Il sogno cent'anni dopo Freud: metafora, non maschera

Il sogno cent'anni dopo Freud: metafora, non maschera Il sogno cent'anni dopo Freud: metafora, non maschera CHI conosce il bel�lissimo libro di Albert Béguin, L'anima rornanfica e il sogno ledilo dal Saggiatore nel 1967 ed ora introvabi�le; a quando una ri�stampa?), sa che la rivaluLazìono del mondo onirico s�dove appunto alla cultura del Romantici�smo. Per �romantici, il sogno è simbolo d�tutto ciò che, opponendo�si alle convenzioni che reggono il mondo diurno, introduce a una oscurità animata in cui si nascondo�no i germi di una possibile redenzio�ne cos�come quelli della definitiva dissoluzione. «Chiudete gli occhi, e vedrete», scriveva Joubert. Vedere, ma che cosa? Il sogno è la rivelazio�ne dell'Altro: sotto le vesti più bizzarre affiora dalle profondità e ci chiede di specchiarci. In esso possia�mo contemplare con inquietudine non soltanto il volto che si cela dietro la nostra stessa apparenza, quello che non vorremmo che ci appartenesse, ma anche lo sontuoso immagini che seno la sostanza stes�sa dei miti, nelle quali ogni uomo può riconoscere la forma del pro�prio destino. Per questa via le storie individuali si connettono all'Anima del mondo, cioè a una realtà più vasta, anteriore alle singole vite. E RECENAug IONE sto dunque, quella morte inlermilienle che è il sonno si fa veicolo di conoscenza giacché, co�me scrive Novalis, «il cammino misterioso va verso l'intemo; è in noi, o in nessun luo^o, che si trova l'eiemità coni suoi mondi.!.». In parziale contrasto con la visio�ne romantica, e ispirandosi a una metafisica illuminista, Freud tentò di dare una definizione univoca dei fenomeni onirici, interpretandoli ge�neralmente come rappresentazioni distorte di desideri rimossi che, cosi iraveslilì. si insinuano nella cosdenza e mettono in scena in modo enigmatico il loro soddisfacimento. Partendo da questa ipotesi, egli credette di individuare sia i mecca�nismi specifici che presiedono ai processi di mascheramento, sia il metodo per risalire dall'apiiarenza del sogno al suo significato latente, sia una simbolica di matrice pansessualista che permette di ridurre a poche e semplici configurazioni la ricchezza elusiva dello immagini oniriche. Il maggior interesse de II sogno cent'anni dopo , che raccoglie gli interventi tenuti nel 1998 in occa�sione dell'omonimo Congresso della Società Psìcoanalitica Italiana, sta nella presa di distanza pressoché generale dalla concezione freudia�na del sogno. Sono passati circa cento anni dalla pubblicazione dell'/nferprefozione dei soyni e, a par�te i rituali omaggi verbali alla me�moria del Fondatore, quasi tutti gli psicoanalisli qui convenuti metto�no in evidenza che (pie! libro conser�va una grandissima importanza sto�rica ma una assai scarsa efficacia opcraliva. Le molteplici prospettive adombrale in questo volume libera�no il «o^no dalla ingessatura freu�diana e lo riportano a una grande varietà di significali. Non più soltan�to appagamento alluciiiatorio d�un desiderio, il sogno recupera altre funzioni che, in modi certamente meno intuitivi e immaginativi, ri�prendono temi ronianlìci, e in certi casi sembrano muoversi nella dire�zione d�una vera e propria rimìlizzazione. Scompare la differenza tra contenuto latente e contenuto mani festo: quest'ultimo toma ad essere l'unico testo del sogno, e le immagi�ni oniriche vengono di conseguenza lette come metafore e non come mascheramenli. Esse chiedono d�essere decifrate e comprese nella loro specificità, inquantoproduttrici di un senso che si costituisce nell'atto della interpretazione e non gli precsiste. Viene sottolineala la funzione compensatoria del sogno ed il suo nesso con le vicende attuali del sognatore e della coppia analìti�ca: in questa prospettiva «la mente onirica offre alla mente del giorno informazioni e suggerimenti diffici�li da accettare». Viene detto che il sogno è un tentativo di elaborare conflitti e di risolvere problemi, e dunque di favorire nuovi progotti vitali: il sogno s�riappropria cosi di una valenza «profeiia;-. come indi�catore di una irasfomiazìone non ancora conosciuta, ma anticipata nella vicenda onirica. Altri autori tendono invece a mettere tra paren�tesi il problema del significato, per concentrarsi sui possibili usi pratici del sogno, inteso soprattutto come altivatore del rapporto analìlico. La varietà delle proposte s�ap�poggia non di rado alla autorità di insigni analisti postfreudiani, e ira questi soprattiitio a Kerenczi. Bìon e Kohul La cosa più singolare è però che, con una sola eccezione (Molinari), nessun muore ha messo in evidenza come gran parte delle nuove proposte interpretative sia�no state anticipate dal modello die Jung offre (iell'allìvilà onirica; co�sicché lo psichiatra zurighese ò, per cosi dire, il triinosso» di questo pur interessante volume. Eppure, sareb�be bastalo ricordare la critica jun�ghiana all'idea del sogno come oc�cultamento e la sua ìnteqiretaziono prospeltica del testo onìrico. Oltre che l'attribuzione a certi sogni d�una funzione auienticamente sùnbolica. Tesi che in questo libro viene riproposta da un filosofo. Remo Bodei, quando, accomunan�do i camp�del sogno, dell'arte e della réverie, sottolinea la loro den�sità e inesauribilità interpretativa, la infinita ricchezza «d�significati diversi e contraddittori che non s�riescono a ridurre all'univocità e a cui può rendere giustizia solo attra�verso le fonne dell'incisiva, polisemica ambiguità». RECENSIONE Augusto Scompare la differenza tra contenuto latente e contenuto manifesto: le immagini oniriche chiedono di essere decifrate e comprese nella loro specificità EnilK. René Magrìtte, «L'Invention Collective», 1935, collezione privata, Belgio Stefano Bolognini (a cura di) Il sogno cento anni dopo BollatiBoringhieri. pp. 456. L 60.000 SAGGIO

Persone citate: Albert Béguin, Freud, Joubert, Jung, Molinari, Remo Bodei, René Magrìtte, Stefano Bolognini

Luoghi citati: Belgio