceicchi ma la svolta può venire soltanto dai sauditi Il segrct.ino generale dellOpec RiIw.vuj Lukman