Dalla Turchia un'altra «carretta»

Dalla Turchia un'altra «carretta» GU SBARCHI CONTINUANO DA GENNAIO SONO ARRIVATE 12 NAVI Dalla Turchia un'altra «carretta» Segnalata dalla Grecia, è attesa fra 2 giorni retroscena ROMA AVEVA settant'anni l'ulti�ma «carnuta» del mare sbarcata a Crotone, il 30 luglio, con 37S clandestini, curdi per la maggior parte. Si chiamava «Kalsii»: pare cbe sia stata comprata dai traffi�canti per centocinquanta mi�lioni. O. almeno, è questo il suo valore. Adesso si aspetta un nuovo sbarco se avverrà in Cala�bria, sarà il dodicesimo dal�l'inizio dell'anno " dell'ennesi�ma «carrella» salpata da un porto turco. E' stata segnalata alle nostre autorità dalla Gre�cia. La «carrella», un mercan�tile di fabbricazione russa e lungo 50-60 metri, sarebbe partita poco dopo la mezzanot�te dei 30 luglio dal porto turco di Doganbey, nel mar Egeo orientale, vicino all'isola gre�ca di Samo. Se la notizia sarà conforma�ta, la ccarretta» potrebbe ma�terializzarsi da noi entro un paio di giorni. Tutto dipende se verrà intercettata dai mez�zi navali greci e, poi, italiani. E, quindi, se cambierà rotta, se sarà bloccata o se sarà costretta a tornare indietro. Intanto, una novantina di kosovari-rom sono stati inter�cettati alle periferia di Mola di Bari. Anche loro hanno fatto il viaggio a bordo di una e carret�ta», una chiatta fluviale, salpa�ta dal Montenegro, dal porto di Bar. Uà due giorni, due funziona�ri del Viminale sono ad Anka�ra, in missione. Spediti in Turchia per cercare di indivi�duare gli armatori delle «car�rette», i centri di raccolta in cui si concentrano i clandesti�ni, i gestori di questi centri. I due inviati del Ministero desìi Interni sono andati ad Ankara con una lista di dodici nomi da controllare, da verifi�care. Sono i nomi dei traffican�ti arrestati, nelle ultimo tre settimane, in Calabria. Tre, l'I 1 luglio scorso, quando arri�vò a Monasterace, Reggio Cala�bria, la motonave «Yallah Ma�yallah», con 228 clandestini; auattro, il 20 luglio, nel porto i Reggio Calaoria. appena sbarcati dal mercantile «Sani» con 552 clandestini. Infine, cinque il 30 luglio, a Crotone, scasi dalla motonave «Kalsit». Il governo turco ha rassicu�rato le autorità italiane sulla piena disponibilità a collabora�re per cercare di individuare i responsabili dei traffici di clandestini. Ma mentre il portavoce del ministero degli Esteri, Huseyn Dirìoc, confermava l'impegno del governo «nella repressione dell immigrazione illegale», da Atene arrivava l'annuncio dell'ennesima partenza di una «carretta» da un porto turco. I due funzionari del Vimina�le vogliono verificare se i dodici trafficanti arrestati so�no collegati a una o a più organizzazioni. E cercheran�no di capire dove vengono messe all'asta le «carrette» destinale all'ultimo viaggio. Anche la Turchia, come la Grecia, l'Albania, la stessa Italia è terra di transito di flussi di immigrati clandesti�ni. Al di là dei turchi di etnia curda nei confronti dei quali, oggi, il governo di Ankara consente, nei fatti, la possibili�tà di espatriare in Turchia si raccolgono migliaia di clande�stini di altre etnie e nazionali�tà. Flussi che arrivano anche dal Medio e dall'Estremo Oriente. C'è anche il sospetto che il trasferimento in Europa dei turchi di etnia curda sia gestito direttamente da alcu�ne fazioni del Pkk. Per quanto riguarda il orobloma dell'immiRraziono clan�destina, l'Italia ha con la Tur�chia un contenzioso aperto. O meglio, si ritrova con un inter�locutore che pone due ordini di problemi eia risolvere. Per le leggi di Ankara, l'immigra�zione clandestina è un reato che va perseguito. Per loro, non c'è alcuna differenza tra l'organizzatore del traffico e il clandestino, ambedue perse�guiti penalmente. Da noi. co�me si sa, l'essere clandestino non comporta over coniinesso un reato penale: al clandesti�no viene contestato un ìllocito amministrativo. Questa diversa intorprelazione del problema, crea diffi�coltà nella collaborazione tra l'Italia e la Turchia. La difficol�tà nasco dal fatto che comuni�chiamo informazioni che ri�guardano esclusivamente i trafficanti di «merce umana». Tacciamo sui clandestini. Il secondo ordine di proble�mi, riguarda il loro livello di controllo delle coste. Essendo la Turchia terra di transito dei flussi di clandestini, le forze di polizia sono dislocale laddo�ve si possono intercettare que�sti flussi in entrata, ovvero il Mar Nero. Lasciando, in que�sto modo, sguarnito il Mediter�raneo. E' come se l'Italia con�trollasse le coste del Tirreno lasciando sguarnite quelle del�l'Adriatico e dello Jonio. Funzionari italiani ad Ankara a caccia di armatori e trafficanti di clandestini i BHPI J Ikosovan bloccati dalla polizia .1 Bjn

Persone citate: Anka, Huseyn Dirìoc