La nave dei curdi dalla Grecia a Crotone

La nave dei curdi dalla Grecia a Crotone La nave dei curdi dalla Grecia a Crotone Il Viminale protesta-. Atene non rispetta gli accordi Rocco Valenti CROTONE c*3«éS^Prima di arrivare a qualche decina di metri dalla spiaggia di Crotone, la «KalsiU, ennesima carretta del mare salpala da un porto della Turchia con un carico di 367 disperali, avreb�be fallo uno scalo in una località greca, dove i clandestini, ammassali nelle stive, sarebbero slati addirittu�ra rifocillali. E se l'itinerario riferito da qualcuno degli slessi profughi dovesse trovare conferme, allora gli accordi intemazionali di collabora�zione contro l'immi�grazione clandesti�na sarebbero poco più che parole al vento. Il Viminale, d'altra parte, ieri l'ha detto chiaro, an�nunciando, d'intesa con la Farnesina, una «forte e decisa protestai qualora la «Kalsil»,50melridi ferraglia arruggini�ta, dovesse davvero aver fatto lappa in Grecia, senza che le autorità locali ab�biano fallo nulla per evitare che ri�partisse, cos�come invece a gennaio l'Italia aveva chie�sto alla Grecia in ui) incontro bilaterale svoltosi a Roma, il Viminale, che ha manifestalo «pro�fonda irritazione per questo nuovo episodio» ha voluto ancora ricordare có^ me già nei mesi scor�si si era intervenuti con decisione per sollecitare il gover�no turco a un mag�gior controllo sui suoi porti. Tanto più che della neces�sità di una totale collaborazione dei Paesi interessati al fenomeno dell'im�migrazione clande�stina il ministro dell'Inlemo Bianco aveva parlato proprio due giomi fa, nel vertice intemazionale di Marsi�glia, con i colleghi di Francia Germa�nia e Italia; e tulli avevano concorda�to la necessità di una forte azione congiunta per ottenere il rispetto degù accorai. Lo sbarco numero 13 sulle coste calabresi negli ultimi sette mesi, dunque, potrebbe avere risvolli di natura diplomatica. Sempre che, na�turalmente, si riesca a ricostruire nei dettagli la traversala della motona�ve che nelle prime ore di ieri si è incagliata qualche chilometro più a Nord di Crotone, a Gabella, non lontano dalla foce del fiume Neto. In un punto troppo vicino alla cosla per poter tentare una manovra per disin�cagliarla e troppo lontano perché i 367 clandestini a bordo Idi questi 77 bambini e 53 donnei potessero cerca�re di raggiungere la ava a nuoto. L'equipaggio, invece, ha abbando^ nato la nave su una barchetta a motore e si è diretto verso Crotone: in cinque hanno raggiunto la riva, sono salili sul marciapiede dei lungo�mare e si dirigevano forse verso la stazione ferroviaria Iche sta dall'al�tra parte della città] (piando una pattuglia della polizia li ha notali. Cinque stranien zuppi d'acqua che passeggiano, del resto, avrebbero dato nell'ischio anche quando di sbarchi di clandestini ancoro non si parlava. Addosso avevano telefoni cellulari, circa 2 mila dollari statuni�tensi e moneta turca. Qualche ora dopo, dopo essere stati riconosciuti da alcuni dei clandestini come i componenti dell'equipaggio, erano già in manette e gli uomini della questura di Crotone li stavano por�tando in carcere. La «Kalsit», notala da un guardacoste della Guardia di Finanza, è siala rimorchiata fino in porto, a Crotone, e da qui i clandesti�ni portati subito al campo di acco�glienza dell'ex base militare di San�t'Anna, che dalla città dista meno di 10 chilometri. Il meccanismo dei soccorsi coordinato dalla Prefettu�ra, è oramai rodato. Nel giro di 4-5 ore i clandestini erano stati già visitati (stanno tutti discretamente, a parte le condizioni igieniche che si immaginano per uno che abbia passalo cinque giorni e cinque notti stipalo in una nave quasi da roltamarel e sentiti una prima volta dagli investigatori. Ci sono molti curdi, tra i nuovi ospiti della roulollopoli del Sant'Anna, ma anche un nutrito gruppo di uomini che vengono dalla Sierra Leone, per lo più giovani, e ancora afghani, e pakistani. Per arrivare in Italia Ima quasi tulli hanno già in mente ben altre mele, che si chiamano Germa�nia, piuttosto che Olanda e Fraudai hanno pagalo in dollari americani o marchi tedeschi. Prezzi variabili, in media l'equivalente di 3 o 4 miUoni di lire a testa. Con sconti per le famiglie. Come nel caso di Ahmed, un afghano di 23 anni che ha lascialo la scuola militare che frequentava ed è scappato con la madre e due fratellildillelSannil. Del padre non ha più notizie. Dal Pakistan all'Italia il viaggio della speranza è costalo 7 mua dollari per tulli e quattro, comprese le razioni di patateche hanno passato loro sulla nave. Una nave-carretta, e lui stesso lo sa: «E' stata una fortuna che siamo arrivali», dice airinterprete, Yusuf, 33 anni, baffu�to, un curdo sbarcalo alla fine del 1997 in Calabria e che adesso la polizia chiama quando c'è bisogno di uno che comunichi con i nuovi arrivali. Tra le decine di roulottes parcheggiate su più file, targate «Protezion'i C'/ile Ricovero di emeigeuza», i bambini riescono per�sino a organizzare giochi, già ripuli�ti e con addosso magliette colorale che spezzano il grigio della luce filtrata dal telone di r. te fittissima messo sulle roulottes per stempera�re il sole cocente. Hamdullah, an�che lui curdo, 21 anni, di bambini ne ha cinque (la più grande. Evin, ha 9 anni, e se ne sta seduta sulla ghiaia, lo sguardo basso, a sbuccia�re una mela con un coltello eli plastica) e se li e portati tutti dietro, insieme alla moglie. Fatma, di 7 anni più grande di lui. «Ogni chic giorni dice all'inteqjrete veniva�no i militari e giù torture». Pezzi di umanità in fuga, su una nave che forse è passata anche per la Grecia. E Raffaele Costa (Fi) ha già presen�tato una interrogazione al Parla�mento Europeo per saperne di più. I clandestini sarebbero anche stati rifocillati in un porto dell'Egeo c*3«éS^

Persone citate: Evin, Gabella, Marsi, Neto, Raffaele Costa, Rocco Valenti