I repubblicani a scuola dal nemico Clinton di Augusto Minzolini
I repubblicani a scuola dal nemico Clinton I repubblicani a scuola dal nemico Clinton Per battere Gore vanno a caccia anche dei voti gay Augusto Minzolini inviato a PHIlAOaPHIA La regia della Convention Repub�blicana, con grande soddisfazione di George W. Bush, gli ha puntato i riflettori sopra: per quella che è sempre stata la filosofia del «G.O.P» è una mezza rivoluzione ritrovarsi con la figlia del candida�to alla vicepresidenza, Dick Cheney, Mary, che è una lesbica di�chiarata, oppure affidare uno dei discorsi di apertura a Jim Kolbe, l'unico gay die il partito ha mai mandato al Congresso. Né il candi�dato repubblicano alla Casa Bian�ca è preoccupato per la filippica pronunciata dal reverendo Jerry Falwell contro la figlia di Cheney. Anzi, Bush Junior ne è ben felice: tanta pubblicità potrebbe spinge�re molti omosessuali a votare per lui. Più o meno la stessa cosa fece Bill Clinton per battere suo padre nel '92: grazie ad una serie di uscite in favore delle libertà ses�suali l'attuale presidente si conqui�stò in quelle elezioni il 72,X) degli elettori gay. Ma come quella di Clinton, la politica di Bush junior è poliedri�ca. Al Tan-Ge-Rin, un ristorante di nouvel coiisin marocchina che atti�ra un mare di gente nel centro storico di Philadelphia, John McCain, l'outsider che nelle primarie stava per rovinare la festa a Geor�ge W. Bush e che piaceva tanto ai Democratici di destra i veri fans di Bill Clinton -, è corteggiato dai gotha del giornalismo americano. In un momento di pausa all'eroe del Vietnam viene chiesto cosa ne pensa del tentativo di Bush di strappare quei sessanta milioni di voti cattolici, tradizionalmente schierati con i Democratici, ad Al Gore. «E' una buona idea», rispon�de convinto. E, infatti, questa è una delle tante operazioni con cui il candidato Repubblicano alla Ca�sa Bianca sta tentando di modifica�re la geografia tradizionale del�l'elettorato americano: la strate�gia che è stata alla base del succes�so di Bill Clinton. Bush, ad esempio, da mesi ha cominciato a stringere i contatti con la rivista cattolica. First Things, e i suoi promotori, Neahaus e Waingel (quest'ultimo è uno dei biografi ufficiali del Pa�pa). E su un altro piano sta sfruttando al massimo l'amicizia che lega il regista della sua cam�pagna elettorale, Karl Bove, a Novak, l'intellettuale cattolico del momento. Appunto, una mano agli omo�sessuali e un'altra ai cattolici all'in�segna dell'opportunismo. Proprio come Clinton. Altro episodio. Alla festa organizzata da Michel Bloombeig, il Re dei media, al ristorante alla moda Striped Bass, si incontra anche Daniel Gergen, un esponen�te repubblicano che Bill Clinton, sempre lui, rubò nel '92 alla corte di Bush padre nominandolo consu�lente speciale per la comunicazio�ne. George junior ha fatto di tutto per riaverlo con sé. La Philadel�phia della Convention repubblica�na è piena di personaggi come Gergen. Basta passare per il party organizzato dalla General Motors per incontrare tanti ex-cortigiani dell'attuale presidente finiti tra le braccia d�quello che i sondaggi considerano il suo più probabile successore. Sembrerà paradossale ma sulla Philadelphia repubblicana si sta�glia l'ombra di Bill Clinton. E' sicuramente l'uomo più odiato da queste parti, ma nel contempo è il più copiato. E', di fatto, il modello scelto da Bush Junior per diventa�re presidente. La formula di Clin�ton, riveduta e corretta dal punto di vista repubblicano, rimane in�fatti quella vincente. Senza conta�re che tra i due personaggi c'è un'analogia di fondo: Bush junior, come Clinton per i Democratici, è nella storia del «G.O.P.» il primo candidalo alla Casa Bianca ad esse�re nato dopo la seconda guerra mondiale. Entrambi hanno segna�to una svolta generazionale all'in�terno dei due parlili. E'nalurale, quindi, die Bush nello siile e nell'approccio alla politica sia più simile a Clinton che non alla vecchia guardia del parti�to repubbhcano. E' attento a sorri�dere in pubblico, a stringere le mani, a rischiare la battuta, sicura�mente più di Dole, l'ultimo candi�dalo mandalo al massacro dal G.O.P nel '96 contro Clinton. E ancora come l'odiato nemico, Bu�sh ha dato un ruolo di rilievo nella sua campagna elettorale alla mo�glie Laura: la consorte, come nel caso di Hillary Clinton, è diventata uno strumento per attirare il voto delle donne. Insomma, per vincere in politi�ca la formula del giovane Bush è simile a quella di Clinton: c'è bisogno di una buona dose di iragmalismo, che a volle può sconmare nella vaghezza dei contenu�ti e nel cinismo dei comportamen�ti. La sua proposta del conservaronismo compassionevo/e non è al�tro che la variante repubblicana della teoria del new democrat con cui Clinton emarginò l'anima libe�ral, egemone nel partito Democra�tico fino al suo avvento, e conqui�sto gli elettori moderati di centro, fondamentali per la conquista del�la Casa Bianca. Bush sta tentando esattamente la stessa operazione nei repubbli�cani. Ha messo la museruola alla destra del partito, ai vari Newl Gingrich; sul palco della Conven�tion di Philadelphia non salirà nessun esponente di quest'area del partito. Nel '92 proprio le posizioni dure degli intransigenti determinarono la sconfitta di Bu�sh senior contro Clinton. Ora Geoige junior non ne vuole sentir parlare. Li considera la pia�ga del partito tanto che ha deciso di ignorare la piaitaforma pro�grammatica di stampo conservato�re uscita fuori dalla platea della convention dove gli «intransigen�ti» continuano ad avere un peso notevole: due fedelissimi di Bush, come il governatore di New York, Pataki. e quello del Winsconsin. Thompson, hanno già fatto sapere che non è fondamentale attenersi a quel programma. Del resto negli ultimi discorsi il candidato ha parlato solo «di dialo�go», di «apertura alle minoranze», di «attenzione alla povertà». In fon�do Bush Junior è un repubblicano di sinistra che ricorda tanto il suo nemico, quel democratico di destra di Bill Clinton. A volte ^li opposti si attraggono anche in politica. Molta pubblicità per la figlia del candidato alla vicepresidenza che è una lesbica dichiarata Il candidato repubblicano applica la formula del Presidente: pragmatismo nei contenuti e cinismo
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