Della Torre, da bancario a corriere dei miliardi sporchi

Della Torre, da bancario a corriere dei miliardi sporchi CHI E' L'UOMO CHE GESTISCE PER CONTO DEL GOVERNO MONTENEGRINO LE LICENZE PER L'ACQUISTO E LA VENDITA DI SIGARETTE Della Torre, da bancario a corriere dei miliardi sporchi Francesco La Licata C'è un nome nuovo anche rispetto agli ultimissimi ag�giornamenti contenuti nel dossier liservato che il gruppo di lavoro interforze ha inviato al pocuratore Vigna nell'ittchìestadi Luga�no che ha coinvolto il giudice Verna. E* il nome di uno dei più importanti «gestori di licenze» che agirebbe direttamente per conio del governo montenegrino. La sua identità è stata comunicata ai magistrati puf osi cho sono andati ad intcnogare gruppo che fa capo a Gerardo Cuomo. Si tratta di Franco Della Torre. 57 anni, cittadino svizzero originario d�Balema. La magstratu ra si sta molto occupando di lui, undie se non si sa ancora con quali risultati La figura di Della Tane è abba�stanza complessa perdio il pereobile nel mondo dei contrabbandieri di sigarette, cioè in quell'ambisnte su cui gravano più che sospetti a proposito dei legbni con la mafia e la grande criminalità organizzata. Il fatto, poi, di poter funzionare da tramite (si chiamano proprio inter�mediari) fra le grandi multinaziona�li del tabacco su licenza concessa regolarmente dalle autorità monte�negrino, rende ancora più difficile l'accertamento di eventuali reati Le società di interroediazkme so�no una realtà di recente costituzione ed hanno preso il largo quando le multinazionali hanno visto restrin�gere sensibilmente il mercato di diffusione del tabacco, in concomi�tanza con le varie campagne anufiiino o con le sanzioni sempre più esose. Da allora sarebbero diventati «clienti privilegiali» i gruppi dei con�trabbandieri. E per poter trattare senza il disagio di avere a che faro ohi acquirenti discutibili si è fatto rìooraoa^i intemwdiarioon «regola�re licenza». Franco Della Torre è uno di que�sti. 0 suo nome non dice mollo a chi non ha buona memoria. Eppure, lo svizzero ha un suo «passato» di una qualche rilevanza. All'inizio degli Anni Ottanta, allora poco più die quarantenne e con alle spalle un'esperienza di operatore bancario del «Credito Svizzero», ai trovò sotto processo a Lugano e a New York. insieme con il «Gotha» della mafia sìculo-americana che, all'epoca, si occupava del traffico intemazionale della droga. Della Torre fu accusalo di essere uno dei grandi corrieri di denaro liquido, capace di incanalare un enorme fiume di dollari dagli Stali Uniti verso le tranquille casse delle banche svizzere. E per questo. Franco Dolla Torre fin�imputato nei processi (ramo svizzero e ramo sta�tunitense) cosiddetti della «Pizza Connection». Slava in compagnia di grandi boss, l'ex bancario del «Credilo Sviz�zero». Viaggiava in Porsche, che risultò di proprietà di un'impresa riconducibile al boss Vito Roberto Palazzolo, un tempo grossista del�l'eroina e oggi latitante d'oro in Sud Africa. E quando i magistrati sicilia�ni andanmo in Svizzera per sbrogUare la storia dell'omicidio di Agostino Badalamenti. trovarono Della Torre e Palazzolo die «lavoravano» d'amo�re e d'accordo. Ma in quell'angolo di Svizzera, in quel momento, si con�centrava il «meglio» degli affari po�co chiari. Scrissero le autorità newyorkesi (la Dea e il procuratore federale Rudolph Giuliani) che l'ex bancario «avreobe riddato Qualco�sa come 1 miliardo e 650 milioni di dollari», riuscendo a «lavure» i soldi in istituti di credito americani ed a smistarli poi in Svizzera o nelle Isole del Caimano. E lui era solo uno degli «operatori». Un rapido calcolo ha potuto stabilin.' cho i miliardi (in dollari) proverjenii dal crimine e riddali ammontavano a 300 l'anno Tutti gli imputali di quel proces�so si dichiararono innocenu. Alcu�ni ammisero di aver «negoziato» dei soldi, ma, da buoni «speciali�sti», senza sapere che provenivano dalla mafia, «Il denaro disse uno dei difensori non ha timbri d'arri�vo o di partenza». Poi venne alla luce una intricata storia di agenti sotto copertura cho avevano lavo�rato per gli americani e per il governo greco. Come accade spes�so, in casi del genere, le acque divennero torbide e la verità diven�ne di difficile decifrazione. Le con�danne furono minimo, rispetto alle richieste del pm Bernasconi, Due anni a Della Torre, qualcosa in più per Palazzolo. Entrambi scompar�vero. Il siciliano scelse il Sud Afri�ca, dove non esiste trattato di estradizione. L'ex bancario rimase «in zona». Oggi lo ritroviamo, sem�pre alle prese coi «grossi numeri». Negli Anni Ottanta fa processato per riciclaggio assieme ai capi delia mafia siculo-americana

Luoghi citati: Lugano, New York, Stali Uniti, Sud Africa, Svizzera