Nell'ufficio dei «benefattori»

Nell'ufficio dei «benefattori» NEI SOGNI DEL COLONNELLO UN FUTURO DA PATRIARCA D'AFRICA Nell'ufficio dei «benefattori» La Fondazione libica che ha pagato il riscatto reportage Catherine Simon IMll'OLI s ITUATAol quinto piano del la lussuosa ioni Al Fatali, la Fondazione Intornazionalo Gheddafi pei la solidarietà lil nume esatto, in Inglese, ò Giiddu h Iniemational for Chorìly Foun (l.iiioni e pn",ledui.i da Self FI Islam, uno doi figli del colonnol lo Gheddafi, «i..i fondaziono ha aperto rocoDtemonta una filiale .i Tiipoii, ma l'ufficio principale •.i uova u Bongasi», spiega Kha lui. IncaricotO del controllo sul m.ilei lale in!orni,il ico Unii mez�za dozzina di computer e di mobili nuovi fiammanti confor�mano le sue parole, il numero di telefono del direttole del consi�glio d'amministroziono della fon�daziono, Mohammod Salali, pe�rò, non funziona Kholid mostra al visitatole il dossier di |ir(;S(;iilazione dell'associazione diffuso sul sito Internt't Si vedono le loto di Seit fi islam capelli rasati, aria solenne, un foulard pali",Imi",e sullo spalle in coillpOgnia d�Ha|.ili Azzitidiiq, il mediatoro libico nella liberazio�ne dogli ostaggi, durante un viaggio nelle l'ilippine; «risalgo�no ìi lieo quattro mesi fa». Nella maggior parte delie can�cellerie i diplomatici ammetto�no che, prima deH'airare de^li ostaggi di Jolo, ignoravano Tesi stanza dello Fondazione Ghedda�fi: «Ne avevo sentito parlare, ma credevo che le sue attivila si limitassero alla costruzione d�moschee», dici; uno di questi. 2h anni, nato dalla seconda moglie del Capo dello stato. Seif FI islam (la spada dell'Islam), ha .studiato economia in Austria dove ha anche stretto un'amicì�zia con il leader dell'estienui destra Haider e ha per questo fama di uomo d'affari. E' luì, s�dice, che vigila sugli interassi finanziari della fomiRlia e presie�de l'associazione libica per la lotta contro la droga. Suo fratello Saadì, 27 anni, si interessa invece alla polìtica. Seif, infine, è anche presidente della squadra d�calcio di Tripoli dove, d�tanto in tanto, ama giocare. E' nell'indifferenza generale della Libia, che s�sono sviluppa�li i negoziati sulla liberazione degli ostaggi nelle Filippine. In�differenza nelle vie strette della città vecchia come nei quartieri intorno una enorme babele d�case senza anima, distese d�cemento sovrastale dalle anten�ne paraboliche, torri d�vetro scuro d�quindici 0 venti piani con uffici e centri commerciali. U ritratto «Guida della Rivoluzio�ne», dipìnto nello stile militante degli anni '70, fa capolino un po' dappertutto. «D�ciò che fa Ghed�dafi la popolazioni; libica se ne infischia», assicura un osservató�re. «La stessa guida suprema aggiunge s�interessa seconda�riamente alla Libia: il suo ego lo ha spìnto sempre pm lontano dalle frontiere, Per lungo tempo s�e immaginato leader del mon�do arabo. Ora, s�vorrebbe pa�triarca d'Africa». Centomila pro�fessori libici sono in missione in Africa, senza dimenticare lo ca�rovane mediche che assicurano campagne di vaccinazioni, i cen�tri culturali e le decine d�clini�che costruite un po' in tutta l'Africa, dal Togo al Mali. Questa nuova immagine d�«uomo di pace» non dispiace: «Non si può cavillare sulla since�rità di questa conversione: que�lita e la benvenuta sorrido un diplomatico -. Fino ad ora il nome della Libia era legalo al petrolio e al terrorismo. Se ora la s�associa a qualcosa d�positivo, l'immagine di un Gheddafi me�diatore umanitario, perché no? Soprattutto se funziona». «E' una polìtica, non una azione mirata», corregge Ali Triki, ministro dell'Unita africa�na, ambasciatore in Francia dal 1995 al 1999. «Prendere delle persone in ostaggio è un atto inumano. Nessuna ragione poli�tica o finanziaria, può giustifi�carlo» copyright Le Monde L'ente e diretto da un figlio del leader, Seif. Un diplomatico: se davvero la «Guida della rivoluzione»' si è convertito alle opere umanitarie, ne siamo felici, sinora il suo nome era legato soltanto a petrolio e terrorismo

Persone citate: Ali Triki, Catherine Simon, Gheddafi, Haider, Seif