Scuola, arriva la rivoluzione dei presidi

Scuola, arriva la rivoluzione dei presidi Scuola, arriva la rivoluzione dei presidi «Innovi insegnanti adesso vogliamo sceglierli noi» Mario Tonello Stop ai (.oncorsi nazionali, i nuovi insegnanti |x)SS(,ì;c "'^ere assunti direttamente dalle sìngolo scuole o da consorzi d�istilliti. 1, Associazior.i nazionale presidi o direttori didattici (Anpl ha scrìtto una lunga lotumi al ministra della Pubblica Istnizìone Tullio De Maum e ai Prcsidont�doi duo rami del Parlamento, por «avanzare una proixista che, oltre a miglioraro la qualila del rccluUJinonto, pos�sa eviterà ixir ìl futuro il ri|)fitersi d�fonomoni cho oggi lo cronaca dolorosamento registra», Proixista in setti; punti: abolirò i oonopnoà c/ittedra na/ionalì; forma�zione e prima selezione degli aspiran�ti docenti atiravorso corsi d�specia�lizzazione a numero programmato, iatituili a livello post-iniivorsitario; pre-Mleziane ixsr la partedpc^one al reclutiiineiuo presso �singoli isiituti; selezione da iHirto da parto dello scuole o dei consors�di scuoio attraverso un colloquio o una prova "in lituaztone'; valutazioni) obhligatoria o sLstomatìca dolla prestazione profossìonalo, uin aidonza almeno annuale a per un biennio: scolta volontaria da iwrlo del docente dna la ixwsibìlità di consolidare il rappOT' to utlruvorso una ulteriore fuse di lonnazione controllata; rapporto di lavoro diretto con In scuola, con consoguento tnisforiiricnlo dnllo coni|X;tenze dall'aiiimìnistraziono scolastica oentnle o (icriforìca alle scuoio autonomo. Spiega Giorgio Rembado, prosi�donto doU'Anp: «Lo cronache giudi�ziarie di questi giorni ri|X) nano all'atton/.iono doU'opìniono pubblica lu ((iicstiono del roclulamonto doi do�centi o, piii in generalo, quella della credibilità doi pubblici concorsi por l'accesso agli ìmpioghì. Molti dogli Inconvenienti che vengono ora donunciuti con sorpresa erano stati previsti o segnalati in un nostro dettagliato documonto di oltre duo anni fa. Non si trattava d�preveggen/.u: tutli �dati necessari per valutare la situazione orano già allora disponi: bili e noti agli addotti ai lavori». Cori, [Kiiché sbagliare e umano ina (M^rsovorare sarebbe diabolico, l'associazione dei capi d'istituto mot�to lo mani avanti, in vista della «prevodibilo crisi del 2005». Ancora il prosidonto: «La formula atlualo del pubblico concorso è superala dai tompi, o non solo nella scuola. E' d�pochi giorni fa un analogo scandalo negli osami di Stato por l'esercizio dolla professione forense. Occorre dunque ripensare in tempi brevi a nuovo modalità di roclulamonto». Al di là di quella giudiziaria d�questi giorni, dietro l'angolo c'è un'al�tra «gravissima emergenza»: «Tra ìl 1974 e ìl 1982, tre leggi successive hanno immesso noi moli ope legìs un numero elevatissimo di docenti ricorda Rembado -. Si slima cho oltre la metà degli insegnanti attualmente in servizio, almeno 400 mila su 750 mila sia stato reclutalo in quegli anni. A partire dal 2005, trascorsi trent'anni dalla prima ondata, un'in�tera generazione supererà pressoché contomporaneamonle �sossanl'anni di olà o entrerà quindi in zona pensio�no. Fra ìl 2005 e il 2010 potrebbe vorificars�un esodo, non aqpnabilo, d�almeno 300.000 insegnanti». Se non s�ripensano, da subito, i meccanismi di reclutamento, la sosti�tuzione dogli uscenti non potrà che avvenire all'insegna doll'emorgenzo, com'è avvenuto a metà degli Anni Soltanto: ìl che significa, ancora unu volta, senza alcun vaglio effettivo. «Quante altre generazioni di studenti dovranno essere sacrificate all'insufficiente formazione e selezione dei loro insegnanti?», si chiede l'Anp. Il sistema dei maxi-concorsi, con milioni di concorrenti per qualche migliaio di posti osserva il leader dei dirigenti scolastici «genera ten�sioni innaturali e disfunzioni ingover�nabili; tutte le esperienze degù ulti�mi venl'anni dicono ormai con chia�rezza die i costi sono molto superiori ai benefici». Qualche esempio. I tempi: oltre due milioni di domando (come negli attuali concorsi) richiedono tempi organizzativi necessariamente lun�ghi e inducono elevale possibilità di errori e quindi di contenzioso. I costi: nessuno è in ^rado di pianificarli a priori né di misurarli con precisione a consuntivo: ma si tratta certamen�te di centinaia di miliardi. La compe�tenza dei commissari: «Se occorre costituire migliaia di commissioni, è illusorio sperare di garantire un livel�lo di competenze elevato od unifor�mo. S�prende quel cho s�trova, che non è necessariamente ìl meglio». Infine, la aloatorielà dei risultati. «Quando il rapporto fra �posu da conferire e il numero dei concorrenti è di oltre uno a conto, è inutile sperare che saranno i migliori a prevalere. I! risultato è legalo a fatto�ri troppo numerosi per non risultare ìmpondorabili. Anche di questo s�alimenta la corruzione». I capi d'istituto a De Mauro: entro il 2010 avremo bisogno di 300 mila docenti Insegnanti in classe: si annuncia un «settembre nero»

Persone citate: Giorgio Rembado, Mario Tonello, Rembado