Tavoli verdi e tanti traffici sulla frontiera colabrodo

Tavoli verdi e tanti traffici sulla frontiera colabrodo Tavoli verdi e tanti traffici sulla frontiera colabrodo Elena Marco CAmui.smiAisiovoiiia) L'albergo ò quello di tanti umori clandestini, a due passi dal muro, sulla costa sluvonu e nel cuore di una cittadina dove è facile smar�rirò la propria identità. Me�glio Kit in una Hlanza d'alber�go come ò il grande Hotel l'alacn. luogo dove pernotta�no ricchi commercianti, bel�le doline, turisti in cerca d'avventura o anche soltan�to comuni mortali che tenta�no la fortuna con il gioco d'azzardo. A Portorose di giorno si va al mare e di notte si gioca al casinò. Certo non è un luogo frequentato da pusseur e dai loro clienti nullatenenti o quasi. Loro pernottano all'auerto nei giacigli ricavati da anfratti e grotte sparso nella campa�gna e nei boschi. Tra le sterpaglie cercano una vita miglioro moltissimi disgra�ziati. Nelle stesse ore, in rivo al mare trascorrono un giorno o una notte di follia l'altra metà degli uomini, proprio accanto a quelle campagne che separano l'Italia dalla Slovenia. Non solo alle spalle di Trieste, ma anche nel retroterra di Gorizia, divisa letteralmen�te in due parti, una Gorixia italiana e una Nova Corica slovena. Sono continaia i clande�stini, con nomi veri o presunti, cho passano questa sottile striscia di terra che divide Italia e Slovenia. Un tempo questo confine era di ferro e tagliava in due parti l'Est dall Ovest, il comuni�smo dalla dernocrazia, la miseria dalla ricchezza. Leo Begasson, in arte Al�lan Poe, è un clandestino diverso dai tanti che transi�tano ogni giorno sul confino orientale. Ha dormito in una stanza d'albergo a quat�tro stelle. Altri meno fortu�nati si lasciano alle spalle chilometri di stradine, viot�toli e sentieri percorsi a piedi col terrore di venire sorpresi dalla polizia. Non sono filippini, ma soprattut�to gente dell'Est e che pro�viene da Oriente, prossimo od estremo. Oggi il confine di ferro di un tempo è diventato un confine che alcuni defini�scono «colabrodo» proprio perché il labirinto di strade cho attraversano la campa�gna, i valloni e i boschi è firaticamente insorvogliabie e soprattutto perché co�stituisce un ottimo nascon�diglio per chi si trova a passare di là. Lo conferma il fatto che nel corso del rastrella�mento compiuto dalle forze dell'ordine in queste ultime or», carabinieri e poliziotti specializzati presenti in massa e cavallo del confine, hanno trovato decine di anfratti 6 grotto impiegati come giacigli. Chissà per chi e chissà per quanto tempo. Fino all'altro giorno a questa terra non guarda�va nessuno e ora, per quarantott'ore, è diventata il teatro di una storia incredi�bile, che potrebbe essere quasi la trama di un film. Mentre Begasson dormi�va la sua ultima notte a Portorose con accanto chis�sà quante coppie illegittime, fuori, nella campagna tran�sfrontaliera, terra di nessu�no dove transitano passeur e clandestini con bagagli pieni di sogni e di speranze, non si è mossa foglia. Setac�ciata palmo a palmo, come mai accaduto prima, da cen�tinaia di agenti, tanto italia�ni quanto sloveni, la cittadi�na è stata per una notte un terreno minato. Tanto che il silenzioso popolo di «avvol�toi» professionisti e di clan�destini senza volto si è fer�mato aspettando che si cal�massero le acque. Da domani si ricomincia. Su questo confine come nel�la misteriosa Portorose, do�ve lo spettacolo, e il gioco, continua. Mentre centinaia di clandestini grazie ai «passeur» varcano illegalmente il confine fra Est e Ovest nella cittadina istriana si gioca al casinò e si consumano amori clandestini

Persone citate: Begasson, Leo Begasson

Luoghi citati: Gorizia, Italia, Slovenia, Trieste