Boom di agricoltori extracomunitari di Maurizio Tropeano

Boom di agricoltori extracomunitari L'annuario delllnea registra un incremento dell'8% dei braccianti dall'estero Boom di agricoltori extracomunitari Al Sud sono quasi la metà degli occupati Impiegati nei lavori pesanti e nei raccolti Maurizio Tropeano ROMA Boom Mi liivoratori oxtracomuniiiiri in agricoltura. Noi 1099 si stima che siano arrivati a quota 02 mila con un Lncremen"i doli'8 por cento rispetto all'aimo precedente, il tlaio ò contenuto nell'annuàrio pubblicato dall'Istituto Narìonalc di Economia Agraria. Una stima por difotto ma che ò in notta controtondenza rispoito allo statistiche relativa ai lavorato�ri italiani: nel 1990 sono dimi�nuiti di duecentomila unità, il (luimiici por cento in meno doll'anno precedente, Io tutto i lavoratori agricoli italiani sono I milione e 134 mila Francesco Adornato, presidento tloll'Inea, pero spiega; vi-:' focile osservare come la contrazione complessiva degli occupati, causata sicuramente da vari e numerosi fattori, non sia numericamente compensa�ta dall'aumento degli Immigra�ti extracomunitari, evidenzian�do nuovamente la azione non sostitutiva ma complementare svolta dai lavoratori stranieri». Secondo Adornato «l'agricoll ma, latte salvi; alcuno eccezio�ni, non rappresenta il settore preferenziàlo di attività degli Immigrati extracomunitari». Spiega: «Il lavoro noi campi si incastona" all'interno di altre attività svolte in perìodi differonti, 0 rappresenta il settore di più agevole occupazione e in Cladodi fornirò le risorse economiche da rimettere alla propria famiglia nel Paese di origino o da utilizzare per garantire la sopravvivenza in attesa di tro�vare occupazione, in Italia e in Kuropa, in settori meno disagia�ti». Di fatto, comunque e «d'agri�coltura italiana che ha forte necessita di lavoratori agricoli extracomunitari, in particolare modo per lavori stagionali per i quali le risorse umane locali non sono sufficienti (j per attivi�tà particolarmente onerose che la manodopera autoctona non è disposta a svolgere», spiega an�cora il presidente dell'Inea. li dall'Annuario pubblicato dal�l'Istituto si può vedere come sia l'Italia del Sud che registra il maggior impiego di manodopera straniera nei campi: quasi la metà degli occupali, infatti, non e italiana. Solo in Calabria sono quasi ventimila. Alto per�centuali si registrano anche in Puglia e Campania. Nello regio�ni del Nord raggiungono quota 20 mila con un picco significati�vo in Trentino Alto Adige: 12.000 unità. Nelle regioni del Centro l'incidenza del lavoro dogli immigrati è di circa il 16 percento. Da quali Paesi arrivano que�sti lavoratori? Resta una sostan�ziale prevalenza di immigrati dal Nord Africa anche se nell'ul�timo anno si è confermala la tendenza all'aumento dei citta�dini doi Paesi dell'Europa cen�tro-orientale, dall'ex Jugosla�via all'Albania; dalla Polonia alla Romania. Ancora contenu�ti sono le presenze di asiatici (India e Pakistani e scarsissime quelle di cittadini dell'America Latina. Adornalo, poi, individua le caralloristiche del lavoro extracomunitario: «La flossibililà (settoriale, territoriale e tempo�rale) cui, però, si congiunge un basso livello di qualificazione professionale». Lo studio del�l'Inea rivela come i lavoratori extracomunitari vengono uti�lizzati soprattutto per le opera�zioni colturali che necessitano di una grande quantità di lavo�ro in un arco di tempo ristretto e senza esigenze particolari in termini di qualificazione pro�fessionale. Dunque, soprattut�to, nella raccolta e, in taluni casi, nella potatura. Spiega Adomato: «Quando è richiesta maggiore professionalità, gene�ralmente posseduta dai lavora�tori autoctoni, gli immigrati svolgono attività di "contomo" per le quali sono richiesti esclu�sivamente XorzM e impegno fisi�co». Diverso è il caso della zootecnia dovè la progressiva diminuzione d�lavoratori italia�ni esperti porta ad un'alta do�manda di immigrati a cui si accompagna anche una, buona retribuzione. E analizzando �risultati del�l'indagine Adomato mette in evidenza come «la regolarizza�zione dei contratti di lavoro» sia «in aumento, pur con alcu�ne sacche di resistenza, mentre le retribuzioni, in generale, so�no più basse di quelle sindacali, anche se spesso integrate da boni e servizi accessori (vitto e alloggio)». Ma c'è anche un problema: «Questo meccani�smo comporta una ancora in�completa contribuzione del la�voro oxlracomunitario al siste�ma pensionistico e alle entrate fiscali. «Ma gii stranieri non tolgono spazio alla manodopera nazionale» Sopra, una stalla. Molti cxcracorminltari vengono richiesti por essere impiegati nella zootecnia '■* m. di&t&AoZif&vi' •■. > .512 A sinistra. Immigrati Impegnati nella raccolta del pomodoro. Nei campi svolgono i lavori più pesanti

Persone citate: Boom, Francesco Adornato