«Meglio una prigione che il Kurdistan»

«Meglio una prigione che il Kurdistan» PROFUGHI IN CERCA DI UN FUTURO «Meglio una prigione che il Kurdistan» Adulti e bambini stremati dalla fuga, da fame e disperazione servizio Emanuela Mlnuccl RIMINO MADINA lui cimino bambi�ni v uno sullo il vestilo dio nuscorà a sellombre. Ora so ne sta accoccolata Botto un albero nel giardino di via Formigginl, a Mirafiori Sud, ex quurlioro operaio di Torino, u vonli giorni di nuvo o lacrimo dalla sua Zuliu, 150 mila unirne prlgiuniuri! noi cuo�re dol Kurdistan. «Non so dovo nasceranno il piccolo Hisn o la piccola Sliarif dico all'intorproto in un inglese) scarno di parole quanto ricco di gosti ma una cosa è certa non nasce�rà in Iraq». Prendo un calzino dol figlio Abdul di cinque anni, cho sta asciugando sulla scalot�ta dello scivolo, o so lo arrolulu sui polsi: «Muglio in prigione cmi in li.ili.i dice stringendo il nodo elio tornare laggiù. Meglio in prigione, in overv country, in ogni posto del mondo, che tornare laggiù», E' stanca Medina, due gran�di occhi neri che raccontano una donna più vecchia dot suoi venlisotto anni. Come sono stremati, ma in fondo felici, tutti i suoi poveri compagni di viaggio. Se di viaggio si può parlaru con quella settimana «stipati come bestie su una nave che sombrava fatta di papor, cartono, senza acoua né servizi, a tonerei in piedi con un uovo al giorno e toglierci le magliette appena calava il solo perché i bamnini piangevano e tremavano per dormire poi quattro oro per notte». Secondo Madina, però, ne valeva la pena. Lo conferma sotto un sole cocente, mentre culla il più piccolo dei suoi figli e osserva il giardino di fronte a strada delle Cacce trasformato in dormitorio al�l'aperto. Strano destino por questa fotte di cittèu dove adesso la protezione dvilo sta ullostondo i letti che ospitoranno i curdi in fuga, Tino ad aprile dormivano T barboni di Torino e cintura. «Sempre a che faro con i diseredati, noi si lamenta un vecchietto su una panchina è come una maledizione, sarà la stella di via Artom, vai a capire». Osser�va da lontano quel gruppo di corpi sfiniti dal viaggio o ad�dormentati sull'erba e hn un barlume di generosità: «D'al�tronde poveracci, se tornano a casa Saddam so li cucina, avranno pur diritto anche loro a sopravvivere». Loro, ouulli che i ragazzini del quartiere hanno già ribat�tezzato «mamma li curdi* sa�ranno in sessanta, metà uomi�ni e metà donne. Ma la maggio�ranza dol disperato equipaggio sbarcato due giorni fa all'isola di Capo Rizzuto con al seguito soltanto lo struggente bagaf;lio doi bambini, sono proprio oro: avranno dai tre ai sei anni. E loro no, proprio non se la sentono di dormire. A Rody, Said, Maged, Thuery non pare vero che le signore buone della Croce rossa siano arrivata con le caramelle, un formaggio bianco che pare si chiami «trachin» (lo stracchino), una pa�gnotta fresca e due albicocche. E non pare vero di poter finalmente concedersi il lusso di fare i bambini, spingendosi per salire a turno sullo scivolo, cuccarsi una carezza dalla mamma e bere un bicchiere di latte ancora tutti sudati. Ma non tutti i profughi andranno a dormire in quella grigia costruzione Ann; Sessan�ta, l'istituto dedicato ai poli�ziotti uccisi sul lavoro «Lanza e Porceddu», che sta di fronte al giardino. «Noi dormiremo qui fuori sull'erba dice Idris Ziver, 20 anni, e i baffoni neri tagliati di fresco perchè fanno too much iracheno, troppo ira�cheno è fresco, è bello, voi non sapete cho cosa abbiamo passato, per noi questo ò il migliore notol che possiamo trovare». Ulris è quello che parla l'inglese migliore. Indossa una camicia nera con i pizzi bian�chi stampati, jeans, ciabatte da piscina. Accanto a lui c'è Rodi Said, maglietta taroccata Versaco che indica ridendo: «Non ò cara, cosla poco e poi siamo in Italia no?». Al polso, quasi tutti, so�pra i tatuaggi, sfoggiano un finto Rolex o un finto Cartier e qualche anello d'oro, (soprattutto gli uomini) cui non rinunce�rebbero per nulla al mon�do. Idris parla volentieri, confondendo i cronisti con uomini della Wm Prefettura e viceversa. E' diretto a Oslo per raggiungere il padre fuggito allo persecuzio�ni di Saddam l'anno scono. Indica l'amico Joseph, sdraia�to sull'erba, i piedi nudi com�pletamente anneriti dalla mancanza delle scarpe: «Lui si è venduto pure quelle per trova�re i 3 mila dollari che ci sono serviti per imbarca.ci. apiega Idris non abbiamo più nien�te, ma se non altro non rivedre�mo più ouella terribile terra dove rischiamo ogni giorno la polle». Idris che di lavoro face�va il mercante di stoffa, ada�giandola sui marciapiedi del centro, sta parlando di Ziver, la stessa città da dove arriva�no Madina e il suo vestito nocciola lungo fino alle gambe ed ogni giorno più corto. «Sia�mo fuggiti in tanti da lì. No, non cT conoscevamo prima, ma adesso siamo come insepa�rabili». Mostra il certificato di soggiorno rilasciatogli dal Mi�nistero dell'Interno quando sbarcò, insieme con la sua disperata truppa, a Capo Riz�zuto, come fosse un lasciapas�sare per il paradiso. E si rattri�sta quando il funzionario della Prefettura gli spiega che «con quello puoi rimanere in Italia, ma ali'estoro ti fermano». Idris sorrido incredulo mo�strando una fila di denti bian�chissimi e occhi sgranati su un destino troppo cinico: «Quan�to costa un corso d'italiano? Qui si trova un lavoro?». Le informazioni non sortiscono il risultato voluto e Idris si riluf�fa nel suo sogno: «Arriveremo ad Oslo, partiremo domani, forso domani sera». Madina lo guarda come si guarda il lea�der del gruppo poi torna al suo bambino più piccolo che non mangia gli omogeneizzati: «E' strano spiega un'addetta del�la Croce rossa non hanno abituato i loro figli più piccoli a mangiare queste pappe. Loro passano dal latto ai farinacei. e non c'è storia di farglieli provare». Maged. 14 mesi, canpttionna rosa che gli sfiora i piedini, se ne va gatton gattoni per il giardino trasportata da una pagnotta che è più grande Il viaggio è costato tremila dollari alcuni si sono venduti anche le scarpe «Come bestie su una nave che sembrava Catta di cartone senza acqua e con un uovo al giorno» Wm Quando sono tmarvenute lo fona dell'ordine e la Croce rossa 1124 curdi tono stati trasferiti in via Formigginl. a Mirafiori Sud Il giardino di fronte a strada delle Cacce si è poi trasformato in dormitorio per gli adulti e i bambini. I più piccoli però non sembravano stanchi del viaggio, e hanno approfittato per tornare ad essere bambini e giocare

Persone citate: Botto, Catta, Idris Ziver, Lanza, Porceddu, Quan, Riz, Said