Samarcanda, la terra e Bukhara, lo spirito

Samarcanda, la terra e Bukhara, lo spirito NELLA PATRIA Di TAMERLANO, IL MONGOLO CONCEPITO DA UNA DONNA E DA UN RAGGIO DI LUCE Samarcanda, la terra e Bukhara, lo spirito Giuliana Gardini UN vecchio adagio tagìko reci�ta «Samarcanda è la bellezza della terra, Bukhara è la bel�lezza dello spìrito» e ogni vol�ta che dicono Bukhara, aggiungono la parola «sharif», la sacra, Bukhara fu sempre considerata, nel mondo mu�sulmano, equivalente alla Mecca, per la magnificenza delle sue moschee, per essere il centro dell'insegnamen�to e il livello intelleltuale delle sue «medresse», le scuole coraniche. Le biblioteche della città competevano con Baghdad. Attorno al IX secolo, all'apice del suo splendore, Bukhara era la capitale d�un grande impero che comprendeva gli attuali Uzbeki�stan, Tagikistan e parte dell'Iran e Afghanistan. Possedeva 167 medres�se, e gli studenti, a migliaia, arrivava�no da tutto il mondo musulmano. Si dice che proprio in quel tempo e in questi luoghi venne «inventata» l'al�gebra. L'origine della dita è antichis�sima, ha circa 2500 anni Assolveva una funzione preminente nella storia medioevale dell'Asia Centrale, costi�tuendo, insieme a Samarcanda e Khiva, il grande triangolo dell'Oriente. Sorgevano lungo la «Grande vìa della seta», ed orano affollati empori con fioronii atdvìtà artigianali e commerciali. Nel corso della sua storia mille�naria, Bukhara ha subito più d�una volta invasioni d�conquistatori per�siani, turchi, arabi. Dario e Ciro vennero qui nel VI secolo a.C. e portarono lo zoroastrismo. Alessan�dro Magno, nel 328 a.C, fece un matrimonio d�massa con 500 dd suoi soldaU ed altrettante ragazze del luogo. Ancora oggi si vedono i tratti greci: la gente ha capelli neri e occhi azzurri, oppure capelli biondi e occhi neri. Il culto zoroastrico del fuoco resistette poco. Gli arabi prevalsero e divennero tutti musulmani. Nel IX e X secolo fu la capitale dell'impero dei Samanidì. che occupava tutto il terri�torio dell'attuale Asia Centrale e que�sto fii il tempo della grande cultura, della matematica e dello studio del�l'algebra. Avicenna è nato a 30 km da Bukhara. nel villaggio d�Afshana, in una casa che è ora un pìccolo museo. Nel 1220 arrivarono i mongoli, che vennero a loro volta cacciati dai persiani. Ci s�chiede come tulle queste invasioni abbiano risparmia�to le snelle sagome dei minareti, i dolci archi delle cupole e il grande senso d�pace. La leggenda narra che Gengis Khan, arrivalo in dita, al galoppo, alla testa dei suoi mongoli, alzò la teste per vedere la cima dei minareti, e eoa facendo gli cadde il cappello. Non aveva mai vist* niente d�simile e dette ordine ai suoi mongo�li, cho stavano mettendo «a ferro e fuoco» la dita, d�non toccare quelle meravìglie. Un tempo il minareto più importante, chiamato «il Grande», era come un faro per le carovane, poiché era visibile a distanza e d�notte; vaniva tenuto acceso, in cima, un fuoco, per aiutare i viandanti nel deserto delle Sabbie Rosse, il terribile Kyzylkum. U medressa Mìr Arab era famosis�sima per il panìcolare tono di turche�se delle sue tegole. S�dice che in passato, per ottenere quel tipo d�celeste, gli artigiani aggiungessero sangue umano alla maiolica, prima d�cuocerla. Il cortile, largo, silenzio�so, con un albero d�gelsi al centro, ricorda il tempio di Confucio nella cittadina di Kufu, in Cina. Lo stesso albero al centro (là è un albicocco) dove i maestri insegnano le loro discipline agli allievi Gli antichi dicevano che, al contra�rio degli altri luoghi del mondo, dove la luce viene giù dal dolo, a Bukhara la luce si alza dalla dita. Ha sempre affascinalo i veri viaggiatori. Marco Polo si fermò tre mesi. Ora servono tre giorni. Nel secolo scorso addirittu�ra era per gli europei una meta misteriosa e irraggiungìbile, e a rischio della vite. Ci riusd ad arrivare un italiano nel 1863, che venne a comprare le uova dei preziosissimi bachi da sete. Il 2 settembre 1920 le truppe bolsceviche comandale dal generale Michail Frunze presero la dltedella. Oggi i nazional-comunìsli al potere in Uzbekistan vogliono av�viare una diversa interpretazione del passato, e riabilìtere, in qualche mo�do, gli emiri e i vari «khanati». E' facile capire il perché: emiri e khan erano sempre «dei loro», gli uzbekì. Oggi è queste la cosa più importante. Di Samarcanda, dopo averla vista, rimarranno tre cose: il turchese delle cupole contro l'azzurro dd deb, un nome che contìnua a cantere, e il fatto che, avendola viste, non d sarà più modo d�sognaria.Nell'imponente piazza Regìstan si respira la grandio�sità d�un tempo. Le donne uzbeke confabulano nei loro coloratissimi abili, e in teste il loro tìpico fazzolet�to. I vecchi con gli zucchetti neri ricamali d�bianco, gli stivali d�cuoio al ginocchio, hanno facce marcale da grandi baffi spioventi e la lunga camicia stretta intorno alla vita dalla cintura. L'ombra del terribile Tamer�lano aleggia ovunque Anche Samarcanda è tra le più antiche dite dell'Asia Centrale, sorta circa 2500 anni fa al confine ira montagne e deserti. Una delle prime menzioni la lega ad Alessandro il Macedone e risale al IV secolo a.C. Già allora, con il nome di Macaranda, era la capitale della So^dìana, aveva possenti mura. Gli arabi la conquista�rono nel 712 d.C. lasciandovi, con una cena autonomìa, la dinastia tur�ca che allora vi regnava. Nel secolo IX e X appartiene allo stato samanide, poi ai Gasnavidi e agli sliah della Corasmia. Un posto importante nella storia di Samarcanda spelte alla se�conda metà del XIV secolo, epoca del joverno del mongolo Tìmur (Tamerano, concepito da una donna e da un raggio d�luce), che in seguito a numerose spedizioni creò un enorme impero e proclamò Samarcanda sua capitele, I palazzi, le moschee, le «medresse» create in quel periodo sono ancora oggi l'attraiuva prindpale della dite. Sotto Ulugh Beg (nipote d�Tamerlano). eminente scienziato e statista, venne eretto il celebre osser�vatorio astronomico. Dopo la sua morte, Samarcanda perse il suo ruo�lo, e dal XVI secco passò da un sovrano feudale ad un altro, e fini per diventare una dite come tante altre Nel 1868 si un�alla Russia e cominciò la ricostruzione. Da allora si divide nettamente in due; la dite vecchia, con vie anguste e tortuose, bazar o caravansenraglio, e la dite nuova A Samarcanda si trovano i monumenti islamici più straordinari e raffinati dell'Asia Centrale, Il comilesso di maestose e imponenti «medresse» in piazza Regìstan e la moschea d�Bibi Khanum, che sono sotto la protezio�ne dell'Unesco. La leggenda dice; Tamerlano voleva che Samarcanda fosse il luogo più bello del mondo, e prima di partire per un lungo viaggio di guerra ordinò che fosse costruito un grande complesso religioso, con scuole coraniche, moschee e un rifu�gio per i pellegrini in onore della moglie preferita, una prindpessa mongola dagli occhi d�velluto e dalle movenze sinuose, Bibi Khanum. Ma l'architetto persiano della citte di Mashad, che doveva seguire i lavori, s�innamorò perdutamente della prin�cipessa e mìnaedò di sospendere i lavori se lei non gli avesse dato un bacio. Lei. preoccupata cho il marito tornasse e che il lavoro a cui lui teneva tento non fosse finito, si lasdò baciare: un bado tanto focoso che lo lasdò un segno terrìbile. Tamerlano, ovviamente, scopr�il tradimento e impose a tutte le donne del regno di Portare per sempre un velo. Di qui. origine del chador. a Perl nomadi turkmeni, l'unico oggetto dà possedere è un tappeto, il nome «Bukhara» deriva daitozona di vendita, dal mercato più edebredd tempo, e non dalia località di origine, come si crede. A Bukhara, venivano mandati i tappeti tessuti inqudia zone ddl'Asla Centrale, per poi essere venduti attraverso la «da ddla seta». CON KHIVA. FORMAVANO IL TRIANGOLO CULTURALE DELL'ORIENTE. SORGEVANO LUNGO LA GRANDE VIA DELLA SETA, AFFOLLATE DI GENTI. SCUOLE ED EMPORI L'architetto persiano della città di Mashad si innamorò della moglie del khan e minacciò di fermare i lavori se non gli avesse dato un bacio. Lei glielo permise, ma Tamerlano la scopr�ed impose il velo a tutte le donne del regno: cos�nacque il chador p|)ggpp p() ila plaiz»Wé|)trtaiiiiBMkhawi: Kintemo del caravanserraglio. Nelle immagini piccole: donne e bambini nei costumi tradizionali ed il mercato dei tap peti a Bukhara. (Foto: Giuliana Cardini) . ,.

Persone citate: Arab, Bibi Khanum, Gengis Khan, Giuliana Cardini, Giuliana Gardini, Michail Frunze, Perl