Per giornali e tv la psicologia è uno sciocchezzaio

Per giornali e tv la psicologia è uno sciocchezzaio Per giornali e tv la psicologia è uno sciocchezzaio RFCENSIONf Tilde Giani dallino CON il suo libro. Il «parere» dello psicologo, appena uscito per i tipi dell'editore Raffaello Cortina, Giorgio Blandino si propone in primo luogo di analizzare «lo sciocchez�zaio massmediatico in tema d�psicologia», che tutti possono pe�raltro constatare di jiersona leg�gendo i giomali o ascoltando i vari programmi televisivi. E in secondo luogo, di mostrare il modo in cui ta psicologia viene intesa nella vita quotidiana e nell'opinione pubblica. Il panorama non è esaltante, e la massa di citazioni tratte da lutti i vari massmedia che Blandi�no, docente di Psicologia dinami�ca all'Università di Torino, ha pazientemente consultalo, lotto o ascollato, dal 1995 alla fine del 1999, conferma che la rappresen�tazione della psicologia che sem�bra aleggiare in Italia non ha nulla a che fare ad esempio con l'impegno che viene richiesto og�gigiorno a migliaia di studenti per laurearsi in psicologia. In ogni caso l'immagine divulgata di questa disciplina non appare mol�lo lontana da ciò che in altri tempi veniva definito «comune buon senso». Questo, nel migliore dei casi. Nel peggiore invece, parrebbe che anche ouanto non è neppure classificabile come «buon senso», ma semplicemente opinione jiersonale, ammantala magari da un incipit, o inizio di frase del tipo: «Secondo gli psico�logi..." possa servire in modo egregio per introdurre qualsiasi banalità massmediatica possa ve�nire in mente. Volendo essere irriverenti fino in fondo nei con�fronti della psicologia (e Blandino ci perdoni), si potrebbe quasi dire che questa disciplina subisce la medesima sorte della nazionale di calcio. Circa una trentina di milioni di adulti in Italia (faccia�mo venti miboni di uomini e died di donne?! si ritiene capace di dare qualche buon consiglio circa la formazione e il tipo di gioco da intraprendere al CT della Nazio�nale, compreso anche qualche politico. E toioc altrettante perso�ne che in qualche modo comuni�cano tra loro attraverso i media, paiono convinti di aver dato o ricevuto ogni giorno una comuni�cazione seria su temi psicologici, psicoanalilici, psicoterapeutici. Tanto, un inconsdo ce l'abbiamo tutti e la divulgazione psicoanali�tica ci ha abituati a parlare più dell'inconscio che del conscio, più delle nostre emozioni che della razionali! à: un discorso, quest'ultimo, forse mollo più im�pegnativo da affrontare oggi che ai tempi di Freud, La casistica delle citazioni tut�te ben documentate, che Giorgio Blandino fornisce sulla base della lettura di decine di cruotidiani e periodici, e anche sulla base del�l'ascolto e della visione d�innu�merevoli programmi e Talk Show televisivi, alla quale si è sottopo�sto per anni (verrebbe quasi fallo di pensare ad una sorta di maso�chismo d'Autore!, tende in ogni caso a dare un quadro piuttosto avvilente, per quanto del tutto involontario, del modo in cui è percepita dalle masse la Psicolo�gia, quella con la P maiuscola, al cui intemo afferiscono poi tante diverse scuole, che hanno alta toro base differenti discipline scientifiche ed umanistiche, e gli sludi e te riflessioni di tanti pensa�tori. Si è dello «quadro awilente e insieme involontario», e questo aspetto deve essere chiarito. In effetti, nessuno di coloro che sono citati da Blandino persone e programmi parta o scrivo per svilire in qualche modo gli sludi psicologici ed i suoi Autori più illustri. Al contrario, tulli introdu�cono nel proprio discorso il riferi�mento, la menzione, la ricerca sul campo, i test psicologici, proprio per avvalorare i contenuti dell'ar�ticolo che stanno scrivendo, per fare cultura, o per dare prestigio ad un certo spettacolo televisivo. Ed e qui che scatta il meccanismo perverso: il riferimento, la cita�zione, la consulenza psicologica divenlano cosi banali e salottieri, cosi facile preda dei tuttologi, da scadere di livello e da diventare scontati. lolvoliQ quasi risibili. L'esempio più significativo è quello di Freud. Apparentemente basta citare il suo nome net titolo o sollotiiolo dell'articolo, o ag�giungere una sua fotografia o una caricatura su una qualsiasi pagi�na di giomate o rivista, per richia�mare l'altenzione del laliore an�che più svagalo e distrailo su quell'articolo. E non importa se poi Freud non c'entrava por nulla o quasi, l'importante è ta funzio�ne di richiamo. Per parte sua Blandino precisa di aver voluto evitare ta banalità di un titolo facile comò: Freud e i mass me�dia. In questo modo, con il suo piacevole libro, diverte il lettore e lo induce a riflettere sulla propria psiche. Una scienza che 1 media riducono spesso a comune buon senso, a banalità e chiacchiere: l'esempio più evidente è l'uso distorto di Freud e della psicoanalisi Giorgio Blandino II "parere* dello psicologo. La psicologia nei mass media Raftaello Cortina Editore, pp. 264. L 36 000 SAGGIO 0 ii

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