L'Italia promessa

L'Italia promessa Domani è la «Giornata europea della cultura ebraica». Dal Piemonte alla Sicilia, mille antiche comunità in festa L'Italia promessa 11 Elena Loewenlhal MIRABILE catalogo di sui�na visuale, l'Arco di Tito a Roma jxjitfi imri.si! duo tnomorie ili cifra opposta. Da unii (ninii i trionfi fii un Imperatore appassionato di trionfi, dall'altra in disfatta ili un popolo cbo, per un'al�chimia che alcuni chiamano tedi.' o itìu i tenacia o ostinazione, colsi; in quel rogo di Gerusalemme che tul�io distrusse una sfidii alle li'm|i della sopravvivenza, oli ebrei di Roma, un po' per scaramanzia e un [m/ pur Ifdi.'lUi di iiii:iiioria, non misero mai piede sotto l'Arco di 'l'ilo, macigno di ricordi dolorosi, Mai, .sino al m maggio del \'.)W, giorno in cui fu dichiarata l'indipendenza del nuovo staio d'Israele, e allora il vncdiio Tito si meritò lo sberlefTodiuna folla giubilanto con le lacrimo agli occhi. Sul bassorilie�vo campeggia la menorah, il candiiIalini a sette braccia che arredava il Tempio saccheggiato e di cui da allora si sono porse lo tracce. Oggi è ti simbolo dolio Sialo ubfaitu u di ttnn luna che nonostanlf) mito mai t'òspenta Che la sfida lanciala agli ebrei dall'occhio vitreo del minaccioso spazio vuoto Botto il monumento imperiale sia stata non soltanto colta litii anche vinta, li; dimoHtrano i mille luoghi ebraici d'Italia, le biblioteche ricolme di codici e libri, le Innumerevoli tracco che costella�no lo spazio e il tempo, Olirò i conlini ih una presenza numerica�mente irrisoria esigua come non e mai stata t'.h ebrei in Italia sono Oggigiorno non più di trenUimila, o vivono soprattutto nelle grandi cit�tà, da Roma a Milano. Torino, Bologna, Genova, Trieste e qualche altra piccola comunità il nostro paese e disseminato di lineila storia dei figli d'Israele fotta di diaspora e attesa, di emarglnazioDe e spiragli, di radicamento e Instabilità. Narra la tradizione che ebrei .tatto arrivali in Italia ancora pri�ma della distruzione del 'l'empio e della disi aia nazionale il Si-fn Yosippon, dibradol PiccoloCiuaep i*"», la piiiiia opera storiogreflca scritta in esilio, nella Puglia del x nei olo. innesta nelle (ini tiiitla elni.i he lo vicende di potriarchi e i ondottiori biblici L'anonimo auto�re scrive in un ebraico limpido e antico bagnato nel paesaggi della regione in cui nacque a vissoi dove fiori nell'epoca tarooantica e nell'al�to Medioevo una civiltà ebraica sonirendenta: musica e poesia, eru�dizione rabbinica o medicina l.e catacómbe di Vonosa, la giudecca di Oria, la breve autobiografla di shabbotai Donnolo, medico, usironomo e mistico dalla penna fecon da, narrano questa storia. I)i giudecche era fitta anche la Sicilia, in un tempo lontano, prima che le vicissitudini della storia ma anche Imperscrutabili moti di uo�mini e animi portassero la presen�za ebraica seniore più verso il Settentrione. Sull'isola k'�Bbrel la�sciarono pane per l'archeologia dei nostri giorni. Insci di minuscoli toponimi dalla memoria lunga co�me quella di un mammut e bizzar�re usanze in cucina, come l'olio d'oliva, che in quanto masso vegeta�lo non e soletto alle complesse leggi alimentari ebraiche relative alla utrnu o ai lalticini ulkìcuo può condire lutti i piatti dei fiRli d'Israe�le. Sempre restando in cucina, qualche esperto ascrive proprio alle tante limitazioni del regimo alimen�tare ebraico l'entusiasmo nei confronti dei vegetàlii anche quelli nuovi, come la inirlanziiiiu mela insana guardata originariamente condiflii enza da tulli Risalendo lungo la storia e l'Ilitlia, nel '.ii. uno sparuto manipolo di ebrei è sulla mina di Napoli a difondora Insieme al (ioti la città dall'assedio bizantino, A Roma 1» loro presanr è immemorabile, ne sono testimoni i-.h atàvici cognomi obreid dellit comunità stanziatasi chissà quando sull'isola Tiberina, l'indelebile senso di appartenenza alla città che trasuda dai muri del Portico d'Ottavia, e, tanto porcomblare, anche i carciofi alla giudaica. Ma proprio qui il 10 oltobro'4.') una obbrobriosa retata nazista si porto via miglioia di uomini, donne e bambini, verso i treni per Au�schwitz La vicenda ebraica in Ita�lia e marcata da due estremi cho [icr paradosso qui vanno da sempre a braccetto, la continuità e l'esigui�tà. In altre parole, il nostro paese ospita da sempre una delle comu�nità numericamente più piccole di tutta la diaspora, ma d'altro canto lltalia è forse l'unico pai-M�al mondo dove la presenza ebrai�ca non s'è mai estinta del tutto. Merito certo anche delle vicen�de sloriche locali e di una man�cata unità nazionale por cui quando un ducato espelleva lutti i suoi ubici co n'ora wjuipre uno vicino pronto nd acco�glierli. A partire più o meno dall'epoca dei Comuni la pre�senza ebraica nel�le città 0 nei paesi dell'Italia centrosettentrionale è quasi sempre con�nesse all'apertura di un banco di pre�stito, su pegno o a interesse. Questo «servizio», essenziale tanto per la microeconomia quanto per i grandi movimenti, era infatti proibito ai cristiani: il tempo è patrimonio di Ilio e non può essere sfruttato a scopo di lucro, disse la Chiesa K cosi, buon gioco fu quello di assegnare agli ebrei lo scomodo molo di maneg�giare e prestare denaro: i (ban�chi» erano per lo più umili banchetti posti sulla vili, e fornivano prestiti a contadini e piccoli comniercian li. Col tempo la presenza ebraica si dissemina co�me le briciolo di un Pollici�no disordinato: da Bozzo�lo a FÓSSanO, da Pitigliano {«piccola Gerusalemine») a Piove do Sacco, e poi Moncalvo, Sabbione la, Solicino (dove fiori unii tipogrufia ebraica Inimitabile uirolliadoU'cvo moderno), Cor�pi, Sinignllia e tanti altri iincoru. Venezia inventò il glint lo: qui nel 1516 gli ebrei furono concentrati in una zona della città dove era situala un'antica fonde�ria, geto o gheto in veneziano. Dietro questi cancelU che la sera si chiudevano, abitavano ebrei levan�tini e ponentini, s'udivano lingue svariate e dalle finestre delle tante sinagoghe il salmodiare aveva into�nazioni fra le più diverse. Nel 1555 l'istituzione del ghetto invase tulli i domini pontifici e nelle generazioni successive si diffuse ovunque in Italia. Livorno, porto franco e pon�te sul Mediterraneo, non r±he mai: qui gli ebrei furono sempre relativamente liberi. A Torino il ghetto era poco più di un isolalo racchiuso fra via Maria Vittoria e via des Ambrois: non ne resta più nulla se non forse i cancelli a inferriata e non di legno come altrove nella città, si da permettere uno sguardo verso l'interno, sul cortile che era la piazza dove gli ebrei commerciavano siracci e abi�ti usati. Ma la vita ebraica in Italia conobbe anche i suoi fasti, oqme racconta la splendida sinagoga di Casale Monferralo, piccolo gioiello di ori e stucchi cosi diversa dalle monumentali opere che sforna l'Emancipazione, fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Ottenuti finalmenie pari diritli e doveri, gli ebrei d'Italia manifestarono la pro�pria riconoscenza regalando al pae�se edifici di culto che fossero il più possibile maestosi: ecco i templi di Roma, Firenze, Trieste e Torino, dove però nulla come la Mole Antonelliana racconta di questo entusiasmo e nuovo senso di appar�tenenza ai paese. Gli ebrei commis�sionarono la sinagoga alle velleità dell'architetto Antoneili e cedette�ro infine l'opera a mezza strada per mancanza di fondi. Il simbolo della città è dunque una sinagoga manca�ta e un'aspirazione rimasta incom�piuta. Uno scruarcio simbolico s'apre anche nello spartito del concerto per violino e orchestra di Mario Castelnuovo Tedesco, compositore nato a Firenze nel 1895 e morto a Los Angeles nel 1968, trentanni dopo quelle leggi razziali che lo costrinsero all'ennesimo esilio, in�sieme a tanti: scienziati e scrittori, artisti e magnati ma anche e so�prattutto persone comuni, accomu�nate dall'ennesima esclusione giun�ta quando ormai nessuno più pen�sava che la storia avrebbe avuto a ripetersi e poi a esibire un volto cosi inimmaginabile. Ma a duemi�la anni dal sacco di Gerusalemme, i tanti luoghi ebraici d'Italia guarda�no all'arco di Tito con la placida immobilità di miti radici che, mal�grado tutto, hanno vinto la sfida. Nel nostro Paese ifigli di Israele non sono mai stati numerosi (oggi non più di30 mila) ma è forse l'unico luogo al mondo in cui la loro presenza non si è mai estinta del tutto sa no ila) ui utto r Au�in Ita�mi cho empre sigui�paese omu�ccole altro ai-M�rai�tto. en�an�cui va uico�ù o oca re�el�esi ro è con�tura pre�o o a Questo enziale croecoo per i imenti, ibito ai empo è Ilio e copo di i, buon are agli maneg�ban�mili e ile or�birniltenana e unìdenotà che vana i confini naterba/eie deferenze. Dalla Croazia alla FrancGermania e ato Bulgaria, le manifesazioni presposizioni, conferenze. In Italia quasi 40 luoquaruen, pervro m bagr» nuiale (a)me a Scomunità hanno previsto manifestazioni: a Cconemo e poi conferenze, mosve e dibatdclb sinagoga e del museo: qui sarà inauospita una fiera del libro ebraico. A PMazzime. A Genova sarà presentatostudiato da Gianfranco FrarKhmi etelefonare ali ufficio stampa delfU(02-6760.601 ) oppure presso le Qui sopra «Rabbi Loew. diLekiLuH«i(IV?5). A sinistra l'interno della sinagoga di Casale Monferrato Qui sopra «Rabbi Loew. diLekiLuH«i(IV?5). A sinistra l'interno della sinagoga di Casale Monferrato PER GHETTI E SINAGOGHE Domani, 3 settembre, in 16 Paesi rfEuropa ti sprooo le porte é ghetti e sinagoghe. La GiomaLi europea ddU&ikuta ebraica racchiude •.onoqiiesta sigla una vicenda birniltenana e unìdenotà che vana i confini naziortat. neBo spinto di un'unione ca^ terba/eie deferenze. Dalla Croazia alla Francia, da) Portogallo alla Slovacchia, alla Germania e ato Bulgaria, le manifesazioni prevedono «site guidate e gratuite, conceni, esposizioni, conferenze. In Italia quasi 40 luoghi ebraid danno il benvenuto: sinagoghe, quaruen, pervro m bagr» nuiale (a)me a Siracusa), tTiuset e cimiteri. Motte comunità hanno previsto manifestazioni: a Casale Monferrato si inizia oggi con un conemo e poi conferenze, mosve e dibattiti, A Rrtrae si avvia domani il restauro dclb sinagoga e del museo: qui sarà inaugurata ufficialmente la giornata. Bologna ospita una fiera del libro ebraico. A PMgiano si potrà vedere anche il forno delle azzime. A Genova sarà presentato a progetto del futuro museo ebraico, studiato da Gianfranco FrarKhmi e Renzo Piano. Per informazion! si può telefonare ali ufficio stampa delfU mone delle Comunità Ebraiche Italiane (02-6760.601 ) oppure presso le sedi delle comunità die si desidera visitare.