Bush: «America, è l'ora di cambiare»

Bush: «America, è l'ora di cambiare» Bush: «America, è l'ora di cambiare» Da Pbiladelphia parte la sfida dei «nuovi conservatori» Andrea di Robllant invialo a PHILADELPHIA «Lo sento, l'America è pronta per un ricambio». In un tripudio di striscio�ni, palloncini e coriandoli, George W. Bush è salito ieri notte sul podio alla Convention erano le quattro di stamane in Italia per assumere formalmente la guida del partito repubblicano e lanciare l'assalto alla Casa Bianca. «Gli americani ha detto ostentan�do grande certezza nella vittoria non vogliono altri quattro anni d�Clinton-Gore, che hanno sprecalo troppe occasioni e accentuato le divi�sioni. Io supererò gli steccati ideologi�ci e governerò da conservatore prag�matico,!. Ma il suo primo gesto dal podio è stato un emozionato tributo a George Bush senior, «il miglior padre» un tributo con il quale Geoide W. Bush si è anche simbolicamente congedalo dal passalo, abbracciando con esube�ranza e sicurezza il suo nuovo desti�no alla guida del Grand Old Party. Uno degli aspetti più sorprenden�ti di questa Convention repubblicana è stata la rapidità con la quale Bush junior ha preso possesso del partito, emarginato la destra più stridente e ideologica, soffocato ogni dibattilo politico interno ed esteso il suo con�trollo. Nessuno ricorda un partilo repubblicano cosi unito, almeno in superficie. «Questo partilo è targalo George W. Bush», dice Jim Nicholson, coordinatore nazionale dei re�pubblicani. Il trionfo di Bufeh ieri notte è sorprendente se si pensa che appena sei anni fa, quando si presentò candi�dato alla carica di governature del Texas molti inclusi i suoi genitori cercarono di dissuaderlo, convinti com'erano che fosse negato per la politica. Ma contro ogni previsione, vinse quelle elezioni. E da allora la sua stella ha avuto una parabola irresistibile quanto inattesa. Bush lascia la Convention di Philadelphia nettamente in testa nei son�daggi sul suo rivale Al Gore. Ma ora l'iniziativa passa ai democratici. Mar�ted�prossimo Gore annuncerà il suo candidato per la vice presidenza. La settimana successiva riceverà l'inve�stitura del partilo alla Convention democratica di Los Angeles. Nonostante l'attuale vantaggio di Bush è ancora opinione diffusa che quel vantaggio sia destinalo a ridursi nelle prossune settimane e che i due candidati si troveranno a lottare lesta a testa per la vittoria finale a novembre, in una campagna che promette di essere mollo aspra. Il grande successo personale d�George W. Bush qui a Pbiladelphia non cancella il fatto che il 38 per cento degli americani si considera repubblicano, secondo l'ultimo son�daggio UsaToday/Cnn non abba�stanza per vincere la Casa Bianca. Per farcela a novembre. Bush e il suo candidato alla vice presidenza Dick Cheney dovranno conquistare una fetta importante degli elettori indi�pendenti (27 per cento), che nelle ultime due elezioni diedero la villoria a Bill Clinton e Al Gore. Per strappare moderati e indipen�denti al campo dei democratici, Bush ha abbozzalo un'agenda conservatri�ce tradizionale meno tasse, più spese militari ma avvolta in una retorica più aperta e solidale verso le minoranze, �più poveri che non hanno beneficiato di questa straordi�naria espansione economica. L'obiettivo non è quello di ottene�re il loro voto, ma di migliorare l'immagine del partilo presso quell'elettorato moderato prevalente�mente bianco e benestante che si era allonlanato negli Anni Novanta, du�rante il dominio della destra ideologi�ca e religiosa, e che adesso è nuova�mente in ballo. Il secondo filone della strategia elettorale di Bush emerso in miesti giorni qui a Phildelphia è quello di legare costantemente Al Gore a Bill Clinton in modo da sfruttare al massi�mo ouella riserva di stanchezza e fastidio nei confronti del Presidente che molli americani moderali prova�no. Bush ripete di non essere interes�sato ad una campagna falla di attac�chi personali, di voler accentuare il suo ottimismo e la sua visione positi�va. Ma al di là delle intenzioni dichiarate, il sentimento di disprezzo nei confronti di Clinton-Gore è sem�pre a fior di pelle. E se ieri notte George W. Bush ha iratlenuto il fuoco contro il suo rivale ha comun�que scatenato il suo vice. Dick Che�ney, che con tono pacato ha lancialo una vera e propria crociata morale contro la coppia che occupa la Casa Bianca. «Dobbiamo restaurare gli ideali dell'onestà e dell'onore», ha detto, accettando l'investitura per la vice presidenza. «Nella prima ora del suo primo giorno come Presidente, George W. Bush ridarà decenza e integrità all'Ufficio ovale», Cheney attacca con durezza Clinton e Gore: riporteremo decenza e integrità nella Casa Bianca

Luoghi citati: America, Italia, Los Angeles, Texas