Dopo l'assassinio, tutti alla partita

Dopo l'assassinio, tutti alla partita RITRATTO DI GRUPPO TRA IGNORANZA E ARANCIA MECCANICA Dopo l'assassinio, tutti alla partita Stavano sempre insieme. Traditi dalla ripresa tv dei funerali reportage PisrangeloSapegno inviato a ANDRIA IL biglietto della partita co l'avevano tutti, Bari-Andria. Dev'essere finita uno a uno. La som prima Graziella Mansi, cho aveva 8 anni, era stata bruciata, «s'ora come sciolta nel�lo fiamme», ha raccontato Pa�squale. Però, rpiando ha segnato l'Andria è stata una liberazione. «Graziella aveva paura e questo ci faceva divertire ancora di più. Volevamo torturarla un po', ma solo por farle un po' male». Il giorno dopo sono andati ai fune�rali, alla Messa, e due si sono piazzati dietro i genitori di Gra�ziella. La tv li inquadrava e anche un ispettore dei vigili urbani: «Ma quelli non sono amici del Tortora?*, ba detto al suo vicino di banco. Puro Pa�squale Tortora, in carcere per aver ucciso Graziella. U avrebbe visti alla tv della sua cella. Gli è sembrato che ridessero, l'or que�ste ci è rimasto male. Pareva che si divertissero senza di lui. «Non volevamo violentarla, era soltanto un gioco, volevamo di�vertirci con lei*. Il branco nasce per quello, per stare insieme e divertirsi. Cinque ragazzi ma chissà se orano di più -. case basse, colori pallidi, sole e ulivi La piazza sotto la discesa, i grappoli di giovani al tramonto. il bar. il motorino, «e quando ci incontravamo, combinavamo sempre qualche bravata. Per questo ora meglio non vederci troppo». Il tono è quello delle discoteche: una fìgata. Si conoscevano da un pezzo. ma da appena un mese avevano fatto clan. Due erano cresciuti insieme da bambini e abitavano nella stessa vìa. Canonica Agre�sti, una stradina in discesa con�tro un muro bianco dove finiva�no lo corse in bìcìdeita. Giusep�pe Di Bari e Domenico Margiol�ta, facce da bambini. Di Bari aveva qualche precedente per furto. Margiolta ora considera�to uno pericoloso, mo i vicini d�casa non sanno diro perché: «Era cosi un bravo ragazzo», ripetono Benedetta, Grazia, Te�resa, Maria e Graziano. Anzi, gli scappa un po' da rìdere a Benedotta per dire ch'era proprio un bravo ragazzo. Di Ben: «Era fesso, capisci?». Capito: in Italia quando uno ò buono è fesso. Ma è davvero buono uno che brucia una bambina? «Che c'entra. Adesso che ha fatto quello, non lo è più*. Pedofili? «Ma no. bravi ragazzi. Niente droga, niente alcol. I mici figli li frequentava�no. Ragazzi normali». Invece pare che c'entri anche un po' la pedofilia. Ci sono tracce di vio�lenza. Dev'essere una nuova forma da studiare per la scien�za: la pedofilia dei bravi ragazzi che hanno paura delle donne e odiano i deboli, la pedofilìa di Arancia Meccanica. Hanno tutti fecce da bimbi, nel branco, an�che Margiotta che s'atteggia un po' bullescamente. Lui fa il cuci�tore in una fabbrica per indu�menti intimi. In quella fabbrica lavorava anche Vincenzo Cora�tella, un altro del branco, aspi�rante cudtore. Paga: forse SOO mila, un milione al mese. Mar�giotta e Di Bari avevano un motorino, salivano insieme e scendevano giù nella piazza. Hanno collezionato un sacco di multe perché andavano senza casco. Molto normale, anche questo. I gonitori di Margiotta hanno la licenza elementare. Lui invece quella delle medie inferiori. La madre, Marianna, si affaccia dietro le tende: «Ave�te già fatto troppo cosino. Con voi non parlo». Giuseppe Di Bari ha il padre bracciante, f) ' ele�mentare, e la mamma casalinga, terza elomontaro, che scaccia �cronisti al citofono: «Voi non avete capito niente e parlate troppo». Quello del branco che stava più zitto ò Vincenzo, 19 anni portati dentro a una faeda da bambino, «che teneva sempre bassa tutte le volte che usciva d�casa senza salutare mai nessu�no*. Vincenzo è quello che s'è messo a urlare, ieri sera, e s'è aggrappato alle sbarre, alle por�te, agii uomini e sbavava come un ossesso «non sono stato io», mentre i carabinieri lo trattene�vano e lo spìngevano sulla se�dia. Vincenzo Coratella abita ir. via Traiano, al primo piano di una casetta semplice con le sue belle tende alla porta, comò c'orano nei cascinali di campa�gna una volta. I giovanotti dio oziano al sole l�vicino, ripetono semplicomente: «E' stata una bravata*. Quello con la magliet�ta cho aspetta la fidanzata s�vergogna solo un po': «Effettivomente, una bravata grossa». Vin�cenzo era il silenzioso. Ma il capobranco doveva ossero Mi�chele Zagaria, ii più giovane, 18 anni appena compiuti, lo strafot�tente, il bullo, quello con la macchina, la Rogata bianca elio avevano visto aggirarsi sul luo�go del dolilto. Faceva il carpen�tiere. Forse a Prato, forse qua. Il mi giovane, ma l'unico con la accia da uomo, muscoli o spa�valderia. Il babbo fa il camioni�sta, l'hanno fermato a Brescia e gliol'hanno detto. E' venuto giù piangendo: «lo non su. non sto mai a casa. A queste cose ci deve pensare mia moglie». Michele e Vincenzo sono quelli cho nega�no tutto. Gli altri due avrebbero già ceduto. Il quinto. Pasquale Tortora, era il fesso dol branco, quollo che s'ora fatto prendere subito e che li avrebbe tirati in ballo perché il giorno dol funera�le, gli sembrava che ridessero. Ha pensato: loro se la spassano. «Poi è uscita l'idea del fuoco. Ci pensavamo da giorni a giocare col fuoco». E' una storia cosi truce cho anche a scrivemo viene da star malo. E' una storia di ignoranti, mu la povertà non c'entra. E' mollo italiana, questo sì, e non serve ripeterlo. E' una vera sto�ria del branco, come quella doi sassi di Tortona. Il branco ho sempre bisogno del più (lobulo, come fanno i lupi quando avvi�stano un groggó o una mandria e annusano subilo la proda più veediìa e più stanca, perciò più facile da cacciare. Ma i lupi lo fanno per sopravvìvere, perché quella è la logge dello natura. Il branco degli uomini lo fa solo rir divertimento. Perché questo il nostro orrore. E questa è la nostra Italia, quella e io ci rifiuriamo sempre di conoscere o di scoprire, e che poi abbiamo sotto casa, e fa la nostra vita di tutti �giorni frequenta lo stesso bar o lo stadio, e coltiva l'amore quasi inebetito per il caldo co�me una ragione di vita, o come una ledo, e non legge mai un libro, non s(o};li.i mal un giorna�le e si rijKJSa davanti alla tv come di fronte a un santuario da venerare, l doliui tremendi, cho ci spaventano al cinema, non hanno lo strade polverose della prateria americana o i palazzi scttldnuti dol Bronx. ma questo reticolo di viuzze chiuse fra case squadrate di duo o tre piani, con le tonde sulla porta e le sedie sul miirciupiedo dovo l'ombro rotiangolare comincia ad altravorsare la via. Nasco e fiorisco, tulio quell'orrore, in questi laesi circondali dagli uli vi e da le vigne, con lo loro bolle chiese bianche appisolate sulla piazzetta, ti'oi, e uscita l'idea del fuoco. Ci pensavamo da giorni a gioca�re col fuoco, Bovovanio birra e ci esaltavamo o tenerla. Abbiamo raccolto sterpaglia attorno, ab�biamo legato la bambina. E il fuoco l'ha coportak. Il branco si diverto cosi. Le mammo hanno urlato nella notte di liborare i loro bambini. Vincenzo l'hanno portato in infcrmeria die strilla�va ancora. A Michele, quello che «doveva pensarci sua madre», hanno sequestrato la Regata bianca, il padre di Margiotta aveva appena comprato a Dome�nico lo macchina nuova, una Peugeot 10G verde. E Benedetta dice: «Non orano doi malandri�ni. Erano dei fessi»... Per fortu�na che stasera c'è la nostra partita di calcio. Tmc, Memorial CecdiìGori. «Da giorni pensavamo al fuoco, con Graziella volevamo giocare Ci divertiva vedere la sua faccia spaventata» Gli amici del bar: «Non sono delinquenti è stata una bravata, sono solo un po' fessi» Il padre di uno degli accusati: «Faccio il camionista, non sono mai a casa e a lui ci doveva pensare mia moglie» il delitto A fianco. Pasquale Tonora. il ragazzo che prima si e accusato dell'omicidio e poi ha latto i nomi dei complici. Ai centro, la bimba uccisa

Luoghi citati: Andria, Brescia, Dome, Italia, Prato, Tortona