Pochi volt contro la depressione

Pochi volt contro la depressione NEUROLOGIA Pochi volt contro la depressione Microscariche anche per l'epilessia UN recente convegno tenu�tosi a Novara con la parte�cipazione di John Rolbwell, del Medicai Research Council di Londra, ha esamina�lo lo "stalo dell'arte" in tema di stimolazione magnetica transcranica. Questa metodo, di introduzione relativamente re�cente, sta vivendo un esponen�ziale sviluppo dal punto di vista della ricerca e delle appli�cazioni cliniche. Esso consente infatti di interagire diretta�mente con il tessuto cerebrale dell'uomo in modo perfetta�mente indolore ed innocuo. La base di tale interazione sta nell'indurre, per effetto Fara�day, deboli correnti elettriche in grado di attivare gli elemen�ti neurali. Una corrente ad alla intensità scorre attraverso una bobina in rame, appoggia�ta dirottamente sullo scalpa (vedi Figura). La corrente origina dalla scarica di speciali condensato�ri, ed il suo flusso transitorio genera un altrettanto tempora�neo campo magnetico. Que�st'ultimo attraversa senza atte�nuazioni i tessuti del cranio ed a sua volta induce delle microcorrenti elettriche, sufficienti tuttavia a produrre la scarica di aggregati neurc^ali ad una profondità massima di pochi centimetri. La bobina oggi più usala ha uno formo "a otto" oppure "o farfalla". Questa con�sente un'attivazione focale, cioè limitata ad aree più ristret�te (ad esempio quella della mano), del tessuto corticale. Il primo e più studiato bersa�glio della stimolazione magne�tica transcranica è l'area moto�ria primaria, "area eccitabile* per eccellenza dei neurofisiolo�gici classici. L'attivazione dei neuroni corticospinali qui col�locati consente di produrre la contrazione di muscoli schele�trici attraverso la vie motorie che comprendono corteccia, fa�scio piramidale, motoneuroni spinali e sistema nervoso periforìco. La contrazione dol muicoio 'bersaglio* della stimola�zione ha un correlato elettrico che, registrato con apposite apparecchiature, prende il no�me di Potenziale evocato moto�re o PEM. Lo studio dei PEM nel campo della fisiologia nor�male ha fornito preziose infor�mazioni sui fenomeni eccitato�ri ed inibitori intrinseci alla corteccia motoria, la conduzio�ne nervosa corticospinale e le interazioni tra impulsa discen�dente od attivila moloneuronali spinali. Presto l'interesse si è esteso alla fisiapatologia di numerose malattie neurologiche, e ne sono nate importanti applica�zioni cliniche. Misurare la con�duzione degli impulsi nervosi lungo l'intero sistema motore è utile alla diagnosi della scle�rosi multipla, delle malattie compressive del midolla spina�le e delle radici motorie, di alcune malattie degenerative del motoneurono. Curiosa utili�tà si ritrova nello smascherare simulatori, in cui la stimolazio�ne magnetica transcranica pro�voca con ogni evidenza il movi�mento di arti che si pretendo�no paralizzati. Implicando co�si l'integrità funzionale del sistema motore resoonsabile. La comprensione deìle altera�zioni fisiologiche corticali, tut�tora in parte oscuro, di malat�tie erme quella di Parkinson, ha ricevuto un importante im�pulso proprio dalla stimolazio�ne magnetica. Lo stesso si auspica possa avvenire in alcune formo di epilessia, dove alterazioni del1 equilibrio fra eccitazione ed inibizione neuronale sono clas�sicamente ritenute un elemen�to-chiave. Di questo bilancio, in corteccia, la stimolazione magnetica è l'unico strumento di misura nel paziente sveglio ed imano. Studi in questo senso sono slati condotti anche presso la Clinica neurologica dell'Uni�versità A. Avogadro di Novara da Roberto Camello e Carlo Civardi, e pubblicati recente�mente su Epilepsia. la rivista intemazionale più importante del settore, Quando la stimola�zione è presentala in forma ripetitiva, ossia in treni più o meno prolungati, a variabili frequenze, si verificano altri interessanti effetti. La stimola�zione ad alta frequenza tende ad inattivare funzionalmente l'area cerebrale cui è applica�la. Questo è particolarmente utile in studi di neuropsicolo�gia, ad esempio per definire quale emisfero cerebrale sia effettivamente dominante pei il linguaggio. Oppure per deter�minare quali regioni cerebrali siano cruciali nel realizzare determinate funzioni psichi�che superiori, ud esempio alcu�ne specie di apprendimento o di percezione. Di più, la stimo�lazione ripetitiva a bassa fre�quenza è in grado di diminuire in modo prolungato l'eccitabili�tà del mantello corticale, ossia l'effetto persiste anche minuti od ore dopo il termine della stimolazione. Questo fenome�no, che si ritiene simile a quel complesso gioco di adattamen�to sinaptico detto "depressione sinaptica a lungo termine", potrebbe risultare utile in con�dizioni patalogichc caratteriz�zale da eccessiva eccitabilità corticale, come appunto alcu�ne varietà di epilessia. Grand" «sf—«aiiva ha poi destato la segnalazione di «ffetti positivi della stimolazione magnetica ripetitiva su alcune maialili.psicnìatriche. come il disturbo depressivo maggiore. In questo caso, il bersaglio è costituito dalle aree corticali prefrontali. Il UKCcanitimo d'azione, secondo m prime in�dagini, consisterebbe in complossi aggiustumenii del turno�ver di trasmeliiiori cerebrali tipicamente implicati nella ge�nesi dei fenomeni depressivi, come le amine biogene. Anche i distrubi di tipo ossessivocompulsivo sono stati segnala�ti come suscetiibili di favorevo�le influenza da parte del meto�do. Alcune delle sperimentazio�ni in ambito psichiatrico han�no ricevuto pubblicazione su riviste come "The Lancel", Tal�volta è stato sollevato una sorta di nuovo entusiasmo te�rapeutico per quello che è stato paragonala ad un inno�cuo ma efficace "microelettroshock" o'eletlroshock dolce". Ciò evidentemente nasce dal ben nato fenomeno della resistenza ai farmaci che alcune forme depressive comportano. Altri studi non si sono rivelati altrettanto favorevoli. Vi è pe�rò generale accordo che la potenziale importanza del me�todo meriti ulteriori indagini, più ampie e metodolagicamcnto corrette. Alcune di queste sono del resto in via d; i.umplflamento presso varie sedi nel mondo, inclusa lo nostra. Francesco Monaco Clinica Neurologica Università del Piemonte Onentale 'A Avogadro' Novara ta bruttura a forma di orto in alto a destra, è la bobina generatrice del campo magnetico adiacente al cranio. Lafieccia«A«. Indka l'area della corteccia cerebrale stimolata con la massima intensità del campo magnetico. La freccia «fiindica invece l'area di penetrazione del campo magnetico con intensità decrescenti, nel tessuto cerebrale

Persone citate: Avogadro, Carlo Civardi, Fara, Figura, Francesco Monaco, John Rolbwell, Parkinson

Luoghi citati: Londra, Novara, Piemonte