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LA STRANA ESTATE DEL RECORD LA STRANA ESTATE DEL RECORD Ugo Bertone N ON c'è che dire: sono nume�ri record. L'industria fa boom, innanzitutto. Pfer ritrova�re un incremento del fatturato paragonabile al +2l% di mag�gio, infatti, bisogna tornare indie�tro di dieci anni. Ma allora il ciclo di crescita volgeva al termine. Oggi, invece, dopo tante false partenze, la locomotiva europea sembra finalmente lanciata. Numeri da record. Il più sorprendente, agli occhi dei con�sumatori, è quello della supermulta dell'Antitrust sul fronte della Re-auto. Prima i telefonini, poi i petrolieri, adesso le assicura�zioni. All'improvviso, l'Italia sembra balzata su un altro piane�ta, dove si privilegia il cliente che paga piuttosto che chi offre i servizi. Certo, non è il caso di emettere sentenze di condanna affrettate o di scaricare sulle spa i costi e le furberie del sistema (il caro tariffe è parente delle tante truffe...). Ma non dimentichia�mo, nei giorni del boom, che l'inflazione non è solo figlia del petrolio ma anche, se non soprat�tutto, di tariffe più alte e di settori protetti. Il costo dell'assi�curazione auto (ma anche del�l'energia elettrica) in questi anni ò scese assai in Francia o Germa�nia, in Italia, invece, no. E' bene, nell'estate dei record, non dimenticare i primati negati�vi. Non pochi, come ci ricorda il confronto intemazionale curato da « R&sdi Mediobanca. L'indu�stria italiana, si legge, esporta meno degli altri e solo sui merca�ti tradizionali (quelli europei). Quel che è peggio è che, dopo gli anni della lira debole, il -madc in Italy» si è lentamente ritirato verso i lidi di casa, quelli più protetti dagli ostacoli della buro�crazia, dalle rigidità del sistema e (fino a ieri) dalla scarsa sensibilità per la concorrenza. Ora, ti spera, cresce la voglia di cambiare. Addirittura spunta la carta del contribuente, cliente e non vitti�ma dell'amministrazione. Ce da crederci? In quel caso, sarebbe davvero un miracolo. Non solo economico...