I clienti delle lucciole rischiano il carcere
I clienti delle lucciole rischiano il carcere I clienti delle lucciole rischiano il carcere La svolta dei magistrati di Perugia: sette denunciati PERUGIA Combattere la prostituzione colpendo anche i clienti. Il dibattito tra favorevo�li e contrari prosegue da tempo. In attesa di interventi legislativi, la magi�stratura di Perugia ha deciso di agire e di colpire, in base alla legge Merlin, chi agevola o favorisce la prostituzione, jrotettore o cliente che sia. Nel capouogo umbro, dunque, chi sfrutta la prostituzione rischia una severa pena. Sette clienti di prostitute che si erano appartati con loro in una zona periferi�ca di Perugia sono stati denunciati dagli agenti della squadra mobile, espli�citamente autorizzati dai magistrati (i sostituti procuratori Della Monica, Cannevale e Palazzi) e dal questore Gianni Carnevale che hanno concordato que�sta nuova strategia per bloccare il «mercato del sesso». Non più solo controlli e rimpatrii per le prostitute, di cui molte clandesti�ne, ma «mano pesante» anche nei confronti dei tanti clienti occasionali. La domanda determina l'offerta e da questa «legge di mercato» i magistrati e gli inquirenti hanno dato avvio a un piano di lavoro che punta alla dissua�sione dei clienti. La notte scorsa duran�te i numerosi controlli effettuati dagli agenti della sezione diretta da Piero Angeloni, sono stati identificati sette uomini «pizzicati» in intimità con le prostitute. L'accusa per loro è di «agevo�lazione dolosa della prostituzione» an�che in considerazione dello stato di necessità in cui si trova la donna in quel particolare momento spinta sulla strada del sesso dal protettore o da chi l'ha introdotta clandestinamente in Italia o dal cUente che la sfrutta, pagando poche migliaia di lire. Ai clienti sono state sequestrate anche le automobili in cui si era svolto il rapporto. Ora vanno incontro a una pena dai due ai sei anni di reclusione, oltre a un'ammenda fino a venti milio�ni di lire. 11 dilagare della prostituzione a Peru�gia ha da tempo allarmato abitanti e forze dell'ordine. Non passa notte sen�za che vengano effettuati pattuglioni antiprostituzione, che ripetono il copio�ne (Ù sempre: controlli, identificazione delle giovani senza documenti in Que�stura, rimpatrio o intimazione a non farsi più ritrovare sul marciapiede. Dove le ragazze e i viados tornano immancabilmente la notte seguente. In alcune zone, si possono trovare persino di giorno, tanta dev'essere la domanda di questo mercato in netta espansione con l'arrivo di giovani slave e albanesi. Ma i commenti al «blitz» della poli�zia perugina non sono esaltanti. Una «forzatura giuridica», l'ha definita l'ex presidente della Commissione Giusti�zia della Camera, Giuliano Pisapia, spiegando che «il noslro codice non prevede ipotesi di reato per i clienti di prostitute maggiorenni». Diverso il caso delle minorenni: «La legge prosegue Pisapia prevede espressamente la pena della reclusione non solo per il cliente che ha rapporti sessuali ma anche, con la pena da sei mesi a tre anni, 'per chiunque compie alti sessuali in cambio di denaro o di altra utilità"». Analoga condanna arriva anche da Pia Covre, portavoce del comitato per i diritti delle prostitute: «Se le denunce sono collegate alle indagini su di uno sfruttatore della prostituzione, l'inizia�tiva sarebbe giustificabile, altrimenti mi pare una forzatura». Secondo Covre «occorre appurare se la donna è davve�ro ridotta in schiavitù e non ci sia invece una libera scelta. Tra le 50.000 prostitute non tutte sono vittime della tratta». Covre suggerisce ora un'asso�ciazione di difesa dei clienti: «Non è possibile ha concluso che si punisca�no alternativamente le prostitute e i clienti quando gli sfruttatori rimango�no liberi. Mi auguro che i 9 milioni di clienti mettano in piedi un'associazio�ne di difesa», jpao. cav.) 11 «blitz» concordato da Procura e Questura che applicano la legge Merfin. L'accusa è di «agevolazione dolosa della prostituzione» L'avvocato Pisapia: «E' una forzatura se la donna è maggiorenne» Pia Covre: i clienti creino un'associazione di difesa
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