Parte la vendita delle centrali Enel di Paolo Baroni

Parte la vendita delle centrali Enel Il Tesoro sceglie gli advisor. In corsa Edison, Gemina, Gir e le grandi municipalizzate Parte la vendita delle centrali Enel Una privatizzazione da 15 mila miliardi Paolo Baroni Privatizzazione centrali Enel: il Tesoro stringe i tempi. Il Comita�to presieduto da Mario Draghi ha infatti scelto i tre advisor che s�afTiancheranno alla società elettrica pubblica nelle operazio�ni di dismissione dei tre raggrup�pamenti di centrali messe in vendita: Eurogen, Elettrogen e Interpower. Ad avere la meglio all'interno di una folta pattuglia di banche d'affari sono state Credit Suisse First Boston, Leh�man Brothers e Merrill Lynch. Depennate invece dalla short list iniziale altri giganti del cali�bro di Jp Morgan, Deutsche Hank e Morgan Stanley Dean Witter. I nomi, proposti dello steeriug comrnitteeàe l'Enel, hanno otte�nuto il parere positivo sia del Ministero che del Comitato per�manente d�consulenza globale e di garanzìa per le privatizzazio�ni. E secondo uno stringata nota diffusa ieri dall'Enel è stato decì�so che lavorino «congiuntamen�te» alla cessione delle tre società. A questo punto le procedure d�vendita possono partire. Si tratta di definire in dettaglio il valore delle tre spa, di individua�re i possibili compratori e quindi di procedere alfa cessione. In tutto sono in gioco ben 1 Smila miliardi di lire e ima capacità produttiva complessiva di oltre 1 Smila megawatt: i 7008 di Eu�rogen, 2000 dipendenti e impian�t�a Brindisi, Chivasso, San Filip�po al Mele, Piacenza, Sermide, Turbigo, Mese. Udine e Tusciano, i 5438 di Elettrogen, 1.700 dipendenti dislocati negli im�piant�d�Monfalcone, Ostiglia, Fiumesanto, Tavazzano, Temi, Cotronei e Catanzaro; e i 2,611 di Interpower che con 1.100 dipendenti è presente a Napoli, Torvaldiga Sud, Vado Ligure e Genova. Un successivo passo, secondo i piani allo studio del Governo, ixitrebbe essere rappre�sentato dal collocamento sul mercato d�un'altra trancile di azioni Enel: basterebbe infatti un piccolo pacchetto per consen tire al Tesoro di incassare tra i 15 ed i 20mila miliardi. Per ora, però, ci si concentra in vìa prioritaria sulle centrali. Secondo la tabella di marcia indicata dal governo, dei rag�gruppamenti ometto di cessione la pi-ima dovrà essere venduta «in tempi rapidi», le altre due entro giugno 2001. «Più veloci di cosi non possia�mo andare», aveva detto solo pochi giorni fa il presidente dell' Enel, Chicco Testa rispondendo alle tante sollecitazioni, prima fra tutte quella deirAuthority per l'Energia che in caso di allungamento dei tempi segnala�va rischi per il mercato e i consumatori i quali grazie all'av�vio della concorrenza dovrebbe�ro vedere calare le bollette della luce. Accelerazione delle procedu�re e rispetto dei tempi sono stati chiesti anche anche dal governo che per bocca del sottosegretario Ennco Micheli dieci giorni fa ha ribadito cho l'operazione di di�smissione «è il problema priorita�rio dell'Enel». Su questo tasto batte anche l'opposizione con AN che nei giorni scorsi ha presentato un emendamento al collegato dedicato alla riforma dei mercati che la Commissione attività produttive della Camera esaminerà dopo l'estate. La ri�chiesta è secca e prevede l'indi�zione di un'asta se entro la lini; dell'armo l'Enel non avrà ancora ceduto le sue centrali. Questo, del resto, è uno dei pilastri portanti del piano di liberalizzazione do! mercato elet�trico varato a suo tempo dal ministro Bersani. Secondo il de�creto che porta il nome dell'at�tuale ministro dei Traspcrti, l'Enel dovrà restaro con una potenza di 39mila mega watt, cedendone appunto 1 Smila ad altri soggetti. Ma altre operazio�ni potrebbe essere presto decise: nel '99, secondo la relazione dell'Autiiority per l'Energia, l'Enel ha infatti controllato il 71 per cento del mercato italiano per l'energia, riducendo tale quo�ta rispetto al passato del 291). Il decreto Bersani fissa regole che prevedono che dal 2003 nessun operatore possa produrre e im�portare più del SO'Mi del fabbiso�gno dell'energia elettrica totale italiana. Da qui la possibilità, avallata di recente dal ministro dell'Industria Enrico Letta, che l'Enel possa cedere altre centrali di produzione oltre a quelle già messe all'asta. Acquirenti, comunque, non dovrebbero mancare. Il settore delle public utility fa gola a molti: solo per restare in Italia si sono già dette interessate l'Edison (che vorrebbe rilevare Elet�trogen), la Cir di Carlo De Benedelti (fresca di alleanza con gli americani di Southern Energy), la Gemina, la Sondel di Falck ed il consorzio delle tre municipaliz�zate elettriche di Roma, Milano e Torino. Poi potrebbe spuntare qualche gruppo straniero. Tutti pronti a scattare alla conquista del grande business elettrico. Franco Tato. amministratore delegato dell'Enel LE CENTRALI IN VENDITA Una scheda delle tre società elettriche dell'Enel in vìa di dismissione e la lista dei telativi impianti EUROGEN 7008 mcga Watt 2030(Spendenti J BRINDISI Nord ^CHWASSO JS-RUPPOAL MELE j PIACENZA ELETTROGEN 5438 megavvatt 1700 dipendenti jMONFAÌCONE JOSTIGUA ^nUMESÀNTO jtavàzzano fii^H.U'^iMM 2611 megavvatt 1100 dipendenti J NAPOLI j TOR VALDAUGA Sud v VADO LIGURE ^SERMIDE J TURBIGO JMKEÒdroelettTko) ^ UDINE ridroeiettrico) JHÌSOANO (idroelettrico) J TERNI (�Anelettrico) ^COTBONEI (idroelettrico) J CATANZARO (idroelettrico) j GENOVA (idroelettrico)