Clinton e il clan Bush, colpi sotto la cintura

Clinton e il clan Bush, colpi sotto la cintura Clinton e il clan Bush, colpi sotto la cintura Rissa a distanza tra il Presidente e il candidato repubblicano Andrea di Robilsnt inviato a PHIUOELPHIA La (^erra è scoppiala il secondo giorno della Convention. Non una guerra tra repubblicani i delegati del Grand Old Psuty maraano a ranghi serrad dietro il loro nuovo leader, George W. Bush, che domani farà la sua entrata trionfale qui a Philadelphia No, la guerra esplosa violentemente ieri è quella tra il clan dei Bush incluso Bush senior e Bill Clinton, un presidente ormai arrivato al suo tramonto, ma che non sa resistere alla tentazione di lanciare bordate e provocare scontri anche pesanti con �suoi nemici. Era da un po' di giomi che il Presiden�te meditava un'offensiva in piena redo�la. Tradizione vuole die i democratici si astengano dal muovere attacchi pesand durante le convention dei repubblicani, e viceversa. Clinton, evidentemente pre�occupato dalla trionfale macchina da guerra die Bush junior sta mettendo insieme, ha cominciato qualche giorno fa a lanciare provocazioni e a preparare imboscate. Prima ha detto con tono denigratorio che fl governatore del Texas è un «figlio di papà». Poi ha approvato una serie di attacchi contro Dick Cheney, il candida�to repubblicano ulia vice presidenza. E ieri sera ha scagliato fl suo attacco frontale: in un'intervista concessa ad una televisione in Florida ha esortato gli americani a non lasciarsi ingannare dal messaggio di Bush junior. tParlano di compassione, ma è solo strategia*, ha ironizzato Clinton, «in realtà non c'è niente dietro. E' solo un gran bel pacchetto-regalo e l'unica loro preoccupazione è di sapere se è legato abbastanza stretto perché nessuno lo apra prima di natale». Le loro proposte sulla sanità? «Un mucchio di sciocchez�ze». L'idea di riduire le tasse alla luce dei surplus di bilando? «Si comportano co�me quelli che vogliono spendere i soldi della lotteria prim'ancora di aver vinto». E questa volta George W. Bush non ha kisdato cadere la provocazione del Presidente. tTrovo assolutamente incre�dibile die un presidente in carica si lasd andare agli attacchi più partigiani duran�te una convention. Ma in realtà non mi sorprende. E' talmente disperalo, tal�mente ossessionato dall'idea di trovarsi una nicchia nella Storia, die è capace di dire qu?.lsiasi cosa». Finora la vicenda Lewinsky è rima�sta ai mai^ini della campagna elettorale Per volontà di George W. Bush gli istinti più aggressivi del partito repubblicano sono tenuti sotto controllo qui a Philadel�phia. Non si parla dell'impeachnient. Gli attacdii ai deniocraiid vengono temili al minimo Ma do potrebbe cambiare. L'antipa�tia e il riseniimento nei confronti di Clinton rimangono molto forti appena sotto la superfide. E ieri lo stesso George W. Bush non è riusdto a trattenere una freedata velenosa: «Oliando sarò Presi�dente sarò guidato dai nastri angeli migliori, non dai nostri lati più oscuri». L'ex Presidente George Bush, padre del candidato, si trattiene a stento dalla mischia. E ieri sera, esasperato dall'ennesimo attacco di Clinton contro suo figlio, ha detto con disprezzo: «Se ennt inua cosi state pur sicuri che dirò al Paese che cosa penso veramente di lui. Casa penso di lui come uomo. Come persona umana» Le ostilità tra i Bush e Clinton hanno comunque finito per animare una con�vention in aii ogni forma di dissenso interno è siala soffocala Ieri sera John McCain. die trascinò Bilsìi junior in una serie di sanguinose' nrimarie l'inverno scorso, è stato lo speaker di turno (assie�me al generale Norman Schwarlzkopf e Condoleeza Rice, esperta di politica oste�rà e nuova stella dei repubbliranii Ma ormai anche l'anziano eroe di guerra gioca per la squadra.

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