Arriva Bush: voglio un'America più forte

Arriva Bush: voglio un'America più forte Arriva Bush: voglio un'America più forte Sul podio è l'ora di Cheney: ricostruiremo l'esercito Andrea di Robllant Inviato a PHILADELPHIA George W. Bush ha concluso ieri a Philadelphia la sua trionfale mar�cia di avvicinamento alla Convendon repubblicana, promettendo agli americani di «ricostruire le nostre forze armate per rafforzare le nostre alleanze». Questa notte il governatore del Texas accetterà l'investitura uffi�ciale del partilo repubblicano con un discorso sul quale ha continua�lo a lavorare fino all'ultimo e in cui traccerà la sua visione per un'Ame�rica più forte, capace di assumere con decisione e sicurezza la guida del pianeta. Il nuovo leader dei partilo re�pubblicano accusa Bill Clinton e Al Gore di aver provocato un erosione dell'apparalo militare degli Stali Uniti. «Lo spirilo delle nostre forze armale è ca alo pericolosamente in questi anni», ha dello, alzando il tiro contro il suo rivale democrati�co ricollegandosi idealmente al�l'America «più forte» di Ronald Reagan e di suo padre. George Bush senior. Ieri notte il candidalo alla vice presidenza Dick Cheney, ha fallo il suo discorso di accettazione alla Convention. «È ora che se ne vadano da Washington»: Cheney ha attaccatogli avversari democratici usando le parole che nel 1992 Al Gore usò contro Geoide Bush pa�dre, sottolineando poi anche lui l'importanza di «ricostruire» le for�ze armate americane. Cheney era segretario alla Difesa durante l'am�ministrazione di George Bush sr. e guidò il Pentagono durante la guer�ra del Golfo. In realtà alla fine della guerra fredda furono proprio George Bush sr. e Dick Cheney a decidere i primi grossi tagli alla difesa, per ristrut�turare le forze armate e ad adattar�le alla nuova realtà intemazionale dopo le spese massicce approvate durante l era Reagan. Ma i repubblicani accusano Clinton e Gore di aver ecceduto nel ridiroensionaraenlo delle forze ar�mate e di aver «abbandonalo» i soldati americani accusa che la Casa Bianca naturalmente respin�ge mettendo in risalto il successo dell'intervento militare in Kosovo e ricordando che in realtà la spesa militare è aumentala negli ultimi anni dell'amministrazione Clin�ton. Eppure, lo slesso messaggio l'importanza di ricoslruire un'America militarmente più forte è slata rafforzala in questi giorni da personaggi del calibro del gene�rale Colin Powell e del senatore John McCain che si sono schierali con decisione dalla parte del giova�ne Bush. Il generale Norman Schwartzkopf; che condusse l'operazione Tempesta del Deserto contro Sad�dam Hussein, ha fatto anche lui un appello in favore di George W. Bush parlando alla Convention in diretta dal ponte di comando della USS New Jersey. Insomma, a IO anni di disianza dalla guerra del Golfo, il giovane Bush ha chiamato a raccolta attor�no a se gli slessi uomini Cheney, Powell, Schwanzkopf che lavora�rono gomito a gomito con suo padre. «George W. Bush ha un senso spiccato della responsabilità degli Stati Uniti nel mantenere la pace nel mondo. E la pace comincia dalla forza», dice Condoleezza Ri�ce, l'esperta di missili die lavorò per Bush padre alla Casa Bianca e che adesso è diventata la principa�le collaboratrice del governatore del Texas per la politica estera. La Rice non è affatto a suo agio con l'idea di mi intervento militare «per motivi umanitari». Gli Stali Uniti non devono immischiarsi «so�lo perché alcune persone danno addosso ad altre persone». George W. Bush e i suoi collabo�ratori sono dunque propensi a favo�rire un ritorno ad una politica estera più tradizionale, che non lascia spazio a «derive umanitarie» e punta a gestire la sicurezza del pianeta con maggior fermezza. Ma come ha scritto il «New York Ti�mes»: «Sul podio ieri sera sembra�va di assistere ad una riunione di veterani della Guerra del Golfo». Alla Convention risuonano i temi della Realpolitik cari a Reagan e a Kissinger ma il New York Times ironizza «Sembra una parata di veterani del Golfo»