Nell'era dello sfascio tecnologico

Nell'era dello sfascio tecnologico UNA SERIE DI SCIAGURE COME Al TEMPI DELL'AGONIA DElL'URSS Nell'era dello sfascio tecnologico limale oscuro della Russia, una minaccia per tutti analisi Giulietta Chisu inviato a MOSCA LE nazioni, i popoli, talvolta si ammalano, proprio come gli individui. E, se non se ne accorgono, può capitare che per debolezza, malinconia, de�pressione e tante altre concanse finiscano per inciampare, rom�persi qualcosa, infilare la chiave sbagliata nella toppa sbagliata, oppure balbettare, dimenticare anche le cose più ovvie, fare sciocchezze che in condizioni normali mai farebbero. Ieri quell'acuto osservatore del «Los Angeles Times» (e dello «International Herald Tribune»! che è William Pfaff ha scritto che la Russia deve ancora emer�gere forse dalla tremenda crisi nazionalo che cominciò nel 1904 con la sconfitta subita ad opera dei giapponesi. In un certo senso Pfaff potrobbe avere ragiono. C'è qualcosa di profondo in quello che sta accadendo in Russia, che fa appunto pensare a una crisi seria, a una malattia colletliva. Le bombe contro gente iner�me sono bombe e non c'è molto da aggiungere: si tratta di un fatto razionale, anche se mo�struoso, sebbene un Paese che vive una «strategìa della tensio�ne» non può comunque dirsi sano. Ma il «Kursk», l'incendio del�la torre di Ostankino, in rapida successione, fanno pensare a un meccanismo che si rompe, che va in pezzi. E gli uomini che lo facevano funzionare vanno in pezzi anche loro, anzi è il loro rompersi psicologico che spacca �meccanismi, che fa mancare loro il lubrificante necessario, che trasforma la ruggine della povertà cui si può rimediare talvolta con l'olio di gomito in ruggine vera, che corrodo e bloc�ca ibulloni della macchina socia�le e tecnologica. Sembra che la Russia intera sia come inebetita: dal suo capo che, appunto, balbo'tia, all'ulti�mo tecnico di un ripetitore tv che dimentica di coprire due fili con il nastro isolante, oppure all'ufficiale del «Kursk» che schiaccia per distrazione il pul�sante sbagliato, o a un oscuro operaio di una fabbrica missili�stica di Omsk che in una breve pausa di lavoro immersa in mesi di inattività salda male un rubinetto da cui dovrà passare il combustibile liquido di una tor�pedine destinata al Kursk. Forse per malinconia, o per�ché non sanno più chi sono e dove vivono, o perché non c'è più nessun motivo, e nessun senso, i saldare un rubinetto o a scrivere un'equazione. Mi toma sempre alla mente la tremenda serio di incidenti che avvenne nell'Urss di Andropov-CemenkoGorbaciov: dall'oleodotto sibe�riano che esplose bruciando un treno passeggeri liuto intero che passava nelle vicinanze; al reat�tore di un altro sommergibile nucleare che esploso, nel 1985. mentre veniva ricaricato; al bat�tello carico di gente in festa che sbaglia arcala di un ponte a Roslov sul Don; a Cemobil infi�ne. Ci vollero la perestrojka e la glasnost cure omeopalicho per ricacciare indielro il male oscuro, pur senza vincerlo. Era un Paese esausto che mostrava, a colpi d�centinaia di morti, di essere sui punto di crollare. Erano sintomi. Poi crol�lò. Ancho questi sombrano sinto�mi gravi di un male profondo. E non c'è medico all'orizzonte, né in Russia né fuori, capace di formulare una diagnosi e comin�ciare una cura. Per un commentatore Usa il Paese deve ancora emergere dalla crisi che cominciò nel 1904 con la sconfìtta da parte del Giappone

Persone citate: Andropov, Giulietta Chisu, Pfaff, William Pfaff

Luoghi citati: Giappone, Mosca, Russia, Urss, Usa