I I lente del «Kursk »

I I lente del «Kursk » LE MADRI PIANGONO STRINGENDO LE ULTIME LETTERE DEI MARINAI Il popolo dolente del «Kursk» Una Russia misera, obbediente e silenziosa reportage Anna Zalesova MOSCA IL 10 andremo per tre giorni in mare per esercitazioni...» A indirizzi sparsi per tutto l'ex impero continuano ad arri�vare lettere, partile dalle rive dol mare di Barents all'inizio di agosto. La posta funziona come tutto il resto in Russia, e a Murmansk e in Crimea, a Mo�sca e in Siberia si piango ora su lotterò mandale do morti. Le madri le mostrano, pezzi di carta u quadretti strappati da un quaderno scolastico, riempi�ti con calligrafie rotonde, infan�tili, missive laconiche di chi non è abituato a usare carta e penna, né a prolungarsi sui propri sentimenti: «Mamma, tutto bene, presto usciremo in mare». Messaggi identici, che vanno ad aggiungersi ad altre reliquie deH'altarino materno: fotogra�fie, ciocche di cajppelli, icone, e una boccetta di gocce per il cuore, con il loro odore pungen�te. Donne dallo sguadro vitreo per le lacrime, le labbra treman�ti, il foulard stretto alla contadi�na in tosta. Lo stesso quadro di dolore a tutte le latitudini, nel quale la tragedia del «Kursk» si ripete decine e centinaia di volte, come in uno specchio. Fotografie: facce giovani, con le guance ancora paffute dell'adolescenza, lo sguardo csagonilamonte serio sotto il borroiio da marinaio. Sono le loro prime immagini da ufficia�li dalla marina. Sasha, Kolja, Maxim. Ed eccoli che ridono, abbracciando la mamma o la sorellina, in casa, in borghese, a congedo. Dima, Ghena, Ro�man. Sembrano fratelli, in queste immagini ormai giovani per l'otemità. Sembrano nati e cre�sciuti nella stessa casa. Perfino lo foto sono uguali, con sullo sfondo lo stessa carta da parati a fiorellini e lo stesso tappeto marrone sulla parete delta stan�za buona, perchè la gente pove�ra non mette il tappeto per terra. Sembrano tutti figli della siossa madre, quella Lidia Vassiliovna o Nadozhda Aloxandrovna, con il foulard o l'abito sformato a fiori siimi, cho dalle rughe sombrorerebbe avere 90 anni, ma poi dice cho il figlio l'ha fatto a 20. e quindi no avrà al massimo 50. Questo è il popolo del «Kur�sk», quella Russia profonda nel�le casette di legno e dei caser�moni a 20 piani, quella cho ancora manda i figli nell'eserci�to e ora non ha parole por il suo doloro e la sua rabbia. L'altra Russia riversa in Internet fiu�mi di parole di fuoco, e chiama per nome i colpevoli, ma noi villaggi sperduti donne con la parlata contadina singhiozzano solo: «Dio, dio, il mio ragaz�zo, ora cosi, cosi...» Vova, Liosha, Igor. Si qualificano «genio sempli�ce», e non faranno mai causa ul comando, porcile non gli hanno insegnato la disobbodionza. Sofja Ivanovna, la mamma dol marinaio Omilrij Leonov. si rifiuta di mostrare ai giornali�sti foto di suo figlio ali'intemo del vascello. «Mi ha detto di non farle vedere a nessuno, il sottomarino ò segreto». Il «Kur�sk» e ormai un rottame sullo sfondo del maro, e il suo unico segreto, ormai rivolalo al mon�do, è l'indifferenza e l'incompotonza. Olog, Sorghej, Misha. Lo loro famiglio non hanno nemmeno i soldi por pagarsi il biglietto fino a Murmansk, 50-100 mila lire che per loro sono una cifra irragiungibile. Molti ufficiali dol «Kursk» strappavano soldi al loro magro stipendio per aiutare i genitori. E' In Russia dove si campa di orto e di solidarietà, una Russia che ha il volto di donna: i padri sono scomparsi da deconni, oppure non vogliono farsi vedere nel dolore. Le città, ricche e colte, non mandano più i figli a fare il militare, pagando, corrompen�do, inventando malattie false, tutto pur di non spedire il figlio nel mattatotio ceceno o in una caserma infestato dal nonni�smo. A Mesca ormai i genitori cominciano a pensare a come far evitare la leva al loro ma�schietto quando deve ancora La moglie di un ufficiale del Kursk mostra la foto del marito in uniforme

Persone citate: Donne, Leonov