Un secolo a passo di romanzo

Un secolo a passo di romanzo Un secolo a passo di romanzo Da Nievo ai macaron�di Guccini, da Guareschi alla Suora di Arpino: il respiro delle generazioni UANTO è lunga una genoraI zinne? 0 meglio, di quanti anni ammesso siano gli anni l'unil/i di misura più opportuna da impiegare si dìstaiixia una generazione dall'al�tra? Parrebbe che venticinque an�ni, yalc a dire un quarto di secolo, sia un equo compromesso por marcare la staffotia degli esseri umtni dentro la loro storia. Noturalitienle per snellire la staff ella o varcare più velocomontegl�inter�valli atlravorso le periodizzazioni ci h] può avvalere di qualcuno più allémpaio. E' quello che sostiene Marfnierìlo Yourcenar quando, ne�gli fappunti ad ap lendicc dello suo «M1-010110 di Adriano», sostiene dia «duo dozzine di mani scheletri�che, più o mono venticiquo ve�gliardi basterebbòro a stabilire un contatto ininterrotto tra Adriano e nui» Mentre altrove, sempre la Voiirconar, meno pressala dall'asHÌllo del tempo, s'avvale d�stalfelle ' in( uantanni per stabilire co frendo lungo due millifiini che quaranta persone, grosso modo quello cho può portare un medio bui, riempiono la catena che si snoda tra rinizio dell'ora cristia�na v la nostra epoca. Anche nel marcare le generazio�ni iche ai succedono all'interno della nostra storili nazionale ci si hatcameiiii Ira rlìssimili misuro Quattro re (Vittorio Emanuele II, (Jrnberto t, Vittorio Emanuele ili e Dmberto n con il suo fugacissi�mo tocco a fuga finale) segnano le (juiiiira generazioni che si succoc fitioaU'iniernodel Regno d'Italia dmato poco più d�un'ottantina d�an)iì. So invoco doi re ci s�servo dot generali, allineandoli lungo co|filiri dinastio famigliari investi�le jdi p.lto responsabilità militari, d ii accorgo elio In misura divorila ni: lunga: nulla storia d'Italia ne lusitano tre por correrò dalla prosaldi Uoma (pianificata da nonno l'.. ffaole Cadorna} alla gnmdo gii ■n.i (dove campeggia il ruolo d�gii leralissimo affidato al figlio, Li igil sino alla Resistenza (chi' vii M il nipote Haffnelo comandan�te del Corpo Volontari della Liber�tà). Ma per misurare lo generazioni di un secolo quale ad esempio il Novocento né re né generali sem�brano offrire il giusto strumonto. Mollo più efficace ó attingerò alla narrativa: e li pescare le genera�zioni che si susseguono, s�affian�cano, confliggono dentro gli anni di questo nostro Paese, Se qualcu�no volesse comporre una galleria delle generazioni di italiani fissali dalla nostra narraliva non potreb�be cho partire da Carlino Altovili, che, assieme alla Pisana, rnppresonta lo schiere di coloro cho aspettano che l'Italia, quella unita sotto una sola bandiera, arrivi. K nel tsritì, quando Nievo conclu�do il suo capolavoro, il nostro Altovili è ancora li ad aspettare fiducioso, senza farsi scorare dal�la vista delle rovine che hanno preso il posto del castello di Frat�ta. Lieto come scrive nell'ultima lagina di aver «misurato eoi novi miei giorni il pnssu d'un gran popoli». So dalla generazione di Altovili si volesse saltare di colpo noi Novecento bisognerebbe alfidars�alle vite parallelo d�due personag�gi, solo apparentemente minori, che attraversano la prima mela del secolo: però nessuno a parte Giovannino Guareschi ha ancora Merino la vera biografia d�Popponoo don Camillo. Natipresumìhìlmonto sul finire doU'Olloconlo la prima gioventù li aspella sulle irinceo della grande guerra: l'uno cappellano o l'altro fantaccino. E il compagno Poppone, come salta fuori dal racconto «IV Novem�bre», deve essersi battuto bene se una medaglia al valore se la porta a casa. Attraversano il ventennio di corsa e poi, i due, combattono sia puro con modalità.e impegni diversi nella Resistenza. Di quel�lo cho succede dopo il loro stagliarsi nel confronto ira comu�nisti o cattolici in un'Italia saporo�sa di vitali contrapposizioni grazie all'epopea narrata da Gua�reschi sappiamo tulio. E' una generazione la loro cho la fa da protagonista ancora negli anni del disgelo e della caduta d�Kruscev sino a lambire la contestazione degli Anni Sessanta (rappresenta�ta dal figlio di Pepponel. Tuli altro che un primaltoro è invoco quell'Antonio Malhìs, im�piegalo quarantenne, «tro anni di guerra, di cui uno in Croazia e durante la repubblica di Salò sen�za fastidi in una cascina dell'Asligiano». In una Torini iiiirio Anni Cinquanta, più che mai città-fab�brica, un Giovanni Arpino in soa�ve stato di grazia lo fa incontrare con una ragazza cho ha vent'anni meno di lui: è Serena, solare e armonioso battito di vita, che può cambiare la grigia esistenza di cmesto ilalipno della generazione di mezzo. Serena è «la suora giovane». Rileggere le pagine del romanzo di Arpino per scoprire se, alla fine, la bruma torinese raggela ancora una volta i cuori o se invece Malhis italiano della generazione indecisa scapperà a Ferrara per ritrovare la ragazza dal profilo provenzale, «bianca e rosa, con due sopraccigli che s'uni�scono in un'unica curva». E da Ferrara viene un'altra ragazza giovane che in questo affresco di generazioni che si sia facendo sempre più affollalo dribba le differenze degli anni e fa battere il discìplinaiissimo cuore di Henedotto Sanlovito, il mare�sciallo dell'Arma che Macchiavelli e Guecìni hanno incaricalo di far da protagonista a «Un disco dei Platters». Un poliziesco appen�ninico, come il loro precedente «Macaronì», ha dello qualcuno. Ma come tante altre narrazioni italiano è un'appassionata esplo�razione attraverso stratificazioni di generazioni. Ci sono gli emi�granti e i loro figli che hanno conosciuto quella Francia di mé.'zo secolo prima dove gli italiani che arrivano clandestinamente e cercano lavoro sono conosciuti come �«macaronì» e rischiano la pelle. C'è il maresciallo che è della generazione di Malhis, l'impiega�lo torinese che aveva paura dell'amore. Il carabiniere nei primi Anni Sessanta, in pieno boom economico toma nel paese dove ha prestato servìzio durante la guerra o la lolla tra partigiani e fascisii. L'osteria di un tempo è diventala il «Ristobar» o il jukebox sforna canzoni di Buscaglione e Dallara. Sono le canzoni cho piacciono alla ragazza che viene da Ferrara: ha la metà dogli anni del maresciallo. Coetanea dun�que, o quasi, di quelli che tra una manciata di anni ascolteranno, diffuso da ogni juke-box italiano, «C'era un ragazzo, che come me. amava i Beatles e i Rolling Slonos...». DA LEGGERE Ippolito Nievo Confessioni di un italiano feltrinelli. Mibno 1000 Giovanni Giiarev:hi Il compagno don Camillo Ituvoli, Milano 1982 Giovanni Arpino, La suora giovane. Garzanti, Milano 1994 Francesco Guerini, Lodano M-icchidvelli, Un disco dei Platters. MondMlon. Mikmo 1998 Pcppone e don Camillo: le due Italie secondo Giovanni Guareschi