«Berlusconi? Se va bene agli italiani è ok»

«Berlusconi? Se va bene agli italiani è ok» «Berlusconi? Se va bene agli italiani è ok» Condoleeza Rice, aspirante guru della politica estera Usa inviato a PHILADELPHIA «Certo, per noi americani è diffìcile capire come una persona che controlla i me�dia possa essere eletto alla guida del Paese. Ma è una questione che riguarda 1 Italia. E se non è un problema per l'elettorato italiano, non può esserlo per l'America». Condoleeza Rice, la nuo�va stella del partito repub�blicano che molto probabil�mente gestirà la politica estera americana in caso di una vittoria di George W. Bush a novembre, fa capire che non sarà certo un amministrazione repub�blicana ad ostacolas*e l'ascesa al potere di Silvio Berlusconi. «Sono altre le preoccupa�zioni che ho a proposito dell'Italia», dice la Rice, un'afro-amerìcana cresciu�ta in una cittadina segrega�ta dell'Alabama e rapida�mente salita ai vertici del partito fino a diventare la «tutrìce» di George W. Bu�sh in politica estera. «L'Italia ha il potenziale per diventare un vero e proprio motore della cresci�ta economica europea. E per noi è molto importante che faccia la sua parte. Il nostro timore è che l'Unio�ne Europea, il terzo grande polo dell'economia mondia�le assieme a Stati Uniti e Giappone, non riesca a sta�re al passo della New-Economy. E siccome il Giappo�ne continua a faticare, an�cora più importante e che l'Europa non rallenti. L'economia italiana è una delle quattro grandi e con�tiamo su di essa». Per la Rice, che ha parla�to con noi ai margini nella Convention repubblicana in corso a Philadelphia, la via verso la «ristrutturazio�ne e il decentramento» va imboccata con decisione. «E l'Italia, per la sua sto�ria, per la sua cultura, è ben piazzata per fare un'ef�ficace transizione verso la new-economy. E' nel suo Dna». La Rice dico di seguire con grande interesse il di�battito in Europa sul futu�ro dell'Unione. «Il grado d'identità europea cho è già stato raggiunto è davve�ro notevole, e l'America non ne ha corto paura. Anzi, è uno sviluppo positi�vo, che incoraggiamo. Sarà interessante vedere fino a che punto questa nuova identità riuscirà a permea�re le istituzioni dell'Unio�ne». Ma la Rice, il cui nome, Condoleeza, deriva da una lieve modifica del termine musicale italiano «con dol�cezza», è piuttosto scettica sull'ipotesi che l'Unione Europea evolva verso un federalismo all'americana, come alcuni leaders euro�pei hanno suggerito. «L'esperienza americana spiega non è replicabile. il nostro Paese si ò formato attraverso l'immigrazione, milioni di uomini e donne che si sono lasciati alle spalle il loro possato per acquistare una nuova iden�tità, con una lingua comune. In più c'è sempre stata una arando mobilità inter�na che ha contribuito alla coesione del Paese. In Eu�ropa non c'è solo il proble�ma della lingua comune. C'è anche il fatto che la gente si sposta poco volen�tieri. Non c'è ancora la mobilità del lavoro che esiste da noi. Certo, i diri�genti europei si trovano altrettanto a loro agio a Londra, Parigi o Roma, ma in generale la popolazione rimane dov'è. L'Unione Eu�ropea evolverà lentamente in qualcosa di nuovo. Non credo che la soluzione pos}.a essere imposta dall'al�to». |a.d.r.l Condoleeza Rice, consigliera per la politica estera del candidato repubblicano George Bush junior