«Sì, ho temuto per la mia vita»

«Sì, ho temuto per la mia vita» LA GIORNATA PIÙ' LUNGA DI UNA PROTAGONISTA DELLA CAPITALE «Sì, ho temuto per la mia vita» Lady Luisa racconta le sue undici ore di paura servizio ROMA t SE l'è vista brutta, con una pistola alla nuca, in mano a un domestico che improvvi�samente aveva rivelato un'ani�ma oscura e cattiva. Luisa Fari�non Caltagirone ha vissuto una notte di terrore. E ieri pomerig�gio, quando è rientrata a casa, portava stampata sul volto la tensione accumulata. Non ha ne�anche avuto la forza di sorridere, Luisa, nel momento in cui la macchina dei carabinieri ha var�cato il cancello di villa «Tre oroloi» nella parte più bella dei ParioAddosso aveva il vestito nero lungo che indossava la sera pri�ma, al momento del rapimento. Nemmeno un gioiello. Solo un orologio con il cin�turino d'acciaio. «Si, ho temuto per la mia vita», sono state le sue uni�che parole al mo�mento di lasciare ilPrìulL La raccontano come una donna forte. 52 anni ben portati, legata al�la famiglia, appas�sionata di cucina e di giardinaggio, impegnata per te�nere al meglio la residenza princi�pesca dove i Cahagirone vivono. A carattere l'ha dimostrato nella notte più lunga della sua vita. Perché non è da tutti, sorpresa a tradimento nelle sue stanze, pri�ma scappare in bagno e chiudersi dentro, poi affrontare una collut�tazione con un uomo armato. Un giovane che lei conosceva come ombroso, violento, e che evidente�mente aveva deciso di ambiare a tutti i costi il suo destino. Portava iscritto negli occhi die era pronto a distruggere anche la vita di chi gli si poneva davanti. Luisa Caltagirone ha racconta�to die «il momento più difficile è stato quando ci ha lasciato, per�ché era molto teso e D abbiamo temuto. Ecco, ò stato .quello il passaggio più brutto». E poi, come si può definire altrimenti se non coraggioso, fl gesto di fuggire durante una so�sta in una staziono d: rifornimen�to, sull'autostrada, all'alba? Lui�sa Farinon stara per salire di soppiatto su un camion. Erano lo 5,30 del mattino. Il camionista probabilmente era distratto. Non il rapitore, che se n'à accorto subito e l'ha costretta, pistola alla mano, a rientrare in macchi�na. Pare di rivederla, quella galopFata attraverso l'Italia. Lei e agente di polizia, che forse era D per caso o forse per arrotondare lo stipendio come guardia del corpo, ma che comunque non l'ha mei lasciata e alia fine ha sapulo convincere il filippino Leo a mollare tutto e a scappare per i boschi a piedi. Una lunga opera di convincimento il cui esito non era affatto scontato. Ha temuto in qualche fase che il suo seque�stro potesse finire male? Risposta di lei. molto semplice: «Si, perché era una persona molto agitata». Spiegherà poi il capitano Vin�cenzo Franzese, che comanda la stazione dei carabinieri d�Mug�gia: «Secondoquanto d ha riferi�to la signora, il rapitore era in un forte stato di agitazione, tanto che la signora Caltagirone ha pensato fosse sotto 1 effetto di droga o dell'alcool». Ma ora che tutto è finito, ora che può rientrare nella sua bella casa, dove l'aspettano i figli Ales�sandro, Azzurra (da tempo vicina al leader ecd Picrferdinando Casi�ni), e il primogenito Francesco è fuori ma sta attaccato al telefono, dove si moltiplicano i mazzi di fiori inviati dagli amici, dove troverà persino un telegramma di congratulazioni dei sindacali�sti del «Messaggero» che sono in guerra con il marito ma hanno voluto mandare un saluto, ecco, ora come.si sente? Si vede che Luisa Farinon. sorella di quell'al�tra famosa Farinon, la presenta�trice televisiva Gabriella, vorreb�be chiuderla li. Fa uno sforzo a rispondere.E dice soltanto, a voce bassa e tesa: «Adesso sono contenta». Punto. 'Ma come è stato possibile por�tarla via, insistono i giornalisti, nonostante la villa blindala, sei domestici, il vigilante al cancello, e pure il poliziotto di sovrappiù? «Minacciando me». Con la pisto�la? «Certo».' Insomma, undici ore di paura. «Alternate», dice lei. E pare di cogliere un filo di ironia. «Comun�que sono stati tutti molto bravi». conclude. Tra quelli che merita�no un ringraziamento c'ò sicura�mente il camionista che ha prova�to a darle ricovero nella stazione di servizio di Latisana, tra Udine e Trieste: erano le 5.40 quando il conducente di un mezzo pesante ha fatto sapere di aver visto l'auto, con la donna che si lamen�tava e chiedeva aiuto, un uomo armato e un altro uomo. Ci sono poi gli impiegati della ditta «Janousek», a Muggia (Trie�ste) che se li sono visti piombare alle nove del mattino. Sono entra�ti nello stabQimenlo dalla porta sul retro raccontano le impiega�te Tania e Audry avevano i vestiti sporchi di erba e fango. «La signora era scossa in viso, con i vestili malmessi. Ci hanno detto che era un'emergenza e d hanno chiesto di tclefunare alla Questura di Roma. Poi ci hanno detto che cosa era successo; che erano stati lasciati in una zona boscosa, vicino allo stabilimento, legati a un albero; che erano riusciti a liberarsi e che avevano camminato per un po' fra arbu�sti, fango e cespugli fino ad arriva�re da noi. Dopo aver telefonato si sono riposati. A parlare era so�prattutto la signora. L'uomo sem�brava più agitato. Poi sono arriva�li i carabinieri». «La prima telefonata raccon�tano ancora l'ha fatta la signora. Sono state più di una. Anche, crediamo, al marito di lei La signora era mollo gentile, non ha detto chi era. Poi ha chiesto solo se poteva andare a rinfrescarsi. Quando è tornata ci ha detto di essere stata rapita e rapinata insieme all'altra persona. Ci ha anche mostrato i pulsi segnati dai lividi». Si era appena slegata, dall'albe�ro dove era stata legata, la signo�ra Luisa, con la forza della dispe�razione. Aveva un cappuccio sul volto che ha buttato in terra con stizza. Poi ha liberato Walter, l'agente che era legato anche lui li accanto. Lacci per lei, scotch da pacchi per lui. E si sono diretti verso un telefono. Il resto è prevedibile: ospitalilà in una caserma, interrogatori davanti al pm iriestino Federico Prezza che ora coordina la caccia all'uomo, e giustamente dice «li ha liberati per modo di dire visto che li ha legati a un albero» e wnsa che e stata anche una i ortuna se la signora si è subito slogata, poi il marito Francesco Gaetano Caltagirone che si preci�pita in Friuli, e tutti tornano a Roma su un aereo militare con ampia scorta di carabinieri. Si toma alla normalità. Le tensioni della scorsa notte verran�no prestò buttate dietro le spalle. E lady Caltagirone potrà tornare a seguire le sue occupazioni soli�te. Tra cui c'è la beneficenza. Rivelava nei giorni scorsi Barba�ra Palombelli. che è la moglie del sindaco Francosco Rutelli, ma anche cugina alla lontana con i Caltagirone: «Se si è potuto apri�re la Casa di Peter Pan. per i bambini malati di cancro del Bambin Gesù è grazie all'impe�gno decisivo di Marisa Fasanelli. ma anche grazie alla sensibilità di Franco e Luisa Caltagirone. Gli portai il progetto e in un minuto decisero di finunriare il costosissi�mo restauro di una vecchia scuo�la di Trastevere». «Adesso sono contenta» dice ai figli che l'abbracciano La villa ai Parìoli inondata di fior�Un telex dai sindacalisti del «Messaggero» La figlia Azzurra con il leader ecd Pierferdinando Catìn. Luisa Farinon Caltagirone con il marito giunto a Ronchi dei Legionaria bordo dell'aereo militare che poi li ha riportati a Roma. A lato, la villa deH Caltagirone ai Parìoli 3ov*è' avvenuto il sequestro. Sotto, la sorella della rapita CSbriella Farinonjnotaex presentatrice televisiva