I dialetti padani, «lingue tagliate?»

I dialetti padani, «lingue tagliate?» LINGUISTICA I dialetti padani, «lingue tagliate?» Dal bergamasco al cuneese, un patrimonio in pericolo Lf avvenuto riconosci mento dell'Occitano par lato nello vallale dol l'io molilo, come lingua minoritaria. se da un loto 6 stato giustamente salutato conio un atto di grando civiltà, atteso (la anni, dall'alii'o ho Liscialo porplessi i parlanti di nitri linguaggi che si sono, inve�ce, visti negare ogni riconosci menti) Isl itiizionale. 'Ira lo parla le che, per miiUvi allatto lontani da ogni ragionevole epiostiono di natura moramente linguistica, non hanno ottenuto alcun diritto alla lutala, annovorlamo �dialol ti padani gallo lumanzi galloitalici , pei gli Studiosi, ma aliliastanza unpropriamonto d�Piomonte, Liguria, Lombardia ed l'milia Hiin,a,,nii, nelle imo Infini�te varianti. Tralasciando di Intervenire in marito a un dibattito d�naturo squisitomonto politica, certo ò cho il patrimonio ciilturalo rappresentato dalle parlate naturali gallo-romanze 6 grandia COITO grave pericolo d'estinzione l'onondo clic ormai sia del lutto superata la questiono assoluta�mente antilinguistìca vertente Bull'oppoaizlone di valore tra dio letto e linguo potremmo tontare di sapore iinaiciisa d�più a iiri)|Mi sito di queste bistrattate tavelle KvDluzione dol Latino parlato, i dialetti padani, pur so in modo mono omogeneo i Ispetto olle pai lato occitano, sono in rapporto abbastanza stretto tra loro. Tra i dialetti padani d'origine gallo-ro manza, limitandoci alla Province d�Cuneo. Asti o Torino, annove�riamo il Cunavosano. sorta di passaggio tra l'Arpìtano o i! l'ioinontoso, coasidonitodai pioinontosisti una varianto d�quest uliimo; un Insieme d�vernacoli, d�cui variante illustre e il torinesi', dai confini non netti, elio può onson,' definito l'iomoiiioso oca dentale o "poriordlano", in cui le terminazioni verbali risomi ino di un forte Influsso doll'nreu france�te •"•ai* invoco d�"-ni" nolla II pera, sing.-; un Insieme di parlaio, mescolato allo precedenti in alcuno aree di '.'(iniino, ma corrispondento, grossomodo, all'astigiano, .ili'.illii--,' e allo loro zonu immediatamente limitrofe in cui, tm vari falli, si nota, coniuno, il passoggio delle desinenze verbali di II e, por tal causa, di I per. .in»; i cpcltivann-nli' allo forme "ai" per "ns", o Cjpor "ai", sintorao di "gallitalicità'V per alcu�ni L'USO di vernacoli particolari in àmbiti territorialmente limita�li e �nnn Intensi scambi culturali tra un'area e l'altra della pianura padana e (lolla Liguria, hanno fatto m dio rinlorcompronsioiio tra ano dialottali non in stretti rapporti Ini Ioni risuluisso quasi impossibils ai più, a mono che non si irattasao di studiosi o di cultori della materia. L'esempio classico e cho, difficilmeniu, ad esompio. una iiersoim di hanmi cultura (lolla pianura runeese potrà proficuamente dielogora, ciascuno utilizzandu la propria parlai», con una iwrsomi d�iiuri istruzione del bergamasco o del rinunose, formo restando che ognuna di questo fnvollo 0 originata da una stussu lingua il l^iliim parlala da popoli più 0 mono piolondumenle celti/.zuti, BOttomessi u Romo, di cultura abbastanza omogonoa: ovvero: che sono diiiletli di un'iiKiteticn lingua comune abortita. A ben vedere, jierò, (piosta difiìcoltosa JntercomprensiaM tra parlanti diflerenti dialetti non ò ignaUi. se non si vuole mistificare la realtà, neppure nei tenitori di lingua occìlana. E' dilficile cho tra un Occiumo dello valli del versante Italiano, e uno che provongu da una qualsiasi ultra zona occìlana in cui non si parli un diuluttu alpino, ci si capisca senza diffio li�te: "hibo lou bou bi!" non signifi�ca nulla por un pastore doll'Argontura, Rsnttamonttt conio "la tsnramaiarè decò tsulml" non so�no cho vuoto iiurole jxir un Provi'ii.'.ilr a un Guascone, In tal caso, p,-ni nessuno, salvo qual�che bastian contrario, si sognerà di nogurn {'esistenza di una pro�fondu unitariolà linguistica o cultunilu uccìuuia; anche se, secan�do lui. essa dev'esser solo denomi�nata "provonzulo". Perché, allora, ciò accade iior i dialetti e lo culture sorelle di Piemonte, Ligu�ria ecc.? Lu culturu occitnna, ancho do�lio il mitdioevo, pur suliondo l'innegabilifrunecsizzazione fanmtn, nn mantenuto un certo senti�mento d'appartenenza solo un po' sbiadito negli ultimi tempi, (piundo una nasccnto borghesia ignorunto ha allentato �legami con lo proprio radici. In pianura p.id.iii.i. dojx) i primi tentativi osjH'riii in vari documenti statulari ad esempio quello redatto in piemontese, relativo allo statu�to duU'Uspizio della Società di S. Giorgio del Popolo, in Chieri. datalo 25 luglio 1321 «.Arando la sua iiulivtlà 1321, a la quarta indicion, on Babà a 25 di dol mois de loigl, on lo pioti o general crmsogl...» con la comixisiziono di laudi o proci, o la nascita di una letterartura didascalica, come quella di iionvesiu do la Riva, si abbandonò l'uso del proprio ver�nacolo, in favore di altre lingue, come la francese e la fiurenlma. Abbandonati gli usi elevali e lettArari, lo jiarlato, invece di conflui�rò, comò stava avvenendo nel Paese dei trovatori, verso una forma di coinè, si estraniarono sempre più l'ima dall'altra. A ciò risalgono gli alti lai dogli alessan�drini cho lottano per la difesa della loro parlala e si oppongono allo studio del Piomuntosc inteso come vernacolo illustre di Tori�no, ritonondoln tutt'altra cosa, e il, finora, vano tentativo di re�staurare, so non un padano illu�stre, almono. un Piemontese, un Ligure, un Lombardo ecc. comu�ni accettati da tutti i parlanti all'interno delle rispettive regio�ni. Ma non si devo, però, sottace�re un olirò fatto. Mentre, infatti, la cullimi uccilana difendo sola il pruprio diritto aU'esistbnza e alla continuità, e si adopera in tal senso producendo anche molla letteratura nuova, la pudanita sembra essersi votata più alla rivondicaziunc del monopolio del�lo virtù eccelso dell'onestà e della vora fede rispetto agli altri, extra comunitari massimamente, che non all'attiva salvaguardia del palrimonio linguistica o cultura�le, crogiolandosi, anzi spesso noi riproporre quasi unicamonte il sapore antico di un mondo che non c'ò più. pur essendo assai ben rappresentato dal continuo ricorso a dotti campagnoli e a poesie d'argomento agresto ed intimista. Qualche trattato di biogonetica attende d'essere tradotto in un tabiesii o in un lombardo, piutto�sto die in un valdostano di bassa vallo, che non siano solo capaci d'eprimore lazzi verso i "Castolin de l'anima pèrsa', idilli alla 'sighòra do Muan", a fresche odi "a la valsi" che rumina sui prati della malga. Luca Quaglia A fianco un inomomo della Bajo, festa tradizionale occltana che il tiene ogni cinque anni, d'inverno, a Saripeyro In Val Varalta, provincia di Cuneo

Persone citate: Bajo, Luca Quaglia, Romo

Luoghi citati: Asti, Cuneo, Liguria, Lombardia, Piemonte, Torino