Il fabbricante di giochi

Il fabbricante di giochi Il fabbricante di giochi E' un artista di 26 anni, si è formato negli Usa, lavora a Codroipo, ultima creazione il Babau di Fiabilandia la storia Giovanni Testo LA fabbrica dei giòchi comin�cia di qui, a Codroipo. L'uo�mo della Frontiera è un cercatore d'oro che sta disteso in un carrello targato Salklakecity. Ha le gambe divaricate, calza stivali di cuoio, indossa jeans sdruciti e una camicia a quadro�ni, porta vecchie bretelle e un cappello Indiana Jones messo sulle ventitré, ha in bocca un mozzicone d�sigaro e se la russa sonoro grazie ad un meccani�smo che gli solleva il petto come uno stantuffo. A scolpirlo è sta�to Marco Bressan, un giovane artista di ventìsei anni, cne stra�ripa d�entusiasmo e che ha comincialo a fantasticare di par�chi a tema da quando ne aveva sei (del resto ha più o meno l'età di Gardaland, che è nata nel '75). Per qualche giorno ancora il cercatore non proprio insonne resterà parcheggiato a Codroi�po, cittadina friulana che sta «di cà da l'aghe», ossìa sulla riva sinistra del TagUamento (di là c'è Casarsa, il paese di Pasolini). Starà ancora un po' lì, ne! labora�torio-legnaia della Ozlab Funfactory, società che il giovane Bressan ha costituito con un suo collaboratore esperto di roboti�ca e computer. Ma poi verrà collocato all'ingresso del�l'Advenlure Golf m Levico Ter�me, il minigolf tematico creato da Danilo Tosetto, direttore del�la rivista «Games 8Parks Industry», uno dei più attenti osser�vatori de! fenomeno dell'rìmagineering» (l'ingegnosa parola di conio disneyano ben sintetizza il grande ibrido di immaginazio�ne e di high tcch, di ingegneria e meraviglia messe al servizio del piacere postmoderno). Nulla d'improvvisato, benin�teso. Dall'americano DisneyworId al parigino Eurodisney, dal tedesco Phantasìaland d�Colo�nia alla spagnola Iste Magica di Siviglia, dall'Alton Tnwers di Londra al Tivoli di Copenhagen, dal Mìrabilandia di Rimini all'Aquasplash di Lignano, la fab�brica dell'immaginario disegna la geografia dei suoi non-luoghi o iperluoghi privilegiati in cui dispiega localmente tendenze e mode che contaminano il globa�le, come ha scritto recentemen�te Aldo Bonom�in un suo saggio, Il distretto del piacere, pubblica�to da Bollati Boringhieri Ha �suoi progettisti, i suoi inventori, i suoi creativi. ( Le spolverate medìoevali, le immersioni marine, le gigantografìe egizie, �vascelli corsari, le guerre dei mondi, le giungle tropicali, le rapide del Gian Canyon e i tranquilli week-end di paura vengono da uria lunga trafila di funzioni e Marco Bres�san è perfettamente consapevo�le di inserirsi in un meccanismo che ha trasformato la donna cannone in un residuato buono per emaciali cultori di storiogra�fie freaks. Lui ha coltivato il suo sogno bambino allenandolo alla lezio�ne dell'esperienza di cose, con la determinazione d�un illumina�to precoce che non ha mai pensa�to di potersi improvvisare. Nel�la sua città ha frequentato l'Isti�tuto d'Arte Grafica e Fotografia, a Milano si è iscritto all'Accade�mia d�Brera, studiando scenot grafìa con Gastone Mariani e Franca Nava, ma cominciando nello stesso tempo a collaborare come scultore con società specia�lizzate, ad esempio l'Eagle En�terprises di Valerio Mazzoli, suo «maestro» sul campo: «E' stato lu�a trasmettermi la precisione e la cura dal dettaglio^ chi d�per sé è molto cinematografìca ma che nel mondo dei parchi deve essere àncora più spinta perché la gente può osservare e guarda�re da vicino. Ai materiali presi in prestito dal mondo del cine�ma se ne devono afliancare altri molto più duraturi. I giornalisti usano spesso la parola cartape�sta, ma e un'espressione impro�pria perché di cartapesta noi parchi divertimento non so ne usa mai». Vinta una selezione che nel '95 lo ha portato in America a lavorare come pittore nell'uni�verso disneyano, si è poi diplo�mato nel '98 con un plastico intitolato La palude misteriosa, un progetto di attrazioni temati�che legate alle grandi esplorazio�ni, un safari, una giungla impos�sìbile alla ricerca d�una spedizìono perduta, una setta indige�na, un profossore scomparso posseduto da una forza misterio�sa, la trovata dei visitatori arruo�lati come volontari nell'impre�sa. E ora ha appena realizzato l'idea fìnora più sua di tutte, quella del personaggio-pupazzo che s�chiama Babau, la mascot�te riminese d�Fiabilandia, il parco del gruppo De Rocchi-Casartell�diretto da Achille Zavatta. Babau non fa paura per nien�te, è anzi capace di scongiurare tutte le paure spuntando fuori dalla ridda di colori scatenali da un pìccolo apprendista stregone nel pentolone incustodito di Merlino, parlando con la voce di Ilaria Stagni, la doppìatrìce di Bart Simpson. Babau ha il naso grotsef coinè un'endrme lampa�dina ed è li all'ingresso dot parco ad accogliere gli ospiti come un totem allegro e benigno, che sa interpretare le osigenze del "tar�get", costituito da famiglie in vacanza con giovanissima pròIo�li dossier di Marco Bressan ò ormai ricco di sogni compiuti. Ma il sogno dei suoi sogni è quello ancora da compiore, in cui affiora il più bel piglio mana�geriale; "Sto pensando ad un progetto tutto mio. si chiama Adnamagic e mi piacerebbe ve�derlo .rcabzzato in una delle zone di confìne con la Slovenia, che giudico molto promettente". Mentre il minatore russa alla vecchia Frontiera dell'Ovest, il suo creatore balla coi pupi alla Frontiera certo più nuova (e forse redditizia) del Nordest. ^ J Immaginazione e alta tecnologia, effetti speciali e ingegneria, aTservizio del piacere postmoderno Nella foto, Mauro Bressan con Babau il pupazzo mascotte del parco hminese di Fiabilandia