Anatomia della raccomandazione

Anatomia della raccomandazione Due secoli di costume italiano nelle lettere ai potenti: chiedono favori tutti, anche per incontrare l'amante Anatomia della raccomandazione Fabio Sindlci ALBERTO Moravia è stringa�to e va dritto allo scopo. Gabriele d'Annunzio parte da lontano, ed è terribilmente pro�lisso. Giuseppe Saragat sbriga l'in�combenza con prosa burocratica, noioso come tutti i politici. Luigi Barzini jr., il giornalista, mette le mani avanti: «Non voglio affatto influenzarti... ma tu sai che mi faresti un gran piacere». Stile astu�to e accatUvante. Non sono i giudizi d�un critico letterario. Del resto, non s�tratta di romanzi, racconti o libri di memorie. Ma di lettere. Di un genere che ha segnato la storia del costume italiano: lettere di racco�mandazione. A fondo pagina, le firme del gotha degli ultimi 150 anni: statisti, poeti, generali, acca�demici, artisti. A sfogliare con non�curanza gli autografi è un signore milanese di 68 anni, Terzo Maffei, dirigente in pensione di un'azienda farmaceutica. Gli basta un capo�verso e riassume la raccomanda�zione con una battuta. «Questa è di Giacomo Puccini, che cerca di evi�tare al figlio il servìzio militare». Nella sua casa di campagna vicino Milano, Maffei ha raccolto in quarantanni di collezionismo un incredibile archivio che parte dalla metà dell'Ottocento e arriva a Tangentopoli. I fogli sono migliaia. C'è o scapigliato milanese Arrigo Bollo che, raccomandando un ragazza che fa il guardiafreni in ferrovia, ha accenti patetici: «E' afTlitlo come un treno d�Geremia» scrive; «e in caso di cestinamento minaccia una catena di afTlizioni per la famiglia del ragazzo, per lui stesso e per il destinatario che continuerà ad essere bersaglio di reiterate lettere». Anche l'editore musicale Giulio Ricordi fa fatica a liberarsi del solito Bollo che insiste perché pubblichi le opere di un conoscente. Ognuno ha il suo stile. D'Annun�zio è ambiguo: in una riga fa minacce velate, in un'altra «tringc fraternamente la mano». Giuseppe Ungaretti è obliquo, arriva al pun�to come per caso. Moravia, secco, scrive a Eugenio Montale ricordan�do un comune amico per un concor�so giornalìstico. Barzini si auloraccomanda a Montale, quando quest' ultimo è al Corriere della sera. Galeazzo Ciano segnala per una onoreficenza Quinto Navarra, il cameriere personale di Mussolini: «è di razza ariana e coniugalo con prole». Di un altro protégé Ciano esalta l'appartenenza a una non meglio identificala «razza Italia». E dire che il fascismo aveva proibilo la raccomandazione con circola�re ministeriale. Non si salvano neppure gli eroici garibaldini. Gio�acchino Bonnet per ottenere un favore per un suo proietto, ricorda al ministro Federico Seiss-Smith Doda. che lui, dopotutto, ha salva�to la vita all'eroe dei Due Mondi. In quest'oceano di melassa vi�schiosa e raccomandaliccia (ma pure spassosa e inquìetantel, Maf�fei si muove con abilità. Sulle raccomandazioni ha già pubblica�lo un libro sei anni fa: Il porgitore della presente, insieme con Giulio Bitozzi e Sergio Corradeschi. Poi ha deviato sulla storia del fasci�smo, con un'opera in tre volumi sull'immagine d�Benito Mussolini, Ieri ho visto il Duce, per i tipi di Albertelli (la terza parie è appena arrivata in libreria). Intanto l'archi�vio delle raccomandazioni è quasi raddoppiato. E l'ex-dirigente d'azienda si è rimesso al lavoro, il nuovo libro (in preparazione) avrà pertema proprio i motivi condutto�ri delle raccomandazioni. «Bisogna fare attenzione, le let�tere di raccomandazione sono spes�so ipocrite. Però i valori che chia�mano in gioco sono autentici, Si raccomandano in nome della fede politica, della famiglia, dell'arte. Si chiamano in causa l'amicizia e la pietà. Ho una lettera dell'arcivesco�vo Montini, prima che diventasse Papa, che chiede una raccomanda�zione 'per bontà'. A volte c'è l'espressione del potere puro e duro». A Maffei la passione per la lettera di raccomandazione è scat�tata negli Anni GO sul banco di un rigattiere romano. «Comprai una lettera in cui si chiedeva il permes�so per Giacomo Puccini di passare la frontiera con la Svizzera. Pucci�ni doveva inconirare a Lugano la sua amante, la baronessa von Stagel, ma non riusciva ad ottenere il lasciapassare perche era sospetta�to in quanto pacifista. Alla fine un commissario eli Como gli rilasciò il visto, ma Puccini venne beccaio dalla moglie. E la baronessa fu indiziata come spia austriaca». Sì. la raccomandazione può na�scondere un romanzo. 0 una po�chade. A Maffei è capitalo di essere stato destinatario di raccomanda�zioni quando era a capo dell'azien�da farmaceutica. «Mi scrissero Vin�cenzo Scolli e Renato Altissimo perché assumessi dei loro cono�scenti. Ioavevo inizialo la collezio�ne, e chiedevo altre lettere con altri dati. Ma i raccomandati non li assumevo. I raccomandati dei poli�tici quasi sempre sono degli incapa�ci». Raccomandano tutti. In questo diluvio qualcuno si rifiuta Maflei mostra una ripulsa di Giulio Andreoiii. Ma anche il ^rido di ribellione di Belli Salvador!, dimotiiicaio let�terato pesarese di fine '800: «Non ne posso più, chiedetemi il mantel�lo, chiedetemi la camicia, i pantalo�ni, chiedetemi il sangue, ma non domandatemi nulla per adulare alcuno». Diventeranno un libro le migliaia di fogli firmati da statisti, poeti generali. Liba raccolti Terzo Maffei, dirigente farmaceutico in pensione. Anche lui è stato vittima del più tenace vizio nazionale Il fascismo aveva proibito l'usanza con una legge Tuttavia Galeazzo Ciano perorava un'onorificenza per il cameriere personale di Mussolini: «Di razza ariana e coniugalo con prole». Altra richiesta per un protégé con ima sola qualità: «E'un uomo di razza Italia» Da Alberto Moravia a Eugenio Montale (su carta Intestata de "Il Mondo") 1952 Caro Montale, Tira i premi Saint-Vincent per I giornalisti, della cui giuria tu/ai parte, ce n 'è uno per una conversazione radiofonica sulla montagna al quale concorre il nostro comune amico Alfredo M. TI prego di ricordartene. E li ringrazio In anticipo. Tante cose affettuose dal tuo Alberto Moravia Da sinistra: Alberto Moravia Giovanni Rapini e Gabriele d'Annunzio. Anch'essi praticarono l'esercizio della raccomandazione, per segnalare un amico a un premio giornalistico o per favorire una maestrina Da Giovanni Papinl a Giuliano Balbino, ministro dell'Educizione nazionale 20 ottobre 1927 Caro Giuliano, abbi pazienza se ancora una volta tomo ad infastidirti, ma quella buona gente di montagna t'immagina cb'to abbia chissà quali poteri e influenze... TI rammenterai di quella maestra che II ho raccomandalo ti settembre scorso: signora Angela CiprianL Ora in 'informano che ci sarebbe da quelle parti una scuola resa libera per trasferimento: quella di Comaneccia (di Pieve S. Stefano). Se non avete provveduto mi faresti cosa grata tenendo presente la signora Cipriani, che ba fatto già regolare domanda Molti affettuosi saluti dal tuo Giovanni Rapini PL Da Gabriele d'Annunzio a un funzionario statale 25 «gorto 1925 Non raccomando Dico scbleitamente che l'aver tolto, con dolore dei discepoli, il giovane e vigoroso nutestro dalla scuola di Itamia non è giusto. E confido ch'Ella provveda al riparo. E Le stringo la mano fraternamente, nix et bonunr Malum et /vtv. Gabriele d'Annunzio «I politici!' Sponsorizzano gli incapaci»

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