Amato: il mio governo non ha fatto schifo di Paolo Baroni

Amato: il mio governo non ha fatto schifo Amato: il mio governo non ha fatto schifo So che si vince con le promesse, ma contano anche i risultati» «i Paolo Baroni i | iaVAl LOMBItOSA(f-trenze) «Non abbiamo fatto schifo* i/i i\\i"titini: volte Giuliano Amato e davanti alla platea d-.-l convegno tic-ile Adi che sièeportoa ieri a Vallonjbi'osa rivendi�ca il iiii'ui lavoro fatto dal governi di cnntroslnisti i in questi ultimi anni Un mo 11 igjjlo i hioro all'opposizione e ani m-.um gli contende là prcmlorship. A cominciare da Rutelli che a sorpresa o (non pun'i amma oggi potrebbe arriva�re pure lui qui Parla in manicho 'li camicia Amalo. a coni Ituiono di una giornata di dibatti U) dedicato al destino del lavoro nel�l'era di Internot «Maglio dire il destino (i«:iic Ai li nell'era BorlusoonU aveva azzardato pochi minuti prima una con vegnista Quello dol premiar f. un discorsoa lutto campo, 'ii"'. da professo re quali; rlu�La prenda molto alla larga, patti: dal debito dei paesi più |)ov(;ri i-. dalla globalizzazione. Parla di formazione, di istruzione, di ideali è di s|K:raiiy.(.'. I-; parla ovviamente di lavo�ro. «Non bisogna avere paura delle nuovi: tecnologie dice -, Oueste solo in apparenza distruggpno occupazione: a fronti; (lei tanti [josti che vanno persi ce ne '.oiio tanti altri che vengono creati in piiiCon i giornalisti nessuna battuta, nemmeno a margine. Arriva attorno alle 18 iperscortato e subito buca la selva di microfoni, taccuini e telecame�re, Premiership? «Oggi il presidente non intonile faredidiiarazioni» fa sape�re il suo portavoce al cronisti raccolti in sala stampa li anche a fini; serata se ne va senza dire nulla, salutando con la mano. Jl suo intervento, |)ero. non ha nulla a che vedere con il tanto discusso ■•passo iridielroi. Anzi, lui c'è, e li e dice la sua. «Mi scuso con i giornalisti aveva esordito se non ho parlato con loro, ma quando vado in casa di qualcu�no ritengo prioritario essere educato con quella casa». La platea gli regala il primo applauso e lui si butta a «..ip.-dii to sui temi più cari alla platea: il terzo mondo, i paesi più poveri, l'Aids, e poi più avanti i diritti, lo Stato sociale, il no profit V. va via spódito; citazioni, battu�te, aneddoti, il «dottor Sottile» sfodera lutto il suo repflttorio. Poi però arriva anche a parlare di politica, del centrosi�nistra, delle prossime elezioni. Ma al presidente delleAdi, Luigi Bobba, che gli chiede se dopo il 2001 sarà ancora lui il premier non risixjnde. «Ho capito anch'io che si vincono le elezioni dicendo quello che si farà e non quello che si è fatto apiega Amalo nta se si fosse fallo schifo questo sarebbe un vero disastro. Noi non abbiamo fatto schifo, non abbiamo fatui schifo». Arrivano nuovi applausi e lui aggiunge: «Abbiamo fatto delle cose, e le abbiamo fatte in particolare su questo terreno». Si riferisce al tema della scuola della formazione, il «cardi�ne» dello sviluppo futuro, l'unica stra�da in grado di garantire (in Italia, ma anche nei paesi più poveri) progresso, sviluppo, lavoro e dunque una maggio�re ricchezza i)er tutti. Su tutto dia la riforma della scuola e della nuova università. Parla anche del tratto distintivo del centrosinistra. «Questa società, lascia�ta a se stessa, divide. Noi. come centro�sinistra, non avremo mai pace finché c'è qualcuno che resta fuori». E riferen�dosi al Polo, senza citarlo, aggiunge, «non è detto che per lutti sia cosi». Per aiutare chi lavora e guadagna di meno Amalo pensa di utilizzare il «bonus fiscale», mentre una parte del ricavalo delle licenze Umts «adesso i preten�denti sono addirittura sette e gli incassi forse più ricchi» andranno a sostenere nuovi piani di formazione «checché ne dica il Polo». La chiusa del suo intervento è tutta dedicala a Prodi e all'Europa. «Ricorda�te attacca che il mòiello sociale europeo che tanto ci sta a cuore, senza i governi di centro-sinistra o popolari, non sarebbe cosi». E «in quest'Europa oggi c'è Romano Prodi. Sono suo amico da trentanni, posso anche avere idee diverse da lui, ma il nostro rapporto è in una botte di ferro. Anche quando è andato in Europa mentre invoce pensa�vo di andarci io è rimasto tale». Insom�ma nemmeno il prodiano Rutelli riusci�rà a incrinare quel rapporto. «Ora conclude Amato dobbiamo aiutarlo, dargli i mezzi per affennare questo modello d'Europa. Senza avere timori dell'unificazione ad Est: questo infatti è un obiettivo bellissimo, dopo 40 anni di comunismo vengono sottratti al comu�nismo paesi che erano stati sottratti all'Europa». «Conosco Romano Prodi da 30 anni Il nostro rapporto è in una botte di ferro Nessuno riuscirà a incrinarlo*

Persone citate: Giuliano Amato, Luigi Bobba, Maglio, Romano Prodi, Rutelli, Sottile

Luoghi citati: Europa, Italia