Amato disse: colpire gli schiavisti

Amato disse: colpire gli schiavisti Amato disse: colpire gli schiavisti E la Turco rilancia l'idea delle coop del sesso Daniels Oiniels ROMA L'argomento, esploso in primavera, è di quelli capaci di infiammare gli animi. Il dibattito sulla prostituzio�ne assume sempre più i connotati di una vera e propria dichiarazione di guerra, e continua in piena estate. Ma il primo passo il governo l'ave�va mosso con l'approvazione della legge contro lo sfruttamento sessua�le dei minori riconosciuta una delle migliori al mondo sul tema grazie alla quale, ora, nel nostro Paese i clienti di prostitute minoren�ni rischiano di finire in carcere. La crociata, non tanto contro le lucciole, quanto piuttosto contro chi lo «frutta e chi le usa, aveva assumo toni più accesi in aprile, durante un convegno organizzato dai Ds Anna Serafini (relatrice della legge antipedofilial e Fabio Mussi a proposito del disegno di legge sul fìnanziamento pubblico dei centri di accoglienza per donne brutalizzale e bambini In quell'occasione. l'allora ministro del Tesoro Giulia�no Amato aveva catturato la scena e conquistato titoli a tutta pagina, lanciando un appello: «Punire i clienti delle prostitute bambine Non pennettere che la facciano franco perché sono colpevoli del reato di schiavitù». Ovvero, passare dalla legge, che proprio questo pre�vedeva, ai fatti. L'uscita aveva avuto un seguito di commenti, co�me quello di Anna Finocchiaro (Dal che riteneva che i intervento non avesse colto la complessità del feno�meno; o quello d�Gloria Buffo (Del che l'aveva giudicato poco convin�cente, sostenendo che «educare vie�ne prima che punire». Da allora è un susseguirsi di dichiarazioni e di repliche. E' il primo giugno ed è ancora Giuliano Amato, neopresidente del Consi�glio, a parlare di prostituzione mi�norile e a dirsi pronto a fare da testimonial per la sua campagna: «Sono pronto assicura ad andare in televisione a dire: pensa die sia tua figlia». In perfetta sintonia con Amato, don Oreste Benzi gli chiede e ottie�ne un incontro che s�terrà il 12 dello stesso mese. Insieme con il sacerdote, sono ammesse due ragaz�ze strappate al marciapiede, una nigeriana, l'altra moldava. Al termi�ne della riunione, il sacerdote riferi�rà: «U presidente s�è detto convìnto della necessità di perseguire i 'magnaccia' delle schiavizzate sul�le strade i'.aliane, ma anche �dienti delle ragazze. E non importa se queste sono minorenni o maggioren�ni». La «bomba» esplode, però, il 5 lugi;o quando la ministra per la Solidarietà Sociale, Livia Turco, annuncia la sua propost a di riforma della legge Merlin, e avanza l'ipote�si di una prostituzione esercitata non più sotto �lampioni, a danno della sicurezza dei cittadini, ma fra le mura di appartamenti nei quali le donne, se vogliono, possono an�che costituirsi in cooperative». Im�mediate le repliche. Cristina Matranga (FI) s'indigna: «E' un'idea folle e fuorviarne: ci manca soltan�to di riconoscere il ruolo professio�nale dei protettori». Segue a ruota l'Osservatore Romano che tuona: •E' un vergognoso surrogato delle cose chiuse» e avanza il tunore che la soluzione cooperativistica non sìa altro che «una nuova forma d�schìavizzazione delle ragazze». A difesa del progetto Turco insorge la senatrice Ersilia Salvalo (Ds): «E* ragionevole e fondata perché biso�gna depenalizzare la prostituzione e concentrare lo sforzo repressivo contro lo sfruttamento». Il 20 luglio, anche il presidente della Camera. Luciano Violante, dà il suo contributo al dibattito, osser�vando che «dal punto di vista mora te e civile, è assolutamente uguale chi sfrutta ses�sualmente una ragazza schiavizzata e dii la sfrutta dal pun�to divina econo�mico». E il gior�no dopo. Gian�franco Fini (Ani si dice sicuro che sia ormai giunto «il momento di non considerare più tabù la revisio�ne della legge Merlin». La Questura di Perugia è passata dalle intenzioni ai fatti Destando, forse, qualche perplessità L'onore vole Anna Serafini, per esempio invita a considerare tutta la mole ria «con grande delicatezza». Secon do la diessina. infatti, occorre di stinguere due ordini di livelli nella lolla contro la prostituzione: «Un conto è se si tratta di prostitute adulte, diverso se parliamo di mino�renni �clienti delle quali vanno assolutamente puniti. Bisogna poi distinguere, e non dico sia facile, tra la donna consenziente o quella che, davvero, è schiava». A sinistra it premier Giuliano Amato Qui accanto il ministro Uvia Turco

Luoghi citati: Perugia, Roma